Anche per il 2021, è valida la cosiddetta Opzione Dini che permette di accedere alla pensione con opzione contributiva. Che significa? Come funziona?

La Legge Dini (Legge 335/1995) consente l’accesso alla pensione di vecchiaia a 67 anni con 15 anni di contributi (anziché 20 anni).

Rispetto agli anni passati, nel 2021 l’Opzione Dini conviene meno a certe categorie di lavoratori. Per le donne che rientrano in certi requisiti, invece, è possibile anticipare l’uscita dal lavoro all’età di 66 anni.

Quando e perché questa forma di pensionamento anticipato non conviene? Perché conviene di più alle donne?

Come funziona la pensione con opzione contributiva (Legge Dini)

La Legge Dini è pensata per i lavoratori che, al 31/12/1995, hanno un’anzianità contributiva inferiore ai 18 anni.

Stabilisce un limite massimo, non minimo.

Per accedere alla pensione con opzione contributiva, quindi, basta aver versato anche soltanto un contributo entro il 31/12/1995. Questa data ha messo la parola fine al regime retributivo ai fini del calcolo della pensione.

In base ai suddetti requisiti, il lavoratore può usufruire della pensione anticipata se matura 15 anni di contributi, di cui 5 riferiti al periodo successivo al 1° gennaio 1996.

Richiedere la pensione di vecchiaia a 67 anni con almeno 15 anni di contributi, però, è penalizzante.

Significa che la pensione verrà interamente liquidata con il ricalcolo contributivo con 5 anni di contributi in meno: qui sta lo svantaggio rispetto al regime retributivo.

A chi conviene l’Opzione Dini e perché?

L’Opzione Dini è sempre svantaggiosa? A chi conviene?

Conviene a chi ha versato pochi contributi nel periodo antecedente il 1° gennaio 1996 nel regime retributivo. Può convenire anche a chi non riesce ad ottenere più di 15 anni di contributi ed ha perso il lavoro: in questo caso, l’Opzione Dini sarebbe una buona alternativa per richiedere la pensione anticipata.

Al contrario, coloro che vantano più anni di anzianità nel regime retributivo saranno penalizzati dalla differenza nell’assegno rispetto al calcolo effettuato con il sistema misto.

Ricordiamo che, quest’anno, con le deroghe Amato è più semplice ottenere la pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi.

Anche per questo dettaglio, l’Opzione Dini conviene meno, soprattutto agli uomini, rispetto agli anni passati.

Perché conviene di più alle donne?

L’Opzione Dini riconosce un’agevolazione in più alle donne: un anticipo di età del requisito anagrafico rispetto al requisito previsto per la pensione di vecchiaia. L’anticipo è di 4 mesi per ogni figlio fino a massimo 12 mesi. Quindi, le donne con 3 figli possono andare in pensione con opzione contributiva con 15 anni di contributi a 66 anni (piuttosto che a 67 anni).