Per andare in pensione in genere possono essere utilizzati tutti i contributi a qualsiasi titolo versati. In pratica, soprattutto oggi che è in pieno vigore il cosiddetto sistema contributivo, la pensione viene liquidata in base al montante dei propri contributi. Significa in termini pratici che ogni mese di lavoro il lavoratore destina una parte del suo stipendio alla pensione che verrà.

Tutto ciò che il lavoratore lascia finisce in una specie di conto deposito (una specie di salvadanaio). Solo alla data di maturazione dei requisiti per la pensione questo conto verrà aperto e tutto ciò che è stato versato verrà trasformato, come come regola vuole, in una rendita mensile chiamata pensione.

Proprio in virtù di questo aspetto, molti ci chiedono delle delucidazioni riguardo ai contributi figurativi, cioè quelli che non sono contributi tipici da lavoro.

Le domande dei nostri lettori

“Buonasera a tutti. Volevo porvi una domanda che credo sia abbastanza semplice ma sulle sulla quale gradirei alcuni chiarimenti. A giugno del 2023 completerò 41 anni e 10 mesi di contributi versati. Una lunga carriera iniziata come sarta e finita come commessa in un negozio di generi alimentari. E adesso vorrei andare in pensione. Il dubbio che ho riguarda la contribuzione figurativa, dal momento che ho una decina di anni di contributi da disoccupazione. Secondo voi non ci sono problemi per la mia pensione vero?”

“Salve, avrei un quesito abbastanza particolare. Ho sentito dire che per andare in pensione con la quota 103, non posso usare la contribuzione da disoccupazione che ho maturato durante questi anni. A dire il vero compio 63 anni di età a maggio e, tutto sommato, compresi i cinque anni di disoccupazione che ho maturato durante la mia lunga carriera, sono arrivato a superare di gran lunga i 43 anni di contributi versati. Secondo me non dovrei avere problemi ad andare in pensione con la quota 103.

Voi cosa dite. I contributi figurativi li posso utilizzare o no? E andando in pensione con quota 103 per cui servono 41 anni di contributi, i due anni in più versati li perdo?”

Pensioni anticipate con contributi figurativi, sicuri di sapere tutto?

Dubbi, perplessità e incertezze sui contributi da racimolare per poter andare in pensione. Che siano i 20 anni della pensione di vecchiaia, o 42,10 della pensione anticipata poco importa. Tra contributi figurativi, effettivi o versati in casse previdenziali diverse, i dubbi restano e sono sempre tanti. E alcuni nostri lettori, come dimostrano i loro quesiti sopra esposti, ne hanno bisogno. La prima lettrice per esempio, non ha capito che per la pensione anticipata ordinaria servono 35 anni di contribuzione effettiva da lavoro. Significa che dei 41 anni e 10 mesi richiesti per le donne, 35 devono essere effettivi da lavoro.

Un vincolo che a prima vista sembra escludere la lavoratrice da qualsiasi possibilità di accedere alla quiescenza. Avendo ben 10 anni di contribuzione, è probabile, anche non avendo davanti il suo estratto conto, che abbia maturato 31 anni e 10 mesi di contributi effettivi. Sempre che non ci siano dentro altri figurativi, magari da malattia. Infatti la regole delle pensioni anticipate ordinarie, sia per maschi che per donne, e pure per la quota 41, impone questo limite. I contributi effettivi e scevri da figurativi per disoccupazione o malattia devono essere 35 anni.

Pensioni, contributi figurativi e loro validità per il diritto o per la misura della prestazione

Il secondo lettore per contro, sembra aver capito male le sue possibilità di accedere alla pensione. Infatti secondo noi, la sua “caccia” alla quota 103 è inutile avendo maturato il diritto alla pensione anticipata ordinaria. Una misura che non ha limiti di età e quindi prescinde dal suo compleanno. Ed avendo superato 43 anni di contributi, con “solo” 5 anni di disoccupazione, dovrebbe rispettare pure il paletto dei 35 effettivi da lavoro.

Significa a chiare lettere che la misura che noi consigliamo è la pensione anticipata ordinaria. Se invece il suo quesito riguarda i contributi figurativi perduti, la risposta è no.

Perché anche considerando il limite dei 35 anni effettivi, i contributi figurativi sono perfettamente utili alla misura. In questo caso bisogna distinguere tra contributi utili al diritto e alla misura. Infatti come è chiaro, se i contributi figurativi finiscono al di fuori dei 35 effettivi, questi sono considerati utili al calcolo della prestazione e cioè alla misura della stessa. I contributi figurativi oltre i 35 effettivi e fino al raggiungimento dei 41 anni di quota 103, o dei 42,10 delle anticipate ordinarie, sono utili anche al diritto alla prestazione. Perché concorrono ad arrivare alle soglie utili per le misure.