Pensione anticipata e invalidità, il quesito di una nostra lettrice:

Mi scusi, ma necessito di un informazione, le spiego: ho lavorato dal 1975 fino al 2012 e ho perso il lavoro a seguito ulteriore aggravarsi mia invalidità, che dal 2004  alla data 2012 è stata riconosciuta al 100%. Sono in pratica paralizzata, percepisco pensione invalidità, ho 62 anni, inoltre in famiglia ho un fratello con deficit mentale, anche lui pensionato al 100%, non posso far fronte oramai a spese relative alle mie e sue necessità per la MIA PENSIONE, COME FARE? PARLANO DI 67 E PIÙ ANNI, gentilmente mi aiuti.

In riferimento alla sua situazione, come mai non ha fatto richiesta della pensione anticipata di vecchiaia che in base all’ art.

1 comma 8 del D.Lgs. 502/1993, possono accedervi i lavoratori  al compimento del  55° anno di età, se donne, o al  60° anni di età, se uomini, in presenza di un’invalidità non inferiore all’80 per cento, purché siano in possesso di almeno 20 anni di contributi. Anche in base agli adeguamenti alla speranza di vita rientrerebbe con l’età nel trattamento. Specifico però che da tale trattamento pensionistico sono esclusi i dipendenti statali, per i quali, quindi, l’accesso alla pensione di vecchia resta fissato a 66 anni e 7 mesi anche se con invalidità oltre l’80%.

Analizziamo tutte le possibili alternative per poter andare in pensione prima dei 67 anni

APE sociale

L’APE sociale è una prestazione assistenziale erogata dall’INPS  ai lavoratori che hanno raggiunto almeno 63 anni di età e che non siano titolari di pensione diretta in Italia o all’estero.

La prestazione viene corrisposta fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al raggiungimento dei requisiti della pensione anticipata. L’importo dell’assegno pensionistico non può superare 1.500 euro, inoltre, non va né rivalutato né integrato al minimo.

Requisiti

I requisiti richiesti per poter accedere all’APE Sociale sono:

  • almeno 63 anni di età;
  • maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia entro i 3 anni e 7 mesi successivi all’inizio dell’Ape.

Inoltre è necessario rientrare in una di queste 4 categorie di tutela:

  • lavoratori disoccupati senza ammortizzatori sociali che hanno maturato almeno 30 anni di contributi;
  • lavoratori disabili con una percentuale di invalidità del 74% e con almeno 30 anni di contributi;
  • lavoratori con almeno 30 anni di contributi che assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con disabilità (Caregiver);
  • lavoratori che hanno svolto lavoro faticoso e pesante e rientrano nelle “attività gravose”, il lavoro dovrà essere stato svolto per almeno 6 degli ultimi 7 anni e hanno almeno 36 anni di contributi.

APE Volontaria: requisiti

L’Ape volontaria è un’opzione irreversibile, a differenza dell’Ape sociale, non ci sono preferenze per disoccupati o invalidi.


L’APE volontaria si rivolge a tutte le categorie di lavoratori e lavoratrici con età anagrafica pari o superiore ai 63 anni e che maturano entro 3 anni e 7 mesi il diritto a una pensione di vecchiaia d’importo, certificato dall’INPS, non inferiore a un certo limite.

Per accedere al prestito è necessario, al momento della richiesta:

  • avere un’età anagrafica di 63 anni di età ed essere in possesso di almeno 20 anni di contributi;
  • maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi;
  • avere un importo della futura pensione mensile, pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’AGO;
  • non percepire assegno di invalidità o pensione diretta.

Una valida alternativa la pensione RITA

Un’ altra alternativa interessante è la Rendita integrativa RITA, inserita con la manovra 2018, la rendita integrativa temporanea anticipata diventa accessibile quando mancano cinque anni alla pensione, non viene più previsto il requisito anagrafico dei 63 anni, resta invariato il requisito contributivo di 20 anni di contribuzione versata.

Quindi, considerando che da gennaio 2018 l’età pensionabile sarà per tutti 66 anni e 7 mesi, si presuppone che potranno chiedere la pensione i lavoratori con 61 anni e sette mesi di età con una contribuzione versata di 20 anni.

L’accesso alla RITA predispone la cessazione del rapporto di lavoro. Inoltre, il lavoratore deve richiedere la certificazione Inps utile per l’APe Volontario.

Viene abolito che il lavoratore deve aver richiesto effettivamente l’APE volontaria, ma è sufficiente che abbia i requisiti previsti per l’APE volontario per poter farne richiesta.

Donne in pensione nel 2018: salta proroga opzione donna ma resta l’Ape Social. Tutte le novità

Ape Rosa 2018

Per le donne vi è un’altra valida alternativa di pensione anticipata per le lavoratrici. Cambiano dal 2018 i requisiti anagrafici per la pensione donne 2018 o, meglio, l’età di uscita sarà uguale per tutti, maschi e femmine. Le donne beneficiarie dell’Ape Social però avranno uno sconto sui contributi in base al numero di figli (da uno a due anni). Questa forma pensionistica è stata denominata Ape Rosa.

L’APE rosa 2018 non prevede requisiti anagrafici ma si basa sui versamenti contributivi: ad oggi sono richiesti 42 anni e 10 mesi per gli uomini mentre alle donne “ne basta” uno in meno. Entrambe le quote però sono destinate ad aumentare sulla base degli incrementi legati alla speranza di vita (più cinque mesi dal 2019).

Conclusioni

Abbiamo racchiuso in breve tutte le forme pensionistiche per poter andare in pensione anticipata in base al requisito contributivo superiore ai 35 anni di contributi. Consiglio alla nostra lettrice di rivolgersi ad un patronato e valutare la sua situazione contributiva e verificare le possibili alternative. Non tutte le situazioni sono uguali e spesso un’alternativa esclude l’altra.

Se hai domande o dubbi, contattami: [email protected]