“La famiglia. Eravamo uno strano piccolo gruppo di personaggi che si facevano strada nella vita condividendo malattie e dentifrici, bramando gli uni i dolci degli altri, nascondendo gli shampoo e i bagnoschiuma, prestandoci denaro, mandandoci a vicenda fuori delle nostre camere, infliggendoci dolore e baci nello stesso istante, amando, ridendo, difendendoci e cercando di capire il filo comune che ci legava“, affermava Erma Bombeck.

La famiglia, in effetti, è composta da un gruppo di persone che condividono gioie e dolori della propria vita.

Oltre all’aspetto prettamente sentimentale, però, si deve fare i conti anche con questioni di carattere pratico. Ne sono un chiaro esempio le varie spese che ogni nucleo famigliare deve affrontare per accedere ai vari beni e servizi di proprio interesse.

A tal fine, ovviamente, bisogna sborsare del denaro. Un gesto di per sé semplice che nasconde, purtroppo, delle difficoltà per molti nuclei famigliari che non dispongono del denaro necessario. Una situazione difficile da gestire in cui si rivelano importanti gli aiuti messi in campo dal governo, come ad esempio il reddito di cittadinanza. Un sussidio, quest’ultimo, a cui diverse famiglie dovranno dire a breve addio. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Questo è il tipo di famiglia che perderà il reddito di cittadinanza: tranquille due su tre

Il governo Meloni ha deciso di dare il via ad un’importante riforma del reddito di cittadinanza, con tale sussidio pronto all’addio definitivo a partire da gennaio 2024. Al suo posto verranno introdotti l’Assegno di inclusione e, a partire dall’anno in corso, anche quello di Supporto per la formazione e lavoro. Delle novità in seguito alle quali circa 400 mila famiglie, per un totale pari a 615 mila persone, dovranno dire addio al sussidio targato Movimento 5 Stelle. Come stimato dal Corriere della Sera, saranno colpiti dalla riforma del reddito di cittadinanza circa una famiglia su tre e una persona su quattro.

Entrando nei dettagli, l’assegno di inclusione farà il suo esordio nel 2024 e sarà destinato alle famiglie che vedono la presenza di un disabile, un minorenne o persona over 60. Stando a quanto si evince dalla relazione tecnica che accompagna il decreto legge del 1° maggio, a beneficiare di tale misura saranno mediamente 733 mila. Un numero destinato a salire nel corso degli anni successivi, fino ad arrivare a 808 mila nel 2033.

Il supporto per la formazione e lavoro, invece, debutterà a settembre del 2023. Le prime famiglie a dover dire addio al reddito di cittadinanza, pertanto, saranno i cosiddetti occupabili, ovvero coloro con un’età tra 18 e 59 anni che possono lavorare. Quest’ultimi potranno a breve accedere al supporto per la formazione e lavoro, a patto di avere un Isee inferiore a quota 6 mila euro. Ma non solo, non devono possedere i requisiti richiesti per accedere all’Assegno di inclusione. Ebbene, in base alla relazione tecnica, dovrebbero essere circa 436 mila i nuclei familiari beneficiari di questa nuova misura a favore degli occupabili, per un totale pari a 615 mila persone.