In che cosa il reddito di cittadinanza italiano si differenzia da misure analoghe presenti in altri paesi?

E’ la domanda a cui ha fornito risposta il Comitato scientifico di valutazione del sussidio. In primis, gli esperti hanno sottolineato come l’Italia sia uno degli ultimi paesi europei a dotarsi, prima con Reddito di Inclusione e poi con il Reddito di Cittadinanza, di uno schema di reddito minimo per i cittadini.  Negli altri paesi europei, invece, queste misure di sostegno simili sono già in essere da molti anni.

Il reddito minimo in Europa

Dal documento studio sul reddito di cittadinanza elaborato dal Comitato scientifico, emerge che nei paesi dell’est Europa il sussidio è poco generoso. In questi paesi è anche molto limitata l’offerta di servizi per l’inclusione sociale e di politiche attive del lavoro.

Poco generoso, ma con politiche attive e di inclusione sociale piuttosto efficaci, per un secondo gruppo di nazioni, tra cui spiccano Spagna, Portogallo e Regno Unito. Qui, il reddito di cittadinanza è limitato anche allo scopo di accrescere la spinta spontanea verso la ricerca di lavoro.

Ci sono poi paesi come Germania, ma anche Olanda e Irlanda, dove il beneficio di reddito minimo è molto più generoso ma con una più forte condizionalità rispetto all’impegno nella ricerca di lavoro. Infine ci sono il nord Europa e Francia, dove il sussidio è anch’esso abbastanza generoso. C’è però un impegno notevole per favorire l’inclusione sociale e non soltanto l’avviamento al lavoro.

Il reddito di cittadinanza italiano

Il reddito di cittadinanza italiano, messo a confronto con il resto dei paesi europei, si caratterizza innanzitutto per condizioni di accesso piuttosto restrittive (previsti requisiti molto stringenti).

Un punto di favore è l’elevata generosità (in particolare per persone sole o famiglie piccole di adulti).

E, invece, punto di sfavore la debolezza dei sistemi di avviamento al lavoro e di inclusione sociale.

A ciò bisogna aggiungere anche l’insufficienza dei meccanismi che dovrebbero incentivare la ricerca e l’accettazione del lavoro.