Esistono strade piccole, strette, riservate, nascoste. Quelle che notano in pochi. Quelle che non urlano per rendersi visibili. Sono fatte di passi semplici, muri scrostati, colori segreti e luminosi. E da qualche parte c’è sempre un’emozione che aspetta di essere raccontata“, afferma Fabrizio Caramagna. E quale emozione più grande può provare un lavoratore se non quella di andare in pensione?

Dopo tanti anni alle prese con i vari impegni lavorativi, d’altronde, è più che normale che una persona desideri finalmente staccare la spina e uscire dal mondo del lavoro.

Per fare ciò, però, bisogna essere in possesso di determinati requisiti anagrafici e contributivi. Proprio soffermandosi su quest’ultimi, è bene sapere qual è la strada più conveniente da seguire per un lavoratore che ha maturato 41 anni di contributi.

Quale strada per la pensione conviene prendere a chi ha 41 anni di contributi

I requisiti per andare in pensione sono spesso al centro delle polemiche perché considerati particolarmente stringenti. Lo sa bene il Governo guidato da Giorgia Meloni che nel corso della legislatura vuole apportare delle modifiche al sistema pensionistico del nostro Paese. Ogni tipo di decisione in merito alla riforma delle pensioni vera e propria si deciderà nel corso del 2023, per poi entrare in validità a partire dal 2024.

Intanto, grazie alla Manovra 2023 sono state introdotte alcune novità per consentire a molti lavoratori di uscire in anticipo dal mondo del lavoro grazie, ad esempio, a Quota 103. Con quest’ultima, infatti, è possibile andare in pensione dopo aver maturato almeno 41 anni di contributi e 62 anni di età.

In alternativa è possibile optare per Quota 41, che permette di andare in pensione, sempre al raggiungimento dei 41 anni di contributi, a prescindere dall’età. In tal caso si deve essere lavoratori precoci appartenenti a una delle seguenti categorie: disoccupato, invalido, caregiver, gravoso o usurante.

Meglio Quota 103 o Opzione donna?

Nel caso in cui si tratti di una lavoratrice, inoltre, vi è la possibilità di andare in pensione prima con Opzione donna.

Proprio soffermandosi su quest’ultima soluzione, l’assegno si calcola interamente con il sistema contributivo e si rischia di perdere circa il 30% rispetto all’importo che si riceverebbe se si attendessero i 42 anni di contributi richiesti dalla Legge Fornero per la pensione anticipata.

Quota 103, invece, non prevede alcuna penalizzazione, con l’importo dell’assegno che verrebbe corrisposto senza registrare perdite consistenti. Ne consegue che per le lavoratrici che hanno 62 anni di età e 41 anni di contributi, la strada più conveniente da seguire è Quota 103, rispetto a Opzione Donna.