La riforma non è piacevole, ma dolorosa; nessuna persona può riformare se stessa senza sofferenza e duro lavoro, tanto meno una nazione“, affermava Thomas Carlyle. Ogni riforma, in effetti, richiede il massimo impegno da tutti i soggetti coinvolti, a partire dai governatori fino ad arrivare ai cittadini.

Questo perché porta con sé dei cambiamenti che hanno un impatto non indifferente sulla società. Ogni riforma, d’altronde, va a modificare quanto già noto per introdurre delle novità. Ne è un chiaro esempio il reddito di cittadinanza che è pronto ad essere sostituito definitivamente da delle nuove misure.

Ecco cosa c’è da aspettarsi.

In arrivo il Supporto per la formazione e il lavoro a favore degli occupabili

Il 2023 è l’ultimo anno del reddito di cittadinanza. Quest’ultimo verrà corrisposto nell’anno in corso per un periodo pari a massimo 7 mesi a favore dei cosiddetti occupabili. Ovvero coloro che hanno un’età compresa tra i 18 anni e i 59 anni che sono in grado di lavorare. I soggetti in questione, pertanto, se percepiscono il reddito di cittadinanza in modo continuativo da gennaio, avranno diritto all’ultima mensilità del sussidio targato Movimento 5 Stelle il prossimo mese di luglio.

A partire dal 1° settembre 2023, invece, potranno accedere al Supporto per la formazione e il lavoro. Un contributo dal valore pari a 350 euro al mese, che verrà corrisposto a patto di prendere parte a progetti di orientamento, formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, politiche attive del lavoro.

Reddito di cittadinanza, i nuovi importi con la riforma: sussidio più alto a chi ha l’età per la pensione

Le famiglie che vedono la presenza di un minore, un disabile o una persona con un’età superiore a 60 anni, invece, hanno diritto all’erogazione del reddito di cittadinanza fino a dicembre 2023. A partire dal prossimo anno, invece, si vedranno erogare l’assegno di inclusione.

Soffermandosi su quest’ultimo, così come si evince dall’articolo 3 del decreto legge numero 48 del 4 maggio 2023:

“Il beneficio economico dell’Assegno di inclusione, su base annua, è composto da una integrazione del reddito familiare, come definito nel presente decreto, fino alla soglia di euro 6.000 annui, ovvero di euro 7.560 annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza”.

Facendo riferimento al decreto Lavoro, quindi, l’importo dell’assegno di inclusione è pari a 500 euro al mese. A questo si può aggiungere un eventuale contributo per l’affitto fino a 280 euro al mese, a patto che sia stipulato un regolare contratto di locazione. Per le famiglie composte da tutte persone con un’età pari almeno a 67 anni o da 67enni e disabili, invece, l’importo mensile dell’assegno di inclusione sale fino a 630 euro. In quest’ultimo caso, però, l’integrazione per l’affitto scende a quota 150 euro.

In tutti i casi l’importo minimo dell’assegno di inclusione è pari a 480 euro all’anno, ovvero 40 euro al mese. Per quanto concerne le tempistiche, invece, l’assegno di inclusione sarà erogato per 18 mesi. Trascorso tale lasso di tempo, il sussidio potrà essere rinnovato per altri 12 mesi, fermo restando un periodo di pausa di un mese.