Se il lavoro svolto è particolarmente logorante, faticoso e pesante, lo Stato viene incontro ai lavoratori mandandoli in pensione prima. Il principio è questo sia per i lavori gravosi che per i lavori usuranti. Due definizioni diverse, che si applicano a diverse misure pensionistiche ma che spesso vengono confuse tra loro. Anche perché ad analizzare bene entrambe le definizioni, si parla di lavori talmente pesanti per il legislatore, che la permanenza al lavoro dopo una certa età è sconsigliabile. A tal punto che per esempio i gravosi escono già a 63 anni con l’APE sociale, mentre gli usuranti vanno in pensione a 61 anni e 7 mesi di età e quota 97,6 completata.

“Buonasera, mi chiamo Davide e volevo capire se avevo delle possibilità di andare in pensione con lo scivolo usuranti. Ho avuto diversi lavori pesanti durante la mia carriera e ho raggiunto ormai 35 anni di contributi. Dal momento che ho 60 anni di età che ho compiuto a luglio, stavo pensando alla pensione usuranti per il 2025. In passato ho svolto il lavoro di camionista per poi passare al lavoro in linea di montaggio in una fabbrica di auto.

Se non erro dovrei poter andare in pensione una volta raggiunti i 61 anni 7 mesi di età perché in entrambi i casi si tratta di un lavoro usurante. Ma so che bisogna fare qualcosa in anticipo per poter sfruttare la misura, come detto, nel 2025, quando completo l’età. Mi spiegate bene qual è la procedura da seguire per poter sfruttare questa possibile pensione anticipata?”

Pensione prima dei 62 anni? ecco come funziona la quota 97,6 per chi esce nel 2024 o 2025

La pensione in regime usuranti è uno scivolo particolare del sistema pensionistico italiano. Infatti consente di andare in pensione ad una età nettamente vantaggiosa rispetto ai requisiti ordinari proprio per via del lavoro logorante a cui il lavoratore è assoggettato. Le categorie di lavoro che la normativa vigente considera usuranti sono tante, ma in alcuni casi sono lavori abbastanza particolari e di difficile interpretazione per capire se rientrano o meno nello scivolo.

Per esempio i lavoratori esposti ad alte temperature oppure i lavoratori costretti per attività a svolgere mansioni in luoghi ristretti e angusti. O ancora i palombari, i lavoratori di gallerie, cave e miniere. Come è evidente, spesso si tratta di tipologie di attività piuttosto rare. Ma sono attività che spesso possono dare seri dubbi interpretativi. Un lavoratore edile che per un determinato periodo ha lavorato in galleria, rientra o no nello scivolo? Dubbi evidenti, che però non riguardano per esempio, gli autisti dei mezzi di trasporto pubblico o gli operai delle linee a catena, che sono altre due categorie di lavoro usurante, stavolta non  certo rare e strane.

Come sfruttare lo scivolo usuranti

Premesso che fare l’autista di un mezzo di trasporto pubblico è diverso da fare il camionista, il nostro lettore potrebbe comunque avere diritto alla pensione usuranti. Il camionista è un lavoro gravoso e non usurante, pertanto rientra nella quota 41 per i precoci o nell’APE sociale. Ma non nello scivolo usuranti che per inteso è destinato agli autisti dei mezzi di trasporto pubblici, a partire da 9 persone di massa a carico. Lo scivolo usuranti permette di andare in pensione con 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi. Ma solo completando pure la quota 97,6. Dove si possono utilizzare anche le frazioni di anno.

Ma l’attività usurante del lavoratore deve essere stata svolta o per la metà della vita lavorativa, o per 7 degli ultimi 10 anni di attività. Il nostro lettore per lo scivolo usuranti non deve considerare quindi il suo precedente lavoro di camionista. Ma se rientra come operaio della linea a catena, nella durata di lavoro usurante necessario e prima citato, può lo stesso sfruttare lo scivolo.

E come lui stesso ha calcolato, il 2025 potrebbe essere l’anno idoneo.

La domanda di pensione deve essere preceduta dalla domanda di certificazione del diritto

Detto dei requisiti per la pensione in regime usuranti, il lettore che intende sfruttare l’opportunità nel 2025, deve anticipare alcuni adempimenti. Come si legge sul sito dell’INPS infatti, tutti coloro che svolgono lavori usuranti, come previsto dalla normativa in vigore, devono presentare la domanda di certificazione del diritto alla pensione usuranti e di riconoscimento della loro condizione lavorativa, entro il 1° maggio dell’anno precedente quello di pensionamento. Significa che chi deve andare in pensione nel 2025, dovrà presentare questa domanda entro il 1° maggio 2024.

La domanda di certificazione è quella propedeutica alla vera e propria domanda di pensione con scivolo usuranti. Perché la presentazione della domanda entro maggio 2024, non rende il diretto interessato obbligato a presentare successivamente (al raggiungimento dei requisiti), la vera domanda di pensione anticipata. Se non si rispetta il termine la pensione slitta di qualche mese. Infatti per domande di certificazione successive al 1° maggio, il lavoratore perde mesi di pensione e nel dettaglio:

  • Domande entro il 31 maggio, la decorrenza della pensione slitta di un mese;
  • Entro il 31 agosto, la pensione slitta di due mesi;
  • Domande ancora più in ritardo, la pensione slitta di tre mesi.