Molti lavoratori si trovano davanti ad una situazione davvero paradossale dopo aver avuto carriere lavorative divise in diversi settori lavorativi e con versamenti in casse previdenziali diverse. C’è chi è costretto a pagare due volte i contributi. Infatti prima si pagano i versamenti mensili durante l’attività lavorativa, come logica vuole. E poi si passa a dover pagare ulteriormente per riscattare o ricongiungere in contributi nella Gestione a cui si chiede il pagamento della prestazione pensionistica. Ci sono tantissimi lavoratori che a volte rinunciano a ricongiungere i contributi perché privi della disponibilità economica per poterlo fare.

E così nascono i contributi silenti, ovvero contributi versati ma non utilizzati per la pensione. Soprattutto chi riesce comunque ad andare in pensione senza ricongiungere i periodi versati in altre casse, perde di fatto molti anni di contributi che altrimenti potevano essere usati per prendere una pensione più alta. Dal 1996 però, c’è uno strumento che può tornare utile a riunificare i contributi in un’unica cassa. E si tratta di uno strumento gratuito.

“Salve, sono un lavoratore che si accinge ad arrivare finalmente alla pensione. Ho maturato 25 anni di contributi come lavoratore dipendente. Ho scaricato l’estratto conto e noto che ci sono tutti quelli che i miei datori di lavoro mi hanno versato. Però, ho notato però che mi mancano 10 anni di contributi che ho versato quando ero Partita IVA. Infatti versavo nella Gestione Separata. Cosa devo fare, devo pagare qualcosa per far caricare anche questi versamenti nell’estratto conto per il calcolo della mia pensione?”

Pensione prima con uno strumento gratuito che pochi usano

Dal 1996, ovvero dall’entrata in vigore del Decreto n° 282, precisamente con l’articolo 3 è in vigore uno strumento utile ad unificare nella Gestione Separata e gratuitamente, tutti i contributi versati in più casse previdenziali. In pratica, gratis si possono unire tutti i propri contributi, in questa Gestione a cui poi chiedere la liquidazione della prestazione pensionistica.

Quindi, una unica pensione ricevuta dalla Gestione Separata, comprensiva per esempio, anche dei periodi versati nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FLPD). Al nostro lettore diciamo quindi che può sfruttare questa opportunità, partendo però dalla Gestione Separata a cui versava prima di diventare lavoratore dipendente.

Come funziona la facoltà di computo nella Gestione Separata INPS

Per poter sfruttare questa possibilità basta aver versato anche solo un mese di contribuzione nella Gestione Separata INPS. Si tratta di un fondo previdenziale INPS che rientra nell’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) per la vecchiaia e i superstiti, a cui versano lavoratori che esercitano per professione (pure se non esclusiva, anche se è necessario che sia abituale), un lavoro autonomo. Parliamo dei titolari di Partita IVA ovviamente ma anche di chi rientra nell’ambito dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, delle vendite a domicilio, dei liberi professionisti e così via. Quindi, chi ha versamenti nella Gestione Separata gode della facoltà di computo. Naturalmente ci sono dei paletti. Per esempio, l’anzianità contributiva nelle altre Gestioni deve essere di almeno 15 anni e poi, almeno 5 anni devono essere versati dopo il 1996. Questa facoltà poi non si applica a chi ha 18 o più anni di contribuzione al 31 dicembre 1995. Una cosa che molti non considerano è che grazie al computo, anche chi non rientra integralmente nel sistema contributivo può godere di una pensione anticipata a 64 anni.

Tutti i pro ed i contro del computo nella Gestione Separata INPS per la pensione

Infatti chi sfrutta la facoltà di computo nella Gestione Separata può conseguire la pensione anticipata al compimento dei 64 anni con solo 20 anni di contributi. Parliamo della pensione anticipata contributiva, che però ha nel 2024 sempre il limite di importo minimo da centrare. Infatti bisogna ottenere una pensione non più bassa di 3 volte l’assegno sociale.

Se l’interessata è una donna, che ha avuto un solo figlio, l’importo minimo della pensione non deve essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Se invece la donna ha avuto due o più figli, l’importo della pensione non deve essere più basso di 2,6 volte l’assegno sociale. Il vantaggio di uscire dal lavoro 3 anni prima dei 67 anni della pensione di vecchiaia ordinaria, si scontra con uno svantaggio. Infatti sfruttando la facoltà del computo, la propria pensione è calcolata interamente con il sistema contributivo. Anche per chi a tutti gli effetti rientra nel sistema misto. Significa che la pensione rischia di essere sensibilmente tagliata dal punto di vista degli importi.