Si va verso la definizione del pacchetto pensioni della legge di Bilancio in linea con le indiscrezioni iniziali, cioè senza grandissime novità per andare in pensione. La legge di Bilancio 2024 dovrebbe nascere con la quota 103 confermata, con l’estensione dell’Ape sociale e con una novità per opzione donna, ancora in discussione tra proroga delle misura con un correttivo o con la nuova quota 84. Piccole novità quindi, che però permettono già di arrivare a poter fissare le varie età pensionabili misura per misura in modo tale per gli interessati, da poter programmare il futuro.

“Buonasera, sono Mirco da Milano e vi chiedo di spiegarmi le novità pensionistiche in arrivo con la manovra del Governo. Ho 64 anni di età e una trentina di anni di contributi. Lavoro nel settore privato ma in passato sono stato anche un dipendente pubblico. A che età si potrà lasciare il lavoro nel 2024? Sembrerà una domanda strana, ma c’è tanta confusione in materia. E mi serve un chiarimento.”

L’età pensionabile del 2024, ecco quando la pensione è certa

Quando si parla di età pensionabile non si può non parlare di quella idonea alle pensioni di vecchiaia ordinarie. Infatti 67 anni è l’età pensionabile in vigore anche nel 2024. Perché è quella utile alla pensione per chi rientra nel sistema misto. Una precisazione questa doverosa dal momento che per i contributivi puri, cioè per chi non ha contributi versati prima del 1996, l’età pensionabile vera è a 71 anni.
La pensione di vecchiaia anche nel 2024 si centra con 67 anni di età e con 20 anni di contributi. Ma per i contributivi puri bisogna arrivare anche ad una pensione di importo non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Significa che per chi è privo di contributi a qualsiasi titolo versati prima del 1° gennaio 1996, la pensione di vecchiaia si centra con 71 anni di età e 5 anni di contributi.

Ecco quando l’età non conta

Per le pensioni però, ci sono validi strumenti che non prevedono alcun limite di età. C’è naturalmente la pensione anticipata ordinaria, che anche nel 2024 consentirà il pensionamento con 42,10 anni di contributi versati e con 41,10 anni di contributi versati, rispettivamente per gli uomini e per le donne. Ma sarà attiva, per i caregiver, gli invalidi, i disoccupati e i lavori gravosi la quota 41 per i precoci. Anche in questo caso, nessuna età minima va raggiunta. Serve rientrare in una di quelle categorie prima citate e avere almeno un anno di contributi versati prima dei 19 anni di età.

Età 64 anni? ecco la pensione per i contributivi puri

Un’altra misura valida a tutti gli effetti è la pensione anticipata contributiva. In questo caso l’età per uscire dal lavoro è fissata a 64 anni. Bastano 20 anni di contributi versati, ma la pensione deve arrivare ad un importo non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale e, soprattutto, bisogna avere il primo contributo versato solo dopo la fine dell’anno 1995. Questa misura è come età meno favorevole invece di quota 103, misura che come detto in premessa, probabilmente ci sarà anche nel 2024. Si può andare in pensione con questa misura con 62 anni di età e 41 anni di contributi.

Pensione da 56 a 63 anni, ecco le vie di uscita

A 56 anni di età le donne o a 61 anni di età gli uomini, possono sfruttare la pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile. La misura necessita di 20 anni di versamenti e di una invalidità pensionabile pari ad almeno l’80%. Anche nel 2024 a 63 anni invalidi, caregiver e disoccupati con 30 anni di contributi o lavori gravosi con 36 anni di contributi (edili e ceramisti con 32 anni) ci sarà l’Ape sociale. Si tratta però di una misura più assistenziale che previdenziale. Infatti dura fino ai 67 anni di età ed è una sorta di assegno di accompagnamento alla vera e propria pensione.

In base al lavoro svolto possibilità di uscire dal lavoro prima

Abbiamo citato già due volte i lavori gravosi come fattori determinanti per poter andare in pensione prima. Sia con l’Ape sociale che con quota 41 per i precoci nel 2024. Ma anche i lavori usuranti hanno una loro misura specifica. Infatti chi svolge una delle attività lavorative considerate usuranti, tra cui gli autisti dei mezzi di trasporto pubblici, i notturni e gli operai delle linee a catena in fabbrica, può pensionarsi a 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi e contestuale completamento della quota 97,6.

Infine, la pensione di vecchiaia nel 2024 resterà a 66 anni e 7 mesi di età con 20 anni di contributi per chi svolge un lavoro usurante. O un lavoro gravoso. Per questi ultimi, sono solo 15 le attività previste per la quota 41 e non tutte le altre che invece danno diritto all’Ape sociale. Questo perché non è stato applicato l’aumento di 5 mesi per l’aspettativa di vita a queste categorie di lavoratori.

Non resta che attendere per scoprire se il futuro pacchetto pensioni per la riforma della Legge Fornero sarà un bel nuovo regalo di Natale o sotto l’albero troveremo i soliti “regali” riciclati dagli anni passati.