“Vespe truccate anni ’60, girano in centro sfiorando i 90. Rosse di fuoco, comincia la danza, di frecce con dietro attaccata una targa. Dammi una Special, l’estate che avanza. Dammi una Vespa e ti porto in vacanza. Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto ai piedi, se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi. Ma quanto è bello andare in giro per i colli bolognesi se hai una Vespa Special che i toglie i problemi“, cantavano i Lunapop.

Con l’arrivo dell’estate e delle alte temperature cresce il desiderio di libertà e di evasione dalle grandi città. Chi, d’altronde, non vede l’ora di andare al mare e fare un bel tuffo in acqua? Per raggiungere la meta dei propri desideri può rivelarsi utile utilizzare una bella moto, che permette di destreggiarsi tra le varie strade in modo facile e veloce. Un mezzo di trasporto particolarmente apprezzato che non tutti, purtroppo, possono permettersi.

Questo perché non sempre si dispone del denaro necessario per acquistarlo. Se tutto questo non bastasse, c’è chi teme che il semplice fatto di possedere una moto possa ostacolare l’accesso a diversi bonus e agevolazioni, come ad esempio il reddito di cittadinanza. Ma è davvero così? Ecco come funziona.

Reddito di cittadinanza, è possibile avere una moto?

La crisi economica in atto, caratterizzata da un preoccupante aumento dei prezzi, vede sempre più famiglie riscontrare serie difficoltà ad arrivare alla fine del mese. A rivestire un ruolo importante in tale ambito sono i vari sussidi messi in campo dal governo, come ad esempio il reddito di cittadinanza. Per accedere a tale misura bisogna essere in possesso di determinati requisiti, come ad esempio avere un Isee inferiore a 9.360 euro. Ma non solo, come si evince dall’articolo 2 del decreto legge numero 4 del 28 gennaio 2019:

“nessun componente il nucleo familiare deve essere intestatario a qualunque titolo o avente piena disponibilità di autoveicoli immatricolati la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta, ovvero di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei due anni antecedenti, esclusi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità ai sensi della disciplina vigente”.

Ne consegue, quindi, che possedere una moto in sé non preclude l’accesso al sussidio targato Movimento 5 Stelle.

Questo a patto di rispettare i limiti, a livello di cilindrata e tempistiche di immatricolazione, poc’anzi citati.

Assegno di inclusione e moto: cosa cambia

Ovviamente i limiti prima citati riguardano il reddito di cittadinanza così come riconosciuto ad oggi. Tale sussidio si avvicina al suo addio definitivo. Al suo posto verranno introdotte due nuove misure, ovvero il Supporto per la formazione e il lavoro a partire da settembre 2023 e l’assegno di inclusione a partire da gennaio 2024. Proprio soffermandosi sulla misura che debutterà il prossimo anno, così come si evince dal decreto che ha introdotto questo sussidio:

“nessun componente il nucleo familiare deve essere intestatario a qualunque titolo o avere piena disponibilità di autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc., immatricolati la prima volta nei trentasei mesi antecedenti la richiesta, esclusi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità ai sensi della disciplina vigente”.

A differenza del reddito di cittadinanza, quindi, l’assegno di reclusione prevede dei vincoli più restringenti in termini di tempistiche. Anziché due anni, infatti, il veicolo non deve essere stato immatricolato la prima volta nei tre anni antecedenti la richiesta. In caso contrario, salvo alcune eccezioni, non sarà possibile accedere all’assegno di inclusione.