Di sere nere, che non c’è tempo, non c’è spazio e mai nessuno capirà. Puoi rimanere, perché fa male, male, male da morire, senza te”, canta Tiziano Ferro con il brano Sere Nere.

Parole che in tanti potrebbero dedicare alle pensioni, dato che non c’è spazio per Quota 41 nel 2024. Una vera e propria doccia fredda per molti lavoratori che speravano di poter andare finalmente in pensione il prossimo anno grazie a questa misura. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Quota 41 non trova spazio nel 2024

Il governo è al lavoro per mettere a punto la Legge di Bilancio che dovrebbe portare con sé importanti novità sul fronte delle pensioni.

Non si tratterà di una vera e propria riforma, così come si attende da anni. Bensì verranno prorogate alcune misure già in corso e apportate delle modifiche ad altre. Questo perché le risorse finanziarie a disposizione risultano insufficienti a garantire una riforma strutturale del sistema previdenziale del nostro Paese.

Proprio a causa della mancanza di fondi, pertanto, non sarà possibile introdurre Quota 41 per tutti nemmeno per il 2024. Tale opzione, secondo le stime dell’Inps, costerebbe oltre quattro miliardi di euro solamente il primo anno di applicazione. Una spesa indubbiamente elevata che al momento sembra non possa essere sostenuta dal bilancio pubblico del nostro Paese.

Verso la proroga di Quota 103, dubbi su Opzione Donna

Quota 41 per tutti, quindi, sembra essere ancora un lontano miraggio. Questo però non vuol dire che si debba vedere il bicchiere mezzo vuoto. Anche nel corso del 2024, infatti, come accade in altri paesi sarà possibile andare in pensione in anticipo. Il tutto grazie a Quota 103 che permette di accedere al trattamento pensionistico al raggiungimento dei 62 anni di età, a patto di aver maturato 41 anni di contributi. Rispetto alle stime, meno persone hanno deciso di aderire a Quota 103 nel corso del 2023. Le risorse risparmiate dovrebbero quindi essere utilizzate per estendere Quota 103 al 2024.

Grandi dubbi aleggiano invece su Opzione Donna che ha già subito dei cambiamenti rispetto agli anni passati. Come si evince dal sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze per le misure della manovra 2023, infatti, a oggi consente di andare:

“in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. Opzione donna è riservata a particolari categorie: caregiver, invalide (invalidità superiore o uguale al 74%) e lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi”.

Paletti sempre più stringenti che le lavoratrici chiedono di eliminare. In tale ambito si annovera la possibile introduzione di Ape Donna. Si tratterebbe in pratica di una sorta di Ape Sociale rivolta solamente alle lavoratrici, a patto che abbiano compiuto almeno 61 anni e maturato dai 28 ai 30 anni di contributi. Quest’ultime potrebbero ottenere un trattamento di accompagnamento fino al raggiungimento dell’età della pensione pari a 67 anni. Dal 2024 l’Ape donna potrebbe sostituire o affiancare Opzione Donna.

In quest’ultimo caso permetterebbe di ampliare la platea delle lavoratrici che potrebbero uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Al momento comunque si tratta solo di mere ipotesi. Non è dato sapere se Quota 103 e Opzione Donna verranno effettivamente confermati per il 2024. Si resta in attesa delle prossime mosse del governo per conoscere eventuali cambiamenti e soprattutto quali requisiti verranno richiesti nel 2024 per andare in pensione.