“L’istruzione è il grande motore dello sviluppo personale. È attraverso l’istruzione che la figlia di un contadino può diventare medico, che il figlio di un minatore può diventare dirigente della miniera, che il figlio di un bracciante può diventare presidente di una grande nazione“, affermava Nelson Mandela. La scuola è uno dei settori più importanti all’interno di ogni società. Soltanto investendo in tale ambito e garantendo un buon livello di istruzione è possibile favorire lo sviluppo di un Paese.

A scuola, d’altronde, è possibile acquisire tutta una serie di conoscenze che si riveleranno utili sia nel mondo del lavoro che nelle relazioni interpersonali.

Proprio partendo da questo presupposto nasce la decisione del governo di vincolare la corresponsione del reddito di cittadinanza all’obbligo di istruzione. Ecco in consa consiste.

Reddito di cittadinanza settembre dicembre 2023: facciamo chiarezza sull’obbligo di istruzione

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di riformare il reddito di cittadinanza. A tal proposito giungono importanti chiarimenti da parte dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale che attraverso la circolare numero 61 del 12 luglio 2023 ha spiegato che a partire dal:

“1° gennaio 2023, l’erogazione della prestazione agli appartenenti alla fascia di età compresa tra diciotto e ventinove anni che non abbiano adempiuto all’obbligo di istruzione di cui all’articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, a meno che gli stessi non siano già formalmente coinvolti e impegnati in percorsi di politica attiva, di qualificazione o di riqualificazione, è subordinata anche all’iscrizione e frequenza di percorsi di istruzione degli adulti di primo livello, previsti dall’articolo 4, comma 1, lettera a), del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2012, n. 263, o comunque funzionali all’adempimento del predetto obbligo di istruzione (cfr. l’art. 1, comma 316, della legge di Bilancio 2023)”.

Rischio decadenza del sussidio targato Movimento 5 Stelle

I giovani che hanno un’età compresa tra 18 anni e 29 anni che non hanno completato l’obbligo di istruzione devono essere iscritti e frequentare dei percorsi di istruzione.

In caso contrario non si vedranno più erogare il sussidio targato Movimento 5 Stelle. Entrando nei dettagli, il nucleo famigliare dovrà fare i conti con la riduzione dell’importo del sussidio per la quota inerente al soggetto o ai soggetti interessati. Il tutto a prescindere dal fatto che si tratti del soggetto richiedente o di un altro membro della famiglia. L’erogazione del reddito di cittadinanza a favore di questa categoria di soggetti, quindi, non verrà corrisposta fino al momento in cui non viene rispettato l’obbligo di istruzione.

Ogni variazione inerente i soggetti tenuti al completamento dell’obbligo formativo deve essere comunicata entro trenta giorni. Un’operazione, quest’ultima, che deve essere effettuata attraverso il modello “Rdc/Pdc-Com esteso”. Oltre all’obbligo formativo, è bene ricordare, vi sono altri motivi per cui decade il diritto al reddito di cittadinanza. Tra questi, come specificato nella circolare poc’anzi citata, si annovera anche la mancata accettazione di un offerta di lavoro congrua. In caso di dubbi, comunque, si consiglia di consultare il sito dell’Inps e rivolgersi ad un esperto del settore per ottenere maggiori informazioni in merito.