Le pensioni in Italia sono in genere di due tipi. Ci sono quelle collegate alla storia lavorativa del pensionato, cioè ai contributi versati e al montante dei contributi. Pensioni che vengono erogate in base a quanto un lavoratore ha versato e lavorato e che in genere sono quelle di importo medio alto. E poi ci sono pensioni legate a questioni reddituali, questioni di patologie e menomazioni fisiche e in genere, con una spiccata attitudine assistenziale. E sono in genere quelle più basse.

Talmente basse che hanno bisogno di un aiuto dall’INPS e dallo Stato per salire di importo. Prestazioni collegate ai redditi quindi che godono di somme aggiuntive distaccate dalla contribuzione versata. Parliamo di integrazioni al trattamento minimo e maggiorazioni sociali per esempio. E notizia dell’ultima ora, proveniente dai canali ufficiali dell’INPS tramite il messaggio numero 3350 del 2022, sono proprio queste ultime ad essere a serio rischio di revoca. Naturalmente non tutte ma ben 36.763 assegni.

“Buongiorno, ho appena saputo che l’INPS ha emanato una nuova comunicazione con cui sottolinea che i titolari di pensioni di invalidità civile potrebbero presto ricevere la revoca della pensione. Sembra che tutto dipenda da una omessa dichiarazione che i pensionati devono presentare. Io sono un titolare di pensione di inabilità civile e non ho comunicato all’INPS niente, e nemmeno gli anni passati, anche perché nessuno me lo ha chiesto. Senza presentare questa comunicazione o domanda rischio qualcosa? Per me la pensione è importante, perché se la perdo io e mia moglie avremmo serie difficoltà ad andare avanti solo con il suo stipendio da 10.000 euro all’anno. Premetto che stiamo pagando anche un mutuo di casa e che anche se godiamo delle detrazioni fiscali nel 730, il mutuo erode gran parte del nostro reddito. Grazie.”

Pensioni a rischio revoca, l’INPS lancia l’ultimo avviso con il messaggio 3350/2022

Si sta per abbattere un’autentica mannaia sulle pensioni di molti italiani.

È ciò che si evince dal messaggio INPS n° 3350 del 12 settembre appena trascorso. Tramite comunicazione ufficiale, che l’INPS ha pubblicato sul suo portale istituzionale, l’Istituto annuncia l’imminente avvio di quello che a tutti gli effetti può essere considerato l’iter di revoca della pensione per pensionati che hanno omesso le comunicazioni reddituali canoniche. Un rischio concreto che presto si materializzerà se non si provvede a dare risposta ai solleciti che l’INPS costantemente invia ai pensionati interessati. In pratica, tutti i pensionati che hanno la pensione integrata da maggiorazioni e somme aggiuntive per questioni reddituali, dovrebbero inviare all’INPS il modello RED. Si tratta di una comunicazione obbligatoria da parte di questi pensionati. Grazie a questa comunicazione infatti, il pensionato consente all’INPS di ricalcolare l’importo della pensione alla luce delle sopraggiunte (se ci sono naturalmente) nuove variazioni reddituali.

Modello RED e modello INVCIV, perché sono obbligatori

pensioni

Per pensionati titolari di prestazioni assistenziali legate a redditi, ma anche a disabilità, c’è da espletare anche un altro adempimento obbligatorio che è quello del modello INVCIV. In questo caso la comunicazione riguarda eventuali ricoveri in strutture sanitarie ed assistenziali legate al Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Infatti molte prestazioni assistenziali legate alle invalidità sono versate a condizione che il disabile non sia ricoverato in strutture finanziate da fondi statali. Infatti verrebbe meno un principio basilare nell’erogazione della prestazione, cioè il sostegno economico dell’invalido per avere cure a domicilio e permettergli di ridurre il gap sociale dovuto alla disabilità.

Si salvano i pensionati che presentano il 730 o il modello Redditi PF

La comunicazione dell’INPS pubblicata il 12 settembre mette in luce che il rischio revoca ricadrà su chi ha omesso la comunicazione reddituale (modello RED) del 2018 e quelle successive.

Sempre l’Istituto sottolinea che dopo la scadenza annuale (in genere a febbraio di ogni anno), in relazione all’obbligo di comunicazione, sono stati inviati ai pensionati anche dei solleciti. E sono circa 36.763 i pensionati che pare abbiano omesso questa comunicazione. A tal punto che sono proprio 36.763 le pensioni che adesso rischiano di essere revocate d’ufficio dall’INPS. L’obbligo non ricade sui pensionati che hanno presentato all’Agenzia delle Entrate le dichiarazioni reddituali per il tramite del modello 730 e del modello Redditi Persone Fisiche. Infatti presentando queste dichiarazioni l’INPS con l’incrocio delle banche dati, ha modo lo stesso di verificare il diritto alle prestazioni aggiuntive del pensionato. Una cosa che l’Istituto è impossibilitato a fare su chi oltre a non presentare la dichiarazione dei redditi, non presenta nemmeno le comunicazioni periodiche obbligatorie.

Come sanare la situazione

MyINPS

Il nostro lettore non dovrebbe rischiare nulla dal momento che in base alla sua mail, si evince che la sua famiglia, con moglie lavoratrice e titolare di reddito da 10.000 euro annui, anche per via del mutuo, presenta la dichiarazione dei redditi. Sarà probabilmente per questo che al nostro contribuente non sono mai arrivate comunicazioni da parte dell’INPS. AL riguardo però va detto che fare un passaggio nell’area riservata dell’INPS, altrimenti detta “My Inps” e controllare comunicazioni e note da parte dell’Istituto sarebbe consigliabile. Infatti con la digitalizzazione dei servizi telematici dell’Istituto, ormai molte delle comunicazioni che una volta arrivavano a casa del pensionato, adesso vanno scaricate da soli. L’accesso all’area riservata è possibile con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta di Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Per chi non ha nessuno di questi strumenti, meglio delegare il proprio patronato per consentirgli di controllare la situazione. Infatti è tramite il portale dell’INPS e l’area riservata che il pensionato può, in tempo reale, provvedere, se è il caso, a comunicare i dati reddituali con il modello RED o quello di assenza ricoveri con il modello INVCIV.

Cosa devono aspettare i pensionati con la minaccia di revoca della pensione

Per sanare la situazione occorre presentare domanda di ricostituzione della pensione. E sarà questa richiesta che presto potrebbe arrivare ai 33.763 pensionati ritardatari nelle comunicazioni con l’INPS. Infatti l’INPS nei prossimi 60 giorni dovrebbe inviare l’ultimo sollecito ai pensionati, con tanto di preavviso di revoca della prestazione. Una comunicazione che arriverà ai pensionati tramite posta raccomandata con ricevuta di ritorno. Un preavviso che diventerà immediatamente funzionale con sospensione delle prestazioni. In assenza di positivo riscontro da parte del pensionato, cioè senza che il pensionato produrrà ciò che l’INPS chiede, entro i 120 giorni successivi la sospensione si trasformerà in revoca. Inoltre l’INPS potrebbe chiedere al pensionato la restituzione delle somme percepite da quest’ultimo a partire dalla data in cui il pensionato ha omesso la comunicazione 2018.