Andare in pensione in Italia è alquanto difficile ma è altrettanto vero che è possibile, utilizzando diverse strade, tutte con requisiti diversi. Fissare gli obbiettivi ai due pilastri del sistema, ovvero alla pensione anticipata e a quella di vecchiaia è sbagliato. Per esempio, a volte 35 anni di contributi bastano per la pensione e senza arrivare ai 67 anni canonici per la pensione di vecchiaia ordinaria.  

“Gentile esperto, da tempo sento parlare di pensioni con 35 anni di contributi versati. Il mio montante contributivo è superiore a 35 anni visto che sono verso i 36.

  Ho 62 anni di età e vorrei capire se ho questa possibilità. Faccio la sarta in una azienda privata. In passato ho fatto la barista, l’addetta alle pulizie e la banconista al supermercato. Potrei sfruttare qualche opportunità?” 

Le pensioni con 35 anni di contributi, ecco i casi in cui conta il lavoro svolto

In Italia pensionamenti con 35 anni di contributi sono assolutamente possibili. Ci sono diverse misure che lo consentono, anche se solo per particolari categorie di lavoratori. La nostra lettrice forse ha poche possibilità, anche se una misura lo permetterebbe vista la sua età e la sua contribuzione. 35 anni di contributi per esempio sono sufficienti per la pensione in regime lavoro usurante. Bastano 61,7 anni di età e completare quota 97,6. Ma serve svolgere un lavoro tra quelli previsti dalla normativa vigente. Tra le varie attività svolte dalla nostra lettrice non si riscontra nessuna che rientra in questa particolare misura pensionistica. Attività che tra l’altro devono essere state svolte per la metà della carriera o per 7 degli ultimi 10 anni di lavoro prima del pensionamento.  

A 35 anni di contributi opzione donna 

Forse più facile raggiungere per chi ci ha scritto, opzione donna. Se i 35 anni di contributi sono stati completati entro la fine del 2021 (31 dicembre), e alla stessa data sono stati completati 58 anni di età per le dipendenti o 59 anni per le autonome, opzione donna è fruibile.

E la nostra lettrice di 62 anni compiuti rientrerebbe perfettamente. La pensione però sarà calcolata tutta con il sistema contributivo. E se tra i 36 anni di contributi che ha versato la lavoratrice, 18 o più sono antecedenti il 1996, il taglio della pensione potrebbe essere importante. Infatti in queste condizioni la lettrice avrebbe diritto al calcolo retributivo fino al 2012. A fronte della possibilità di anticipare la quiescenza, bisogna accettare un taglio di assegno previdenziale mensile tra il 20 ed il 30% almeno.  

Le altre vie possibili con 35 anni di contributi versati

Con una invalidità pari ad almeno il 75%, oppure con un parente stretto, disabile, a cui si presta assistenza da almeno 6 mesi, 35 anni di contributi bastano per l’Ape sociale. Così come basterebbero a chi è disoccupato. Un’altra strada quindi che permette fino a fine 2022 di andare in pensione con 35 anni di contributi versati. L’Ape sociale così come opzione donna, scade il 31 dicembre prossimo e nel 2023 non è detto che le misure verranno riconfermate. Come è evidente, le possibilità non mancano, anche se piuttosto ristrette e limitate come platee.