“Un albero il cui tronco si può a malapena abbracciare nasce da un minuscolo germoglio. Una torre alta nove piani incomincia con un mucchietto di terra. Un lungo viaggio di mille miglia si comincia col muovere un piede“, affermava Lao Tse. Tutto in effetti inizia da zero. Basti pensare al reddito di cittadinanza che è stato introdotto nel 2019 per garantire un sostegno alle famiglie economicamente in difficoltà.

Un sussidio indubbiamente importante che si appresta al suo addio definitivo. Il governo Meloni, infatti, ha deciso di introdurre già a partire dal 2023 degli importanti cambiamenti al sussidio targato Movimento 5 Stelle.

A partire dal 2024, invece, avrà luogo la vera e propria riforma. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Reddito di cittadinanza, da settembre i primi cambiamenti poi nel 2024 la riforma

La Manovra 2023 non è intervenuta sui requisiti richiesti per accedere al reddito di cittadinanza, bensì sulla relativa durata. Entrando nei dettagli è stabilito che da gennaio a dicembre 2023 il sussidio in questione sia erogato fino ad un limite pari a massimo sette mensilità. Fanno eccezione le famiglie che comprendono persone disabili, minorenni o con un’età superiore a 60 anni. Il tutto fermo restando il fatto che il reddito di cittadinanza non verrà erogato oltre il 31 dicembre 2023.

Le condizioni per beneficiare del sussidio

Come ricordato dall’Inps con la circolare numero numero 61 del 12 luglio 2023:

“L’articolo 4 del decreto -legge n. 4/2019, subordina l’erogazione del Reddito di cittadinanza alla dichiarazione, da parte dei componenti il nucleo familiare maggiorenni, di immediata disponibilità al lavoro, nonché all’adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale che preveda attività al servizio della comunità, di riqualificazione professionale, di completamento degli studi, nonché altri impegni individuati dai servizi competenti finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro e all’inclusione sociale. Sono esonerati da tali condizioni i componenti del nucleo familiare titolari di pensione o di età pari o superiore a 65 anni, nonché quelli già occupati, frequentanti un corso di studi, con carichi di cura o con disabilità”.

Soffermandosi sugli obblighi a cui bisogna adempiere per beneficiare del reddito di cittadinanza, l’Inps ricorda che i giovani tra 18 e 29 anni che non hanno soddisfatto l‘obbligo di istruzione, devono essere iscritti e frequentare dei percorsi di formazione ad hoc.

In caso contrario perderanno il sussidio. A tal proposito l’istituto di previdenza ha spiegato che l’importo del reddito di cittadinanza sarà ridotto per la quota riferita al soggetto che non rispetta l’obbligo formativo.

Quest’ultima sarà ripristinata solamente una volta adempiuto al proprio dovere. Tra gli altri motivi per cui si rischia di perdere il sussidio targato Movimento 5 Stelle si cita il rifiuto di un offerta di lavoro congrua. Nel caso in cui si abbiano dubbi, comunque, si invita a consultare il sito dell’Inps e rivolgersi a un esperto in materia per ottenere maggiori delucidazioni in merito.

Reddito di cittadinanza prossimo all’addio: le nuove misure

Visto il limite di sette mensilità, quindi, molti percettori riceveranno il reddito di cittadinanza per l’ultima volta a luglio del 2023. Quest’ultimi potranno accedere, da settembre 2023, al supporto per la formazione e il lavoro. Tale misura sarà riconosciuta ai soggetti che presentano un Isee pari a massimo sei mila euro e frequentano un corso di formazione.

Come previsto dal Decreto Lavoro, inoltre, da gennaio 2024 il reddito di cittadinanza sarà definitivamente abolito. Al suo posto arriverà l’assegno di inclusione erogato a favore dei nuclei famigliari con un disabile, un minorenne o persona con un’età superiore a 60 anni. A patto di presentare un Isee inferiore a 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a sei mila euro.