Niente riforma delle pensioni quindi, perché ormai la situazione è chiara e il Governo stenta a trovare la quadra che permetta di inserire davvero nel sistema alcune nuove misure. Infatti al 90% la prossima legge di Bilancio non conterrà nel classico pacchetto pensioni le misure di cui tanto si parla da tempo. E il riferimento non può che essere quella quota 41 per tutti che, fin dal varo di quota 100, sembrava la misura che avrebbe dovuto cancellare per sempre la riforma Fornero. E allora, cosa accadrà nel 2024 e come si potrà andare in pensione l’anno venturo? Una domanda la cui unica risposta che si può dare è quella che fa riferimento alle misure oggi in vigore.

Misure che molti contribuenti potranno sfruttare nel 2024 per lasciare il lavoro, in anticipo e non.

“Persona con 65 anni di età e 39 anni di contributi nel 2023. Come posso andare in pensione nel 2024?”

“Volevo sapere se nel 2024 potrò ancora lasciare il lavoro avendo già maturato 62 anni di età e 40 anni di contributi. Conto di completare a maggio 2024 i 41 anni, ma non sono sicuro che la quota 103 resterà in vigore.”

“Salve, mi chiamo Marta e volevo capire se nel 2024 potrò pensionarmi con 20 anni di contributi versati dal 2004. Perché non ho mai lavorato prima e non ho contributi precedenti. Cosa devo aspettarmi dalle novità del Governo?

Pensioni nel 2024, ecco le certezze per i nati dal 1957 al 1962

Novità dall’esecutivo a parte, la certezza sulla pensione di cui ci chiedono numerosi nostri lettori esiste già. Perché, con o senza riforma delle pensioni, nel 2024 saranno ancora tante le misure che saranno fruibili dai lavoratori interessati ad andare in pensione. Innanzi tutto per i nati nell’anno 1957, il 2024 sarà l’anno del completamento dei 67 anni di età. E questa età è quella utile per poter andare in pensione con diverse misure. Innanzi tutto, essendo l’età pensionabile, i 67 anni con l’aggiunta di almeno 20 anni di contributi segnano l’uscita con la pensione di vecchiaia ordinaria.

E poi a 67 anni chi non ha mai versato contributi, chi non ne ha a sufficienza per una vera pensione, può sfruttare l’assegno sociale. Serve però avere dei redditi che sono commisurati ai dettami normativi della misura.

A 67 anni anche i contributivi puri in pensione, ma a determinate condizioni

Ma a 67 anni nel 2024 potrebbero aprirsi le porte della quiescenza anche per i nati nel 1960. Perché sarà ancora in vigore la pensione anticipata contributiva. Con questa misura potranno uscire quanti sono privi di versamenti al 31 dicembre 1995 e quindi rientrano in pieno nel sistema contributivo. La pensione in questo caso si può centrare già a partire dai 64 anni di età, ma solo se la stessa pensione è di importo pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Per i contributivi puri la pensione di vecchiaia si centra comunque a 67 anni, e sempre con 20 di contributi. Ma solo se la pensione è pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale.

Pensioni distaccate dai limiti di età

Non ci saranno limiti di età per le pensioni anticipate nel 2024. E parliamo di pensioni anticipate ordinarie. Perché come sempre, con la misura che dal 2012 è in funzione al posto della pensione di anzianità, si può uscire una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contributi. Per le pensioni anticipate ordinarie i requisiti sono fermi a quelli odierni e lo saranno non solo nel 2024, ma fino al 2026. Per le donne la misura è più favorevole, dal momento che sempre senza limiti di età, la pensione anticipata ordinaria si completa con 41 anni e 10 mesi di contribuzione previdenziale versata.

Quota 41 ok nel 2024, ma non è la versione per tutti tanto attesa

Resterà in vigore nel 2024 anche la quota 41 per i precoci. Nulla da fare per la versione per tutti di questa quota 41.

Ed è così che nel 2024, invalidi al 74% almeno, disoccupati senza Naspi da 3 mesi, caregiver che assistono familiari disabili da almeno 6 mesi, potranno sfruttare questo canale di uscita. Come potranno fare coloro che in 7 degli ultimi 10 anni o i  6 degli ultimi 7 anni hanno svolto uno dei 15 lavori gravosi previsti dalla normativa. Per la quota 41 precoci (ma anche per le anticipate ordinarie), 35 anni di contributi devono essere raggiunti senza considerare i figurativi da malattia e disoccupazione. Inoltre, almeno un anno di contributi deve essere stato completato, anche sommando diversi periodi di versamento, entro il compimento dei 19 anni di età.

Non sono certezze ma solo ipotesi, eppure alcune misure potrebbero essere confermate anche nel 2024

In vigore l’anno venturo anche la pensione a partire dai 56 anni per le donne e dai 61 per gli uomini. E sempre con 20 anni di contribuzione. Parliamo della pensione per chi risulta invalido almeno all’80%. E facciamo riferimento all’invalidità specifica e non a quella civile. Infatti serve che l’interessato sia stato riconosciuto invalido alle mansioni lavorative a cui quotidianamente è chiamato. La misura si chiama pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile.

Fino a questo punto abbiamo parlato di certezze per le pensioni 2024. Tutto il resto rientra nel campo delle semplici ipotesi. Anche se ogni giorno che passa sono ipotesi che hanno più possibilità di diventare realtà. La conferma dell’Ape sociale per esempio, è molto più che una ipotesi. E anche nel 2024 se la legge di Bilancio confermerà tutto, si potrà andare in pensione a partire dai 63 anni di età. Basterà rientrare in una delle 4 categorie di tutela che la misura fin dal 2017 prevede. A dire il vero le platee dei beneficiari sono state implementate dal 2017 a oggi. Soprattutto per i lavori gravosi che da 15 attività oggi sono diventate molte di più.

Come sarebbe la nuova Ape sociale

Se arriverà la conferma dell’Ape sociale per il 2024, potranno lasciare il lavoro:

  • Il caregiver che da 6 mesi assiste un familiare stretto disabile grave e convivente con il richiedente la pensione;
  • Chi è disoccupato;
  • L’invalido al 74% almeno;
  • Chi svolge una attività di lavoro gravoso.

Servono per le prime tre categorie, 30 anni di contributi. Per i gravosi invece servono in genere non meno di 36 anni di contributi.

Solo per edili e ceramisti, ne bastano 32. E l’attività gravosa come per la quota 41 per i precoci, deve risultare svolta per 7 degli ultimi 10 anni di carriera o per 6 degli ultimi 7 anni. Conferma attesa anche per Opzione donna, che dovrebbe consentire, senza i vincoli di oggi però (figli avuti, categorie particolari e così via), di accedere alla quiescenza a 60 anni con 35 anni di contributi e pensione calcolata con il solo sistema contributivo. E proroga attesa pure per la quota 103.

In questo caso uscita ancora una volta al raggiungimento sia dei 62 anni di età che dei 41 anni di contributi versati. Ipotesi, dicevamo, che si vanno ad aggiungere alle misure ordinarie prima citate, che potrebbero incrementare le opzioni per i lavoratori.

Nel 2024 ancora lo scivolo usuranti

Abbiamo parlato diverse volte di lavoro gravoso. E sia per l’Ape sociale che per la quota 41 precoci. Ma un lavoro pesante potrà consentire anche l’uscita a 61 anni e 7 mesi di età. Perché lo scivolo usuranti (da non confondere lavoro usurante e lavoro gravoso), con la quota 87,6 da centrare, anche nel 2024 avrà come limiti:

  • 61 anni e 7 mesi di età;
  • 35 anni di contributi versati.

La misura riguarda quanti svolgono un lavoro usurante tra quelli previsti dalla normativa vigente, oppure gli autisti dei mezzi di trasporto pubblico, gli operai delle linee a catena e i lavoratori notturni. Tali attività devono essere state svolti per la metà della vita lavorativa, o al più, in 7 degli ultimi 10 anni.