Sono poco meno di 380.000 le domande di “Quota 100” accolte nel triennio 2019-2021. Un dato insoddisfacente che dimostra come la misura si sia rivelata un provvedimento marginale e temporaneo. Le previsioni non sono positive nemmeno per Quota 102.

Un sistema di pensione anticipata che ha coinvolto solo un terzo delle persone che avevano maturato il diritto e ha lasciato inalterata la prospettiva previdenziale per la stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori.

E quanto emerge dall’analisi della CIGIL.

Quota 100 e Quota 102 (due provvedimenti non risolutivi)

Ricordiamo che Quota 100 è quel sistema (sperimentale e provvisorio) introdotto nel 2019.

Una pensione anticipata per chi avesse maturato, contemporaneamente:

  • 38 anni di anzianità contributiva
  • e 62 anni di età.

La sua fine era prevista per il 31 dicembre 2021. Così è stato. Ad ogni modo, allo scopo di evitare un ritorno immediato alla Fornero (età pensionistica a 67 anni), il legislatore ha deciso di tamponare pe un altro anno.

Introdotta, infatti, la nuova Quota 102, ossia possibilità di pensionamento nel 2022 con:

  • 38 anni di contributi
  • e 64 anni di età.

Dunque, funzionamento simile a Quota 100 ma con un innalzamento (di due anni) del requisiti anagrafico (fermo restando quello contributivo).

Serve una riforma strutturale

Quota 102 ha però anch’essa vita breve. Sarà in essere solo fino al 31 dicembre 2022. Parti sociali e Governo, quindi, devono sbrigarsi a trovare una soluzione per il prossimo anno e riprendere il tavolo di confronto per la riforma pensione.

Per CIGIL, il bilancio finale di Quota 100 non fa presagire nulla di positivo nemmeno per Quota 102.

Proiettando i dati di Quota 102’ dei primi cinque mesi del 2022 (3.860 domande presentate) a tutto l’anno in corso, risultano altrettanto esatte le stime che abbiamo effettuato quando il provvedimento fu approvato: saranno 8.524 i soggetti che avranno accesso a tale anticipo pensionistico.

Queste le parole, Ezio Cigna, responsabile della previdenza pubblica per la Cgil nazionale. Il dirigente sindacale, come riportato nel comunicato stampa del 22 giugno 2022, ribadisce anche la posizione del gruppo.

Ossia il “bisogno di inserire elementi di equità e di solidarietà nel sistema”. Necessaria una vera riforma previdenziale che superi strutturalmente e definitivamente la legge Monti-Fornero.