La pensione giovani ancora al centro del dibattito tra governo e parti sociali. L’ultima spinta proviene dalla Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), nella persona del suo Presidente, Mario Padula, per il quale occorre, ormai, puntare a

potenziare gli inventivi fiscali sulla previdenza integrativa.

Il tavolo sul tema della riforma pensione è ormai in standby dal mese di febbraio scorso. Lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ha indotto il governo a modificare la propria agenda di lavoro, dando priorità alle conseguenziali esigenze nazionali ed internazionali.

I sindacati sono preoccupati e continuano, con forza, a richiedere la ripresa del cantiere.

Gli attuali incentivi fiscali per la previdenza complementare

Oggi la pensione giovani è un miraggio. Un mondo del lavoro sempre più precario e un sistema pensionistico altalenante e non strutturale, rischiano seriamente di portare le attuali generazioni a percepire, in futuro, un assegno di pensione mensile che sarà insufficiente a garantire una vecchiaia dignitosa.

Ecco perché si spinge anche verso forme di incentivo alla pensione complementare. Oggi, chi versa premi verso forme di previdenza integrativa può godere di una deduzione ai fini fiscali sui premi versati.

Ad esempio, si possono dedurre dal reddito, ai fini IRPEF i contributi previdenziali e assistenziali versati facoltativamente all’ente pensionistico di appartenenza. Sono compresi anche quelli per:

  • la ricongiunzione di periodi assicurativi
  • il riscatto degli anni di laurea (sia ai fini pensionistici sia ai fini della buonuscita).

Pensione giovani, la proposta della Covip

Il Presidente Covip, Mario Padula, proprio sul fronte pensione giovani, tuttavia, ritiene che il governo dovrebbe puntare su una rimodulazione degli inventivi fiscali per favorire sempre più l’adesione alla previdenza complementare.

Per Padula, gli attuali incentivi fiscali, non essendo ben mirati rispetto a segmenti del mercato del lavoro più fragili e perciò più bisognosi di protezione sociale

andrebbero rimodulati in funzione del reddito degli iscritti per costruire un risparmio previdenziale anche da parte delle classi di reddito più basse.

Solo grazie alla previdenza integrativa, ormai, i giovani potranno garantirsi una copertura dignitosa quando si presenterà la necessità di uscita dal mondo del lavoro.