Perdere il lavoro è sempre una cosa negativa. Ma perderlo a una certa età lo è ancora di più. Se ci sono oggettive problematiche a trovare lavoro in giovane età, e soprattutto oggi, figuriamoci se a perdere il lavoro è un over 60. E se a questo aggiungiamo che le pensioni a oggi, anche per colpa della legge Fornero ma non solo, sono piuttosto difficili da prendere, è evidente che i problemi aumentano. Un nostro lettore ci scrive chiedendoci cosa poter fare per andare in pensione o quanto meno per poter uscire da un limbo che ormai lo attanaglia da qualche mese.

“Gentilissimi, volevo chiedervi una cosa. Ho lavorato, regolarmente assunto per una azienda fino al 31 dicembre 2021. Ho preso i 3 mesi di Naspi che mi spettavano e adesso mi trovo senza sostentamento. E ho 62 anni di età compiuti lo scorso novembre e sono in un guaio serio. Non so dove trovare un altro lavoro. Al Patronato mi dicono che il reddito di cittadinanza non mi spetta in virtù di un ISEE del 2023 pari a 9.500 euro. La pensione non mi tocca perché non ho 41 anni di contributi e quindi? Come si fa a lasciare un uomo in queste condizioni? Lo Stato vuole che resti così fino ai 67 anni di età quando, forse, potrò prendere la pensione? E nel frattempo come vivo?”

Tutte le pensioni e prestazioni per disoccupati over 60 nel 2023

Situazione delicata quella del lettore, ma non certo unica nel suo genere. Situazioni così sono largamente diffuse oggi giorno. Nulla da eccepire al riguardo. Perdere il lavoro adesso è una cosa che riguarda tanto i giovani che i meno giovani. Piuttosto è il trovare nuovo lavoro a essere per tutti difficile, ma molto più difficile per gli anziani. Le politiche sull’occupazione non lasciano scampo a quanto detto prima. Infatti incentivi all’occupazione, sgravi contributivi e agevolazioni per i datori di lavoro esistono.

Ma sono tutti indirizzati a giovani fino a 29 anni di età o al più, fino ai 35 anni. Un difetto strutturale questo del sistema lavoro-previdenza in Italia. Soprattutto alla luce del fatto che anche le pensioni hanno i loro problemi.

Per andare in pensione un lavoratore deve, o raggiungere una determinata età, o raggiungere una determinata carriera contributiva. Per le pensioni di vecchiaia occorre fare entrambe le cose. Bisogna avere 67 anni di età compiuti e 20 anni di contributi. Se invece non si raggiunge l’età, servono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. In questo caso nessun limite anagrafico da centrare. Una analisi drammatica della situazione, che però equivale alla realtà dei fatti.

Cosa si può fare per avere un aiuto oltre i 60 anni di età

Ma se l’analisi va verso l’assistenza e non la previdenza, qualcosa di buono lo Stato la mette a disposizione per gli interessati. Il Patronato del lettore ha, giustamente detto che per lui le porte del reddito di cittadinanza sono chiuse per via dell’ISEE ordinario che supera 9.360 euro che era e resta la soglia minima dell’indicatore per poter rientrare nel beneficio. Ma forse non hanno saputo consigliare di parare sull’ISEE corrente. Infatti si tratta della versione di ISEE più indicata per chi nel 2021 (anno di riferimento dell’ISEE 2023 per redditi e patrimoni) aveva redditi o patrimoni superiori rispetto a oggi. Le variazioni reddituali, come possono essere quelle derivanti dalla perdita di un posto di lavoro, possono già essere utilizzate per richiedere l’ISEE corrente. Per le variazioni patrimoniali invece, cioè per chi magari non ha più i soldi in banca che aveva anni prima, servirà attendere aprile.

Reddito di cittadinanza per gli over 60 è una possibilità

Con l’ISEE corrente il lettore potrebbe avere accesso al reddito di cittadinanza.

Anche se ormai è destinato a scomparire e forse ad essere sostituito da altre misure nel 2024. Infatti il sussidio per gli over 60 durerà fino al 31 dicembre 2023 e cesserà di essere pagato da gennaio 2024. Un altro salvagente, che il nostro lettore ha già consumato però, è la Naspi. Per chi perde il lavoro, se non è pensionato, può prendere la Naspi. Si tratta dell’indennità per disoccupati che può arrivare a far prendere fino a 24 mesi di indennità a chi perde involontariamente il lavoro.

Un valido strumento di sostegno, anche se l’ammortizzatore che inizialmente fa prendere il 75% di stipendio, scende dopo i primi mesi del 3% al mese. Il nostro lettore ha terminato il suo periodo di copertura da Naspi. E quindi se non trova altri mesi di lavoro non potrà tornare a beneficiare della disoccupazione indennizzata INPS. Naspi quindi che non rientra tra pensioni e prestazioni indicate per il lettore.

L’Ape sociale o la quota 41 per i precoci per le pensioni e prestazioni ai disoccupati

Una soluzione alternativa, che presto sarà quella che il nostro lettore potrà prendere, è l’Ape sociale. Servono infatti 63 anni di età per i disoccupati che hanno completato almeno 30 anni di contributi. E serve che l’interessato abbia completato tutti i mesi di Naspi spettanti. Più o meno lo stesso che possono fare quanti hanno 41 anni di contributi dei quali uno prima dei 19 anni di età e 35 effettivi da lavoro. Per loro, senza limiti di età e quindi anche a 60 anni, c’è anche la quota 41 per i precoci. Anche in questo caso l’interessato deve aver terminato di percepire tutta la Naspi spettante. Ma l’ultimo mese di Naspi spettante deve essere stato incassato almeno 3 mesi prima di poter presentare la domanda di Ape sociale.