Chi perde involontariamente il proprio lavoro in Italia, ha diritto alla Naspi. Si tratta dell’indennità per disoccupati INPS o più precisamente la Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego nata con il Jobs Act di Matteo Renzi. Ma la Naspi oltre a essere un veicolo di sostegno reddituale durante il periodo di non occupazione, è anche uno strumento che può anticipare la pensione.

Infatti, anche nel 2024 viene confermata (almeno nella bozza della Legge di Bilancio) la misura nota come Ape Sociale.

Solo che cambieranno alcuni requisiti e aumenterà la soglia di età per l’uscita. Per i disoccupati, per esempio, cambierà il requisito contributivo che diventa più pesante e rischia di rimandare la pensione per quanti avevano sperato nella conferma secca della misura per l’anno venturo.

“Mi chiamo Matteo e sono un disoccupato che terminerà la Naspi a febbraio 2024. Al termine della Naspi dovrei avere diritti all’Ape sociale. Infatti a maggio del 2024 compio 63 anni di età. E se è vero che l’Ape sociale sarà attiva anche l’anno prossimo, avendo già oltre 30 anni di contributi, senza considerare i 12 mesi della Naspi che sto prendendo e che dovrebbero valere come figurativi, dovrei poter andare in pensione. Giusto? Ve lo chiedo perché ho notizie contrastanti sull’Ape sociale per me nel 2024. Mi spiegate bene come funziona la misura?”

Prima la Naspi, poi la “misura ponte”, ma nel 2024 tutto si allontana

Perdere alcuni mesi di pensione con l’Ape sociale è forse la cosa meno grave che può accadere agli interessati alla misura nel 2024. Infatti ci saranno lavoratori che per via delle novità introdotte nella proroga della misura da parte del governo nella manovra finanziaria, rischiano di perdere il treno dell’Anticipo Pensionistico Sociale. Infatti chi è disoccupato ha diritto, dopo la Naspi, all’Ape sociale. Ma se fino al 31 dicembre 2023 bastano 63 anni di età, nel 2024 serviranno 63 anni e 5 mesi.

Quindi, 5 mesi in più per andare in pensione.

Ma non c’è solo l’inasprimento relativo all’età minima da centrare. Perché aumenta anche il montante contributivo da raggiungere. Infatti sempre nelle modifiche alla misura che verranno introdotte a manovra di Bilancio approvata, sale a 36 anni la soglia contributiva per i disoccupati, gli invalidi e i caregiver. Si tratta di categorie che fino al 31 dicembre corrente anno possono ancora avere accesso all’Ape sociale con 63 anni di età e 30 anni di contributi.

Pensioni a 63 anni per i disoccupati? Nel 2024 porte aperte, ma a determinate condizioni

Cinque mesi in più di età e 6 anni in più di contributi. Sono gli inasprimenti per l’Ape sociale che i lavoratori interessati alla misura si troveranno a dover affrontare. Per i disoccupati come il nostro lettore, la pensione si allontana e finisce, in molti casi, con il non poter più essere percepita. Proprio chi ci scrive dovrà dire addio all’Ape sociale, perché verrà meno il requisito contributivo utile.

Avesse compiuto 63 anni nel 2023, e avesse terminato di percepire tutta la Naspi sempre nel 2023, il nostro lettore era un papabile neo pensionato con l’Ape sociale. Invece lui si troverà nel 2024 senza i 36 anni di contributi utili alla misura. Oltretutto, pur avendo avuto già 63 anni, nel 2023 non poteva andare comunque in pensione con l’Anticipo Pensionistico Sociale perché si trovava ancora nel corso della fruizione della Naspi. Uno dei vincoli della misura infatti era e resterà il completamento dell’intero periodo di fruizione dell’indennità per disoccupati involontari dell’INPS.

I nuovi requisiti per l’Ape sociale in generale

Peggiorano i requisiti per l’Ape sociale nel 2024. Ma non solo, perché si riduce pure la platea dei potenziali aventi diritto. Per esempio, l’estensione 2023 delle attività di lavoro gravoso che consentivano l’accesso all’Ape sociale nel corrente anno, sono cancellate dal governo.

Così come con il lavoro gravoso nel 2024 potranno accedere all’Ape sociale con 36 anni di contributi e 63,5 anni di età solo i:

  • facchini;
  • camionisti;
  • addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
  • addetti ai servizi di pulizia;
  • netturbini e soggetti alle prese con raccolta e smaltimento dei rifiuti;
  • maestri ed educatori di asilo nido e scuole dell’infanzia;
  • edili;
  • gruisti;
  • macchinisti dei treni o personale ferroviario viaggiante;
  • infermieri delle sale operatorie che lavorano in turni o ostetriche delle sale parte sempre con lavoro su turni;
  • conciatori di pelli e pellicce;
  • siderurgici;
  • pescatori;
  • agricoli;
  • marittimi.

Nel 2024 sempre con l’Ape sociale e sempre con i già citati 36 anni di contributi e 63,5 anni di età potranno uscire oltre ai già citati disoccupati che hanno terminato la Naspi, o i gravosi con attività svolta in 7 degli ultimi 10 anni o in 6 degli ultimi 7 anni anche i:

  • caregiver che assistono un parente stretto disabile grave e convivente da almeno 6 mesi con loro;
  • invalidi con disabilità civile certificata al 74% almeno.