“Mentre faceva i letti, mentre faceva la spesa, mentre abbinava fodere, mentre mangiava panini con il burro d’arachidi con i suoi figli, mentre li portava agli incontri scout, mentre si coricava la sera accanto a suo marito, la casalinga suburbana aveva paura persino di farsi la domanda: è tutto qui?“, affermava Betty Friedan. Il ruolo della casalinga è senz’ombra di dubbio uno dei più importanti all’interno di ogni famiglia. È colei che si occupa delle faccende di casa, prendendosi cura di marito e figli.

A partire dalla colazione fino ad arrivare alla cena, passando per le pulizie, sono davvero tante le cose che fa una casalinga. Un vero e proprio lavoro, per cui non è però possibile beneficiare di alcun corrispettivo economico. Da qui il timore di molte donne, ma anche uomini casalinghi, di non poter nemmeno andare in pensione. Ma è davvero così? Ecco come funziona.

Pensione casalinghe già a 57 anni?

Tanti sono coloro che, per motivi personali, decidono di rinunciare al lavoro e dedicare il proprio tempo alla cura della casa e del nucleo famigliare. Si ritrovano così a svolgere un’attività in cui la reperibilità è di 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno. Un compito arduo, per cui non ottengono alcuno stipendio. Ma come funziona invece per la pensione? È una domanda che ci ha posto anche una nostra utente che a tal proposito ha scritto:

“Buongiorno, sono una mamma di 45 anni. Per motivi organizzativi e personali ho deciso di lasciare il posto di lavoro per dedicarmi alle faccende di casa che con tre figli, un marito e un cane sono davvero tante. Una scelta condivisa con mio marito per cercare di gestire al meglio i vari impegni famigliari e trascorrere più tempo possibile con i miei figli. Tuttavia, come è facile immaginare, non ricevo alcuno stipendio e il mio timore è che in futuro non possa nemmeno andare in pensione. Vi scrivo quindi per chiedervi se è davvero così oppure vi è una soluzione ad hoc anche per le donne che si trovano nella mia situazione. Grazie”.

Ebbene, la risposta è affermativa.

Le casalinghe e i casalinghi in possesso di determinati requisiti, infatti, possono accedere al trattamento pensionistico. A tal fine è necessario iscriversi al cosiddetto Fondo Casalinghe e Casalinghi gestito dall’Inps. Si tratta in pratica di un fondo rivoto alle persone che svolgono attività di assistenza non retribuite derivanti da responsabilità familiari. Ecco come funziona.

Iscrizione al Fondo Casalinghe e Casalinghi

Per iscriversi al Fondo Casalinghe e Casalinghi è possibile sfruttare l’apposito servizio online disponibile sul sito dell’Inps. In alternativa è possibile rivolgersi ad un Patronato o al Contact Center dell’Istituto di previdenza. Tale fondo è destinato alle persone con un’età compresa tra i 16 anni e 65 anni che rispettano determinati requisiti. Entrando nei dettagli, come si evince dal sito dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale:

“L’iscrizione è subordinata alla condizione che il richiedente:

  • non presti attività lavorativa dipendente o autonoma per la quale sussista l’obbligo di iscrizione ad altro ente o cassa previdenziale o, qualora svolga un’attività lavorativa anche continuativa prestata a orario ridotto, si determini la contrazione, ai fini del diritto alla pensione, del corrispondente periodo di assicurazione obbligatoria;

  • non sia titolare di pensione diretta. Possono iscriversi, pertanto, i titolari di pensione ai superstiti (circolare INPS 20 dicembre 2001, n. 223)”.

Una volta accolta la richiesta di iscrizione è possibile iniziare ad effettuare i versamenti. Ognuno può scegliere quanto versare, fermo restando la soglia minima di 25,82 euro. Maggiore è il numero di contributi versati, ovviamente, più alta sarà la rata di cui si potrà beneficiare.

Le persone che aderiscono a tale fondo possono ottenere una pensione dall’importo pari a oltre 600 euro già a partire dall’età di 57 anni.

Questo a patto che abbiano versato almeno cinque anni di contributi e che la rata mensile sia pari al valore dell’assegno sociale maggiorato del 20%.

In assenza di tali requisiti bisogna aspettare il raggiungimento dell’età di 65 anni oppure valutare la possibilità di beneficiare dell’assegno sociale senza dover pertanto versare i contributi.