Novità importante dalla legge di bilancio e dalla sua bozza. Emergono clamorose novità riguardo alle pensioni che di fatto vengono completamente rivoluzionate rispetto al passato. Anche se la riforma delle pensioni non è stata varata, molto cambia per i lavoratori nel 2024. Una novità dell’ultimo minuto rischia però di allontanare la pensione per i lavoratori in maniera considerevole. Parliamo della pensione anticipata contributiva, un canale di uscita agevolato per i lavoratori che possono lasciare il servizio a partire dai 64 anni di età con 20 anni di contributi versati.

La misura già era difficile in passato e diventerà ancora più difficile da centrare in futuro. Tempi duri per chi aspira ad andare in pensione come contributivo puro.

“Buongiorno, sono Matteo un lavoratore dipendente che nel 2024 compirà 64 anni di età e 22 anni di contributi versati. Non avendo contribuzione antecedente il 1996, dovrei poter andare in pensione nel 2024 con la pensione anticipata contributiva. Mi spiegate come devo fare a calcolare l’importo minimo della prestazione pari a 2,8 volte l’assegno sociale che serve per avere diritto alla misura?

Pensione anticipata 2024, novità e stretta in arrivo, salgono i requisiti per chi deve uscire a partire dai 64 anni

Come dicevamo, essendo il sistema previdenziale un vero e proprio cantiere aperto, ogni quesito dei lettori diventa obsoleto in pochi giorni. Per esempio ciò che ci chiede il nostro lettore del quesito sopra riportato, fa riferimento ad una misura che nel 2024 rischia di essere drasticamente cambiata da parte del governo. Infatti nella bozza della legge di bilancio 2024 esce fuori che la pensione anticipata contributiva non deve essere più pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale per poter essere assegnata ad un richiedente. Infatti dal 2024 la misura deve essere pari ad almeno 3,3 volte l’assegno sociale. In parole povere si tratta di un vero e proprio inasprimento dei requisiti di accesso ad una prestazione che, considerando il fatto che riguarda chi ha 20 anni di contributi versati, già è complicata da centrale oggi.

Il nostro lettore quindi non deve più fare riferimento al vicolo delle 2,8 volte l’assegno sociale ma deve considerare quello pari a 3,3 volte.

Cosa cambia per le uscite a 64 anni nel 2024

Senza usare troppi tecnicismi, si corre il rischio che per poter andare in pensione con una misura del genere nel 2024 bisognerà arrivare a pensioni vicine ai 1.760 euro al mese. E ripetiamo, dato che la misura riguarda anche i pensionati con solo 20 anni di contributi versati è evidente che sia complicatissimo arrivare a cifre di questo genere con una contribuzione normale e non con super stipendi. Dobbiamo ricordare che le pensioni contributive vengono calcolate in base all’ammontare dei contributi versati durante la carriera di un lavoratore. E quindi ai contributi che finiscono nel montante contributivo. L’aliquota contributiva vigente e pari al 33% e quindi, ogni mese il lavoratore destina il 33% del suo stipendio alla sua pensione futura. È evidente che è più alto è lo stipendio maggiori sono i contributi versati. Ma con stipendi normali, raggiungere una pensione superiore a 1.760 euro al mese con solo 20 anni di contributi versati è un’impresa praticamente impossibile.

Sale l’assegno sociale, sale la pensione minima, soprattutto adesso che deve essere 3,3 volte lo stesso assegno sociale

Il governo ha deciso quindi di aumentare di cinque punti la pensione minima utile alle uscite a 64 anni di età. Per i contributivi puri il riferimento resta sempre l’assegno sociale. Prendendo a riferimento i parametri di oggi e quindi l’assegno sociale pari a 503,27 euro al mese, un lavoratore con 64 anni di età e 20 anni di contributi versati poteva sfruttare la pensione anticipata contributiva a condizione che il suo assegno fosse pari a 1.410 euro circa al mese. Sempre prendendo riferimento l’assegno sociale di oggi, passare da 2,8 volte a 3,3 volte questo assegno, produce una pensione minima di 1.660 euro al mese.

Il governo però non ha considerato il fatto che l’assegno sociale subirà un incremento di circa il 6% per via dell’indicizzazione al tasso di inflazione. Questo significa che probabilmente l’assegno sociale nel 2024 sarà pari a circa 534 euro al mese. A cascata quindi la pensione anticipata contributiva non potrà essere percepita se il lavoratore non matura un assegno pari a circa 1.760 al mese. Parlare di stretta quindi non è certo esercizio azzardato.

La pensione per i contributivi diventa più difficile

La misura si rivolge quindi a chi non ha contributi versati prima del 1° gennaio 1996. Parliamo dei contributivi puri che, sempre nella stessa legge di Bilancio hanno ricevuto una notizia positiva sulla pensione di vecchiaia. Infatti se per la pensione anticipata contributiva sale l’importo minimo della pensione da centrare, per la pensione di vecchiaia sparisce questo vincolo. I contributivi puri infatti dovrebbero raggiungere una pensione pari ad 1,5 volte l’assegno sociale per uscire a 67 anni di età con 20 anni almeno di contributi. Questo vincolo dal 2024 non ci sarà più. Sono quindi le pensioni anticipate quelle che diventano più difficili per i lavoratori, che di fatto vedono calare drasticamente le possibilità di uscita 3 anni prima ed a 64 anni.