Si chiama rivalsa ed è uno strumento che entra di diritto tra quelli da conoscere nel momento in cui si stipula un contratto di assicurazione per la propria auto. Parliamo naturalmente di polizza RCA, ovvero la polizza sulla Responsabilità Civile obbligatoria per poter circolare con l’auto. O con qualsiasi altro mezzo di trasporto autorizzato nelle strade pubbliche. Adesso anche sui monopattini elettrici e sulle bici elettriche (novità di questo agosto dopo conferma in Consiglio dei Ministri, ndr).

Rivalsa nelle assicurazioni, di cosa si tratta?

Anche la polizza RCA come qualsiasi altro contratto di assicurazione, ha delle clausole che un contraente farebbe bene a leggere.

Anche se la clausola sulla rivalsa non può essere considerata come una clausola vessatoria e inserita quasi di nascosto per penalizzare il cliente. O salvaguardare gli interessi della compagnia. La rivalsa fa parte dei principi basilari dei contratti di assicurazione. E proprio in base alla rivalsa, ecco quando l’automobilista deve dare i soldi indietro all’assicurazione che ha risarcito il danno alla vittima.

“Salve, sono un automobilista che, purtroppo, ha commesso una imprudenza causando un sinistro in auto. Per fortuna senza danni alle persone, ma solo all’auto del malcapitato. Per distrazione ho urtato contro un altro veicolo, in uno scontro frontale che ha parzialmente distrutto l’auto della controparte (oltre che la mia). Il risarcimento del danno alla controparte è arrivato, ed è stato pari a 10.000 euro (era un veicolo nuovo di zecca e particolarmente importante). Lo so perché sono rimasto in contatto con il danneggiato.

Si tratta del primo sinistro in cui sono stato coinvolto dopo 30 anni di patente. Ma ieri ho ricevuto una lettera dalla mia assicurazione che vuole i soldi da me per il risarcimento che ha pagato. Pare che la mia auto il giorno del sinistro non aveva la revisione a posto.

Io adesso non ricordo se era davvero scaduta, ma mi chiedo se è possibile che per questo motivo subisca la cosiddetta rivalsa.”

Ecco quando l’automobilista deve dare i soldi indietro all’assicurazione che ha risarcito il danno alla vittima

La rivalsa è uno strumento con cui le compagnie si tutelano dai risarcimenti dei danni che sono, di fatto, costretti a fare alle vittime di un sinistro. Perché di norma il danneggiato è sempre risarcito per tutto il danno che ha subito. E in base a quanto quantificato da periti, tecnici ed esperti del settore. Una cosa da dire è che le compagnie utilizzano la rivalsa per vari motivi e, soprattutto, ogni volta che ne hanno occasione. A tal punto che le stesse compagnie vendono, con un incremento del premio da pagare, la rinuncia della rivalsa come un optional sulle polizze. In pratica pagando un premio più alto un cliente di una assicurazione può ottenere il vantaggio che la compagnia non si rivarrà mai nei suoi confronti.

Anche se pure con una clausola del genere, in alcuni casi la rivalsa scatta comunque. Il caso del lettore è solo uno dei casi in cui la compagnia di assicurazione può sfruttare questo strumento della rivalsa.

Ecco quando i comportamenti del guidatore possono essere considerati come idonei alla rivalsa

In pratica la compagnia di assicurazione ha il diritto, stabilito dal Codice delle Assicurazioni, di rivalersi sul suo cliente a fronte di un danno risarcito al danneggiato e causato dallo stesso cliente. In genere i casi di rivalsa scattano automatici per sinistri causati da grave colpa o dolo da parte del cliente. L’esempio tipico è quello della guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto delle sostanze stupefacenti.

Chi viene danneggiato da un guidatore ubriaco o drogato, viene risarcito dalla compagnia di assicurazione del responsabile (anche se con il risarcimento diretto ci pensa la compagnia del danneggiato).

Ma quest’ultima poi si può rivalere sul suo cliente. Va ricordato però che i dettami normativi anche per la guida in stato di ebbrezza alcolica partono dal Codice della Strada. Significa che bisogna essere trovati oltre i limiti prestabiliti per finire dentro il rischio della rivalsa. E come tutti sanno, non si può guidare con un tasso alcolemico superiore a 0,5 g/l e se superiore a 0,8 g/l il fatto diventa reato.

Un occhio ai massimali, ecco l’attenzione da avere in un contratto di assicurazione

Le assicurazioni RCA inoltre lavorano a massimali. In pratica in un contratto il contraente e l’assicuratore stabiliscono quale sia la cifra massima di risarcimento che una compagnia può caricarsi come rischio su una determinata polizza e nei confronti di un determinato automobilista. Se il danno causato dal guidatore a un soggetto terzo è superiore al massimale prestabilito nel contratto, la parte eccedente finisce dentro la rivalsa da parte della compagnia. Perché come sempre e come già detto prima, il danneggiato ha diritto al risarcimento pieno.

I massimali sono inversamente proporzionali al premio pagato per la polizza. Significa che meno alti sono i massimali e meno costa l’assicurazione. Ecco perché a volte un automobilista sceglie la via del massimale più basso offerto dalla compagnia, per pagare meno anche accollandosi maggiori rischi per eventuali sinistri gravi.

False dichiarazioni sempre pericolose, anche per un contratto RCA

Dichiarare il falso in sede di stipula del contratto, come per esempio non dichiarare di avere dei problemi di salute che possono mettere a repentaglio la tranquillità di guida, sono uno degli altri fattori che possono produrre la rivalsa di una compagnia di assicurazione. Ma anche false dichiarazioni su chi utilizza l’auto nei casi di guida esclusiva o di guida esperta. Per esempio, sempre per risparmiare sul premio, ci sono automobilisti che dichiarano di essere gli unici a guidare il veicolo.

Mentre poi si scopre, nel momento di un sinistro, che l’auto è guidata da parenti, amici o dipendenti.

Oppure ci sono automobilisti che dichiarano che l’auto è guidata esclusivamente da persone con una lunga anzianità di patente. Mentre poi il giorno del sinistro si scopre che al volante c’era un figlio neopatentato. Rivalsa che scatta anche se si scopre che al volante era un figlio minorenne, un soggetto con patente scaduta, sospesa o revocata e con qualsiasi altro problema a essere autorizzati a guidare.

Sinistro con auto non in regola: ecco quando la rivalsa può scattare da parte dell’assicurazione

In genere per polizze pagate meno per via delle false dichiarazioni prima citate, la rivalsa è proporzionale. In pratica se il contraente ha pagato una polizza del 30% inferiore a quella dovuta per via delle false dichiarazioni, rischia di dover risarcire il 30% del danno che la compagnia a sua volta ha risarcito al danneggiato. Infine, anche un veicolo non a norma può finire con lo scatenare le velleità di rivalsa di una compagnia di assicurazione. Per esempio se il veicolo era con un fermo amministrativo e quindi che non doveva circolare. O se il veicolo alimentato a metano, circolava in una zona a lui vietata e in quella zona è in corso il sinistro. O, come nel caso del nostro lettore, perché il veicolo non aveva la revisione biennale in regola.