Per il dopo Quota 100, ecco perché il 2022 e il 2023 potrebbero essere gli anni peggiori per andare in pensione. La risposta al riguardo è legata proprio alla Quota 100 che, in base alle attese, non dovrebbe essere prorogata nel 2022. Quindi, andare in pensione con 62 anni di età e con 38 anni di contributi versati, dal prossimo anno, non sarà più possibile.

Questo è infatti lo scenario, salvo clamorose sorprese. Perché la misura è costosa per il sistema previdenziale pubblico, e perché, specie nella Pubblica Amministrazione, la Quota 100 ha tradito le attese.

Per quel che riguarda il ricambio generazionale. Allora, perché il 2022 e il 2023 potrebbero essere gli anni peggiori per andare in pensione? Dato che le criticità non sono legate solo alla fine del triennio sperimentale della Quota 100.

Perché il 2022 e il 2023 potrebbero essere gli anni peggiori per andare in pensione?

L’orientamento del Governo italiano è infatti quello di aprire un’ampia corsia preferenziale, per il ritiro anticipato dal lavoro, a coloro che svolgono mansioni gravose o usuranti. Nella fattispecie, con l’estensione e con il rafforzamento dell’Ape Sociale.

Ragion per cui, sul perché il 2022 e il 2023 potrebbero essere gli anni peggiori per andare in pensione, per il prossimo anno il requisito anagrafico dei 62 anni per ritirarsi in anticipo dal lavoro potrebbe per molti non bastare.

Facendo decadere la Quota 100, infatti, il Governo italiano guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi recupererebbe di certo delle risorse. Ma da sole sarebbero insufficienti per una riforma strutturale della previdenza pubblica.

La vera riforma delle pensioni è davvero rinviata al 2024?

Ecco perché il 2022 e il 2023 potrebbero essere gli anni peggiori per andare in pensione. Perché la vera riforma delle pensioni potrebbe essere rinviata con decorrenza solo nell’anno 2024.

Anche perché, con un Governo italiano che deve spendere i fondi europei, non può di certo allentare i cordoni della borsa sulle pensioni.

Dopo che, tra l’altro, organizzazioni come l’Ocse si sono già espresse in senso a dir poco restrittivo. Così come riportato in questo articolo.