Ci deliziamo nella bellezza della farfalla, ma raramente ammettiamo i cambiamenti a cui ha dovuto sottostare per raggiungere quella bellezza“, affermava Maya Angelou. Spesso, in effetti, ci soffermiamo solamente ad ammirare la bellezza delle cose e il risultato finale di un lavoro. Il tutto senza prendere minimamente in considerazione tutto ciò che ha permesso di raggiungere un determinato risultato. La vita però non è immutabile.

Tanti sono i cambiamenti con cui dover fare i conti, compresi quelli di carattere burocratico. Diverse sono le norme modificate nel corso degli anni, con alcune di esse che hanno portato a dei cambiamenti epocali.

Ne è un chiaro esempio la recente decisione del governo Meloni di dire addio al reddito di cittadinanza. Al suo posto debutteranno delle nuove misure. Ecco di quali si tratta e cosa c’è da aspettarsi.

Reddito di cittadinanza, a settembre la svolta per molti: chi lo perde e nuove domande

Il 1° maggio 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto decreto lavoro che ha segnato la fine del reddito di cittadinanza. A partire da gennaio 2024, infatti, si assisterà all’addio definitivo al sussidio targato Movimento 5 Stelle. Al suo posto debutteranno due nuove misure, ovvero l‘Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro.

I soggetti aventi diritto potranno beneficiare di questi nuovi sussidi solo una volta ottenuto l’accredito dell’ultimo pagamento del reddito di cittadinanza. Un decreto ministeriale, comunque, dovrebbe fornire nel corso delle prossime settimane delucidazioni in merito alle modalità di attuazione e di domanda.

Assegno di inclusione per le famiglie che presentano soggetti fragili, minori o anziani

Stando a quanto previsto dalla legge di bilancio 2023, i nuclei famigliari con un minore, un disabile o una persona con un’età superiore a 60 anni, hanno diritto all’erogazione del reddito di cittadinanza fino alla fine dell’anno in corso.

A partire dal 2024, invece, avranno diritto all’assegno di inclusione. Quest’ultimo, come si evince dall’articolo tre del decreto legge n. 48 del 4 maggio 2023, si presenta come una sorta di:

integrazione del reddito familiare, come definito nel presente decreto, fino alla soglia di euro 6.000 annui, ovvero di euro 7.560 annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza”.

Verrà inoltre corrisposto un’ulteriore contributo a favore delle famiglie che vivono in una casa in affitto.

Supporto per la formazione e il lavoro, il sussidio a favore degli occupabili

Gli occupabili, ovvero coloro con un’età tra i 18 anni e i 59 anni che possono lavorare, invece, hanno diritto al reddito di cittadinanza per massimo sette mesi nel corso del 2023. Ne consegue, che per molti percettori il prossimo mese di luglio segnerà l’ultimo pagamento del sussidio targato Movimento 5 Stelle. I soggetti in questione, comunque, non resteranno senza alcun supporto. In loro aiuto giungerà, a partire da settembre 2023, il Supporto per la formazione e il lavoro.

Quest’ultimo si presenta come un contributo dal valore pari a 350 euro al mese che verrà corrisposto per massimo dodici mensilità. Per accedere a tale misura è necessario che i soggetti interessati abbiano un Isee pari a massimo 6 mila euro. Devono inoltre partecipare a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro.