Anche si è sempre più insistente l’ipotesi di un’abolizione del reddito cittadinanza, da uno degli ultimi studi emerge che circa il 43,8% dei percettori  è rappresentato da single. In tal caso l’importo mensile percepito è di circa 458 euro. Somma che aumenta fino a 741 euro per nuclei familiari di 5 componenti (genitore e tre figli).

Sono questi gli ultimi dati che emergono sul sussidio. Sembra, quindi, che il reddito di cittadinanza sia più dei single. Sposarsi non conviene. L’evento potrebbe portare anche alla perdita del beneficio stesso.

Sposarsi significa che nel nucleo familiare della persona che prima era single, entra anche il coniuge con propri redditi. Il che significa altresì ISEE maggiore e rischio di perdere o di ridurre l’importo del sussidio.

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Ricordiamo che ai fini del diritto al reddito di cittadinanza, infatti, è richiesto che il nucleo familiare del richiedente rispetti determinati requisiti reddituali ed economici. In particolare:

  • ISEE aggiornato inferiore a 9.360 euro annui
  • possedere un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro
  • avere un patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro che può essere incrementato in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare e delle eventuali disabilità presenti nello stesso
  • avere un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui moltiplicato per la scala di equivalenza. La soglia del reddito è elevata a 9.360 euro nei casi in cui il nucleo familiare risieda in una abitazione in affitto.

Si intuisce che se un soggetto single che percepisce oggi il reddito di cittadinanza in quanto rispecchia i citati requisiti, nel momento in cui convola a nozze, vede modificato il suo nucleo familiare e, quindi, anche la situazione ISEE e patrimoniale.

Nessuna, conseguenza, invece, nel caso in cui il soggetto single percettore del reddito di cittadinanza decida di fidanzarsi o, comunque, di avere una compagna di vita senza convolare a nozze.