C’è un tipo di pensionamento in Italia, attualmente ancora esistente, diretto ad alcune categorie di lavoratori che permette di uscire dal mondo del lavoro con almeno 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età. Si tratta della c.d. pensione precoci.

Oltre questo requisito è indispensabile, però:

  • trovarsi in determinate condizioni indicate dalla legge
  • e maturare, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contributi.

Intanto si aspetta che il nuovo governo, alla guida Meloni, si formi per capire se ci sarà una riforma pensioni da qui a fine anno.

Pensione precoci, a chi spetta

Possono, in dettaglio, godere della pensione precoce, coloro che sono in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età e che si trovano in una delle seguenti condizioni:

  • stato di disoccupazione
  • invalidità superiore o uguale al 74%
  • assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi
    • il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della legge 104
    • ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti
  • hanno svolto attività usuranti (ad esempio, addetti alla linea catena, lavoratori notturni, conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti al trasporto collettivo).

Sono altresì ammessi alla pensione precoci coloro che hanno svolto attività lavorativa c.d. gravosa per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di vita lavorativa, ovvero, per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni di vita lavorativa.

Lavoratori gravosi, chi sono

Il legislatore, ai fini della pensione precoci, individua specificamente chi sono i lavoratori gravosi. In particolare, si tratta dei seguenti:

  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici
  • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni
  • conciatori di pelli e di pellicce
  • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante
  • conduttori di mezzi pesanti e camion
  • personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni
  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza
  • facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia
  • operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti
  • operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
  • pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
  • lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del d.lgs.67/2011;
  • marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.

La domanda di pensione precoci

Per presentare domanda di pensione precoci è altresì indispensabile che sia rispettato il requisito di Quota 41.

In pratica è indispensabile aver maturato, entro il 31 dicembre 2026, un’anzianità contributiva di 41 anni.

Se tutte le condizioni sussistono, chi vuole accedere a questa forma di pensionamento può presentare domanda entro il 1° marzo di ciascun anno, attraverso il sito istituzionale INPS. E’ possibile anche farlo tramite Contact center (chiamando il numero 803 164 da rete fissa oppure 06 164 164 da rete mobile) o rivolgendosi a patronati.

I tempi di lavorazione della richiesta sono di circa 30 giorni. Si tenga presente che questa pensione NON è cumulabile con redditi da lavoro subordinato o autonomo prodotti in Italia o all’estero.

Sul sito INPS sono disponibili anche delle FAQ sulla pensione precoci.