Manca davvero poco alla data di cessazione del reddito di cittadinanza. Per le famiglie italiane, infatti, il sussidio tanto caro al Movimento 5 Stelle chiuderà i battenti il 31 dicembre 2023 e verrà sostituito, come ormai appare certo, dalla Garanzia per l’Inclusione. Una nuova misura, che ricalca in parte il reddito di cittadinanza ma che ha delle profonde differenze. Resta il fatto che fino al 31 dicembre 2023 ci sarà chi continuerà a percepire il sussidio. E chi continuerà a presentare domanda per rientrare in questa misura ormai destinata a scomparire.

Ci sono, però, situazioni assai particolari di soggetti che hanno già presentato domanda per il rinnovo del sussidio, ma che si trovano ancora in una fase di istruttoria della domanda. Dal momento che il sussidio cessa di esistere a fine anno, ogni mese che passa è un mese di sussidio perso.

“Buongiorno, ho fatto domanda reddito di cittadinanza a gennaio ma ho avuto ISEE difforme il 16 febbraio. L’ho corretto ma a oggi che siamo a fine aprile è ancora in evidenza alla sede. Ma quando si sblocca? Chiedo perché ho paura che più tempo passa meno mesi di sussidio prenderò, giusto?”

Il reddito di cittadinanza ed il collegamento all’ISEE

Il caso della nostra lettrice è un caso comune a molti altri contribuenti che hanno chiesto il reddito di cittadinanza senza avere ancora risposta da parte dell’INPS. Dal momento che tra i requisiti necessari per poter percepire il sussidio c’è la certificazione ISEE in corso di validità, è evidente che proprio l’ISEE deve essere rinnovato per poter prendere il sussidio. Per ISEE in corso di validità si fa riferimento alla certificazione rilasciata dall’INPS in base alla dichiarazione sostitutiva unica resa. Ma l’ISEE non deve essere difforme. E per ISEE difforme si fa riferimento a un ISEE rilasciato dall’INPS ma con anomalie.

Infatti quando l’INPS trova delle anomalie nelle banche dati in suo possesso, rispetto a ciò che il dichiarante ha indicato nella DSU, rilascia comunque l’attestazione. Ma segnala le anomalie, rendendo di fatto l’ISEE non utilizzabile al di fuori del perimetro INPS, come per esempio per il Bonus sociale su luce a gas, o per qualsiasi altra domanda di prestazioni agevolate. Allo stesso tempo, però, l’INPS considera questo ISEE non in corso di validità. E in questo caso blocca la domanda del reddito di cittadinanza.

Pratica in istruttoria, ecco i tempi classici dell’INPS

Fino a quando l’ISEE resta difforme, il reddito di cittadinanza non viene erogato ai beneficiari potenziali. Significa che la nostra lettrice deve attendere per forza di cose la conferma dell’ISEE da parte dell’INPS per poter poi avere accesso al sussidio. Fino a quando l’INPS non confermerà il nuovo ISEE non potrà soddisfare la richiesta del sussidio. A dire il vero crediamo che la nostra lettrice se ha fatto le cose per bene e ha risolto le anomalie sull’ISEE (sistemato a febbraio), dovrebbe essere ormai con RDC risolto. Se ha diritto al sussidio appare strano che l’INPS non abbia ancora prodotto l’esito alla sua domanda.

In linea di massima i tempi di attesa sono nell’ordine dei 30 giorni. È vero però che spesso la mole di lavoro a cui è chiamata l’INPS non permette risposte nei tempi previsti. La nostra lettrice farebbe bene a collegarsi all’area riservata dell’INPS con le proprie credenziali di accesso. E nell’area comunicando con l’Istituto dovrebbe sollecitare la risposta dell’INPS per il suo reddito di cittadinanza. A maggior ragione se, come sembra, la difformità nell’ISEE precedentemente richiesto è stata risolta successivamente. Prima sollecita meglio è, poiché non essendo previsti arretrati per il reddito di cittadinanza, difficilmente riuscirà a ottenere un rimborso retroattivo.