Nello stretto giro di 5 anni per le pensioni si è passati da quota 100 a quota 104. Già solo leggendo i numeri, si evidenzia il peggioramento dei requisiti da centrare per poter andare in pensione. Ogni anno che passa, ed ogni misura per quotisti che viene varata, l’anticipo diventa sempre meno allettante. Una volta salgono i contributi da centrare, un’altra volta l’età minima di uscita. Ma con la quota 104 che entrerà in vigore nel 2024 ecco la sorpresa della penalizzazioni di assegno.

Un peggioramento ulteriore che rende la misura ancora meno appetibile di quanto fa l’aumento dell’età pensionabile prevista rispetto alla quota 103.

“Buonasera, mi chiamo Mario e sono un lavoratore che nel 2024 compirà 63 anni di età e se tutto va bene, a maggio completerà anche i 41 anni di contributi versati. Grazie alla nuova quota 104 potrei andare in pensione finalmente. Uso il condizionale perché mi sembra che la misura stia nascendo poco conveniente. Sono stato escluso dalla quota 102 nel 2022 perché ero troppo giovane di età. La quota 103 l’ho mancata perché non arrivavo ai 41 anni di contributi. Nel 2024 ecco finalmente che per fortuna rientro in quota 104. Ma sento dire che perderei il 12% di pensione. Cioè hanno immesso dei tagli alla pensione per l’anticipo che ci danno. Mi spiegate come funziona questa nuova quota 104?”

Pensione quota 104 nel 2024, ecco le prime notizie sui tagli dell’assegno per chi esce a 63 anni

Al momento non ci sono ancora certezze ufficiali per quanto riguarda la nuova quota 104. E come si è capito in queste settimane, tra dichiarazioni dei rappresentati del governo, bozze della manovra e novità, ogni notizia che emerge contraddice quelle precedenti. Lo dimostra il fatto che dal 16 ottobre al 24 ottobre, opzione donna è passata da misura cessata a misura prorogata e con inasprimenti di età pensionabile. Anche la quota 104 non fa eccezione. Perché rispetto a quanto disse il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti a margine dell’approvazione della manovra il 16 ottobre scorso, tutto adesso sembra cambiare.

La cosa certa è che nel 2024 ci sarà una nuova quota 104. Dopo l’esperienza di quota 100 nel triennio 2019-2021, con uscite a 62 anni con 38 di contributi, la quota è salita sempre negli anni successivi. Nel 2022 nasceva quota 102. Per soli 12 mesi la pensione per i quotisti passò a 64 anni di età e 38 di contributi. E sempre per soli 12 mesi, nel 2023 nacque la quota 103, con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Ma mai c’erano state penalizzazioni di assegno inserite nelle misure.

Cambia tutto per la quota 104

La sera dell’approvazione della manovra da parte del Consiglio dei Ministri, Giorgetti asserì che nasceva quota 104 in alternativa a quota 103. Perché le due misure sembrava dovessero coesistere, con la prima senza tagli e quota 104 penalizzante. Quota 103 a 62 anni avrebbe costretto i lavoratori a subire dei tagli di pensione rispetto ad una uscita con 63 anni e quota 104. Per di più, per l’anno di permanenza in servizio il lavoratore avrebbe goduto anche di un bonus contributivo in busta paga, cioè del bonus Maroni. Invece adesso, come si legge per esempio sull’ANSA, ad essere penalizzato come assegno è il pensionato che esce con quota 104. In pratica oltre a perdere un anno come età di uscita, la pensione verrà anche tagliata. Ed in misura pari al 4% almeno, stando ai calcoli. Infatti nella bozza della legge di Bilancio si legge che i lavoratori che escono in pensione con la quota 104 avranno prestazioni “ridotte in misura pari al rapporto tra il coefficiente di trasformazione relativo all’età dell’assicurato al momento del pensionamento e il coefficiente di trasformazione corrispondente al requisito anagrafico per l’accesso al pensionamento di vecchiaia”.

Un anno di età in più per la quota 104, penalizzazioni di assegno ma non solo, anche le finestre cambiano

Ma c’è dell’altro.

La quota 104 nasce con evidenti inasprimenti rispetto alle misure che l’anno preceduta. Abbiamo già detto dell’età che sale a 63 anni e che è inferiore solo alla quota 102 (64 anni, ndr) del 2022, che però prevedeva 38 anni di contributi e non 41 come oggi. Poi peggiorano le regole di calcolo degli assegni, con i tagli di cui accennato nel paragrafo precedente. Ma anche le finestre cambiano. E parliamo quindi delle date di decorrenza dei trattamenti. Chi lascerà il lavoro con la quota 104 infatti dovrà aspettare 6 mesi per il primo rateo di pensione se appartenente al settore privato. Chi invece è nel pubblico impiego dovrà attendere 9 mesi. Un inasprimento rispetto alla quota 103 o alle quota precedenti. Infatti dal 2019 per queste misure la regola è stata sempre la stessa, ovvero decorrenza posticipata di 3 mesi nel settore privato e di 6 mesi nel pubblico impiego.