Se l’operato del Governo nella Legge di Bilancio può essere interpretato come un indizio sulla direzione futura delle pensioni, questa direzione ha un nome: contributivo. Il sistema previdenziale si orienta decisamente verso il meccanismo di calcolo contributivo delle pensioni. Ad esempio, nel 2024, una misura, la Quota 103, precedentemente mista, è diventata contributiva, come già avviene per Opzione Donna.

In futuro, si prevede che anche le altre misure adottino il calcolo contributivo. Cosa implica tutto ciò? Significa che anche le pensioni a 67 anni, sia quelle di vecchiaia sia quelle anticipate, indipendentemente dai limiti di età, potrebbero seguire questa stessa modalità.

Ecco le paure più diffuse tra i lavoratori

Si tratta di penalizzazioni per i futuri pensionati o no? Il metodo di calcolo effettivamente non è di quelli più favorevoli ai pensionati. Soprattutto se paragonato al metodo retributivo.

“Buongiorno, ho sentito dire che dal 2025 o dal 2026 tutte le pensioni saranno contributive. In pratica, io che ho 35 anni di contributi e dovrei andare in pensione nel 2026 con la vecchiaia a 67 anni di età, diventerei penalizzato come le donne che oggi sfruttano Opzione Donna? Il problema è che loro possono scegliere se anticipare la pensione, io invece sono obbligato visto che raggiungerà l’età prevista. Mi sembra strano che anche le pensioni di vecchiaia diventano contributive. Voi cosa dite?”

Tutte le pensioni saranno contributive e per i lavoratori tagli in arrivo?

Innanzitutto, è necessario chiarire alcuni dubbi che forse non dovrebbero nemmeno sorgere tra i lavoratori. Il passaggio al sistema contributivo per tutte le forme di pensionamento non è un’eventualità certa. È probabile che le nuove pensioni che il governo potrebbe introdurre, come ad esempio la nuova Quota 41 per tutti, saranno basate sul calcolo contributivo. Questo è evidenziato dal fatto che anche la Quota 103 è diventata contributiva nel 2024.

Tuttavia, è vero anche che, nel corso degli anni, tutte le pensioni diventeranno contributive.

Ciò accadrà perché, progressivamente, andranno in pensione tutti coloro la cui carriera è iniziata prima del 1995. Alla fine, rimarranno attivi solamente i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo tale data, e quindi non ci sarà nessun altro metodo di calcolo pensionistico applicabile se non quello contributivo. Di conseguenza, spariranno i lavoratori che hanno diritto al calcolo retributivo della pensione.

Perché si parla del fatto che tutte le pensioni saranno contributive

Al momento, si tratta solamente di ipotesi. Tuttavia, non si può escludere che tutte le pensioni possano essere convertite al sistema contributivo qualche anno prima. Ciò perché, essendo un metodo di calcolo meno vantaggioso rispetto al retributivo per i lavoratori, lo Stato risparmierebbe sui costi della spesa previdenziale.

I bilanci dell’INPS giocano un ruolo cruciale anche nella possibile nuova riforma del sistema pensionistico a cui il governo sta lavorando. Se è vero che i lavoratori aventi diritto al calcolo retributivo stanno per esaurirsi, quelli con almeno 18 anni di contributi in regime retributivo spariranno ancora prima. Questi lavoratori subiscono le maggiori penalizzazioni con il sistema contributivo, dato che avrebbero avuto diritto al calcolo retributivo fino al 31 dicembre 2011.

Ad esempio, un lavoratore che ha iniziato a versare contributi nel 1993 ha diritto al calcolo misto, ma soltanto per il periodo dal 1993 al 1996, escluso. Di conseguenza, la penalizzazione dell’assegno risulta minima, a volte quasi impercettibile.

Inoltre, il sistema contributivo può talvolta garantire un trattamento migliore ai lavoratori. Chi, nelle ultime fasi della carriera, ha avuto retribuzioni significativamente inferiori rispetto agli anni iniziali, con il sistema contributivo, potrebbe ricevere una pensione più elevata. Pertanto, benché tutte le pensioni diventeranno contributive, ciò non implica che tutti i lavoratori saranno penalizzati.

Intoccabili i trattamenti in essere, ecco perché

Un dubbio che necessita di essere immediatamente dissipato riguarda coloro che già percepiscono una pensione. In nessuna circostanza, infatti, il completo passaggio al sistema contributivo potrà influire sui loro trattamenti attuali.

Una pensione già liquidata secondo il sistema retributivo o misto, infatti, non può essere ricalcolata retroattivamente con il metodo contributivo.

È importante sottolineare, tuttavia, che ottenere un salario più elevato negli ultimi anni di carriera ha sempre un impatto positivo sull’importo delle pensioni, anche all’interno del sistema contributivo. Ciò è dovuto al fatto che, più elevato è lo stipendio percepito dal lavoratore, maggiori saranno i contributi versati, considerato che le aliquote sono fisse e indipendenti dall’entità della retribuzione per qualsiasi fondo previdenziale.

Di conseguenza, benché in futuro tutte le pensioni saranno calcolate con il sistema contributivo, ciò non implica necessariamente una notizia negativa.