Quando si parla di pensioni contributive si fa riferimento ai lavoratori che non hanno contributi versati prima del 1996. E parliamo di contributi a qualsiasi titolo versati perché questo vincolo comprende anche la contribuzione figurativa, quella da riscatto o quella volontaria. Nel 2024 questi lavoratori avranno a disposizione sempre le stesse misure, ma cambiano alcuni requisiti. In alcune circostanze a vantaggio dei lavoratori mentre in altre circostanze completamente a svantaggio. Tutto messo nero su bianco dalla bozza della manovra di Bilancio.

“Buongiorno, sono Pamela una lavoratrice che compie 67 anni di età nel 2024.

Sono diversi anni che non lavoro più ma ho completato già nel 2020 i miei 20 anni di contributi versati. Non ho mai versato contributi prima del 1996 e quindi sono una contributiva. Mi spiegate quali sono le regole per la mia pensione l’hanno venturo?”

“Buongiorno sono Davide, un lavoratore la cui carriera è cominciata nel 1996. Non ho fatto il servizio militare e non ho nessun contributo prima del 1996. Dal momento che compio 64 anni di età nel 2024, posso andare in pensione con l’anticipata contributiva? Ve lo chiedo perché non ho capito bene come funzionano le novità 2024 e se qualcosa è cambiato.”

Pensioni 2024 si cambia, nuove regole per i contributi dai 64 ai 71 anni di età

Cambiano le pensioni contributive nel 2024, questo quello che esce fuori dalla bozza della legge di Bilancio che ieri è stata resa pubblica. Una manovra finanziaria che, soprattutto per le pensioni, continua a generare sorprese. Infatti dopo una buona notizia per i contributivi puri che era emersa il 16 ottobre dopo l’approvazione della manovra da parte del Consiglio dei Ministri, ecco la doccia fredda di adesso. La pensione di vecchiaia dal 2024 diventa più semplice da prendere per chi è privo di contribuzione prima del 1° gennaio 1996, quella anticipata invece diventa più complicata. Nella bozza della legge di Bilancio infatti viene messo nero su bianco che si cambia l’articolo 24 del DL n° 201 del 6 dicembre 2011, cioè della legge n° 214 del 22 dicembre 2011.

Dove c’è scritto 1,5 volte sparisce e le pensioni di vecchiaia contributive a 67 anni di età e 20 anni di contributi verranno concesse pure ai contributivi puri anche se non supera l’importo di 1.5 volte l’assegno sociale. Per contro le pensioni anticipate contributive passano da 2,8 volte l’assegno sociale a 3,3 volte.

Come andranno a riposo i contributivi puri dopo le novità della legge di Bilancio

In base alla bozza della manovra di fine anno quindi, per i contributivi puri le notizie sono altalenanti. Le tre vie di uscita che anche oggi sono disponibili per chi al 31 dicembre 1995 è privo di contributi, restano a 64, 67 e 71 anni di età. A 64 anni la pensione anticipata per i contributivi puri sarà utilizzabile ad una condizione. Infatti basta che si raggiungono i 20 anni di contributi versati ma a fronte di una pensione pari a 3,3 volte l’assegno sociale. A 67 anni invece, basteranno 20 anni di contributi come tutti gli altri lavoratori, a prescindere dall’importo della pensione o quanto meno, se la pensione non è inferiore all’assegno sociale. Infine a 71 anni via tutti i vincoli e pensione che si prende anche con solo 5 anni di contributi.