Ha da poco preso il via la campagna pensioni nella scuola. Come noto chi ha intenzione di lasciare il servizio il prossimo 1 settembre dovrà presentare domanda di cessazione al Ministero entro il 28 febbraio.

Quindi chi quest’anno raggiunge i requisiti necessari se ne andrà dalla scuola accedendo alle varie forme di pensione previste dal nostro ordinamento. Fra docenti, dirigenti e personale Ata, si stima che saranno circa 20 mila le fuoriuscite. Ma al di là di questo, molti sono alle prese con calcolatrici e simulatori per capire quanto prenderanno di pensione.

L’importo della pensione degli insegnanti

Un bel rebus, perché le rendite non sono mai uguali per tutti, benchè similari. Dipende da molti fattori: l’età anagrafica, il numero dei contributi versati, il rendimento del montante contributivo e il tipo di pensione che si va a liquidare.

Un insegnante che ha iniziato a lavorare dopo il 1996, ad esempio, prenderà una pensione calcolata con il sistema contributivo puro. Viceversa chi può far valere versamenti anteriori a tale anno avrà diritto a una pensione calcolata anche col sistema retributivo per i rispettivi anni di competenza.

Idem per le insegnanti che decidono di lasciare il servizio con Opzione Donna. Il calcolo della pensione avviene interamente col sistema contributivo e che per molte risulta penalizzante se si possiedono molti anni di contributi versati prima del 1996.

In media, comunque, l’importo della pensione del copro docente è di circa a 1.600 euro al mese considerando la recente rivalutazione degli assegni. Corrisponde a una rendita netta di circa 1.250 euro al mese per tredici mensilità.

Un esempio pratico

L’esempio di cui sopra si riferisce alla media delle pensioni erogate agli insegnanti dall’Inps nel 2021. Esse sono calcolate sulla base di un montante contributivo di 370 mila euro (40 anni di contributi) a cui è applicato il relativo coefficiente di trasformazione per l’età anagrafica di 67 anni (pensione di vecchiaia).

Senza tenere in considerazione il calcolo retributivo che inciderebbe per meno di un terzo sulla prestazione finale e poco cambierebbe nella sostanza.

La media è il risultato di chi prende di più e di chi prende di meno. La tendenza degli ultimi anni è quella di un abbassamento dell’importo della pensione per effetto dell’introduzione delle uscite anticipate che abbassano la media delle pensioni. Chi lascia la scuola con Opzione Donna, ad esempio, prende mediamente meno di 1.000 euro al mese.

L’importo medio delle pensioni degli insegnanti risulta tuttavia superiore a quello generale delle pensioni liquidate dall’Inps ai lavoratori nel 2022, cioè 1.153 euro al mese. Cifra che riassume il valore di tutte le prestazioni pagate dall’Inps.

La tendenza è comunque quella di un ribasso dell’importo medio delle pensioni degli insegnanti col passare degli anni. La parte retributiva a calcolo dell’assegno è in via di esaurimento a vantaggio della parte contributiva (più penalizzante). La stima è che nel giro di 10-12 anni quando il sistema contributivo sarà entrato a pieno regime, l’importo medio scenderà del 10% rispetto ai valori attuali.