Perdere il posto di lavoro oggigiorno è una cosa assai più frequente di prima vista la situazione di crisi in cui versa l’Italia. E se a perdere il lavoro è una persona in avanti con gli anni, la situazione peggiora. Infatti trovare un nuovo posto di lavoro non è cosa facile per nessuno, figuriamoci per un over 50. Il come tamponare la falla, con la pensione a chi perde il posto di lavoro o con un ammortizzatore sociale a sostegno del disoccupato, sono domande che molti si pongono.

“Sono un neo disoccupato di 60 anni di età. Ho perso il lavoro della mia vita. L’azienda per cui lavoro da quando avevo 20 anni non ha retto alla crisi di questi ultimi anni. Sono preoccupato per il futuro. Contavo di lavorare ancora un paio di anni per andare in pensione col massimo dei contributi. Che potrei fare adesso per tirare avanti visto che sono senza reddito e con pochi risparmi in banca?”

Cosa fare quando si perde il lavoro e quali vie ci sono per avere reddito

Una mail triste quella che ci ha inviato questo lettore ma che mette in evidenza un particolare spaccato della società, quello dei senza lavoro over 50. A dire il vero prima di disperarsi il nostro lettore dovrebbe guardare con ottimismo al futuro visto che la sua situazione non è drammatica come potrebbe sembrare e come lo è per tante altre persone. Infatti per lui esistono almeno due vie per poter guardare con ottimismo al futuro. Dopo tanti anni di carriera con la stessa azienda il nostro lettore ha diritto a ben due anni di Naspi. In pratica può godere dei due anni di disoccupazione indennizzata INPS. Questo significa che può godere di due anni di ammortizzatori sociali in misura pari al 75% della sua retribuzione utile ai fini previdenziali per 24 mesi. A dire il vero la Naspi dopo i primi mesi di fruizione inizia a scendere di importo in misura costante e pari al 3% al mese.

Ma è un valido aiuto a chi si trova in difficoltà come lo è il nostro lettore.

Quando un anno di contributi in più fa la differenza, soprattutto se prima dei 19 anni di età

Se non abbiamo fatto male i conti, il nostro lettore ha 40 anni di carriera, tutti continui con lo stesso datore di lavoro. Ha iniziato a 20 anni come lui stesso dice. Se ha un anno di contributi, presso altri datori di lavoro, magari versati anche in maniera discontinua prima dei 19 anni, può evitare anche la Naspi. In questo caso infatti rientrerebbe a pieno titolo nella quota 41 precoci. In pratica può uscire con 41 anni di contributi con la misura dedicata ai cosiddetti precoci. L’attività lavorativa svolta però dovrebbe essere una di quelle previste come lavoro gravoso e cioè:

  • conciatori di pelli o pellicce;
  • lavoratori dell’edilizia;
  • gruisti;
  • infermieri ed ostetriche al lavoro su turni in sala operatoria e sala parto;
  • addetti a servizi di pulizia;
  • netturbini e addetti ai rifiuti;
  • operai agricoli;
  • pescatori;
  • marittimi;
  • siderurgici;
  • educatori di scuole dell’infanzia e asili nido;
  • camionisti;
  • addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
  • macchinisti dei treni e personale ferroviario viaggiante.
  • Utile per completare quell’anno di contribuzione precedente il diciannovesimo anni di età anche un eventuale anno di servizio militare.

Prima la Naspi e poi la pensione, forse può convenire

Ricapitolando, il nostro lettore ha due vie potenziali. Una certa che è quella della Naspi che gli spetta di diritto avendo lavorato consecutivamente per gli ultimi quattro anni. L’altra in base all’attività svolta e soprattutto se rientra tra i soggetti beneficiari della cosiddetta quota 41 per i precoci. Deve essere lui a fare i conti su quale sia la via più conveniente, anche se c’è da dire che in teoria potrebbe sfruttarle entrambe.

Potrebbe sfruttare la Naspi, arrivare a 62 anni di età ed avvicinarsi sensibilmente a quei 42 anni e 10 mesi di contributi versatile che servono per la pensione anticipata ordinaria.

Meglio verificare prima cosa conviene fare tra pensione e Naspi

Infatti dal momento che ha 40 anni di carriera con un’azienda, in presenza di altri periodi antecedenti con altri datori di lavoro o con contribuzione figurativa, probabile che con due anni di Naspi possa centrare il requisito utile all’ex pensione di anzianità. Questo naturalmente dopo due anni pieni di Naspi e quindi tra il 2024 e il 2025. Dovrebbe saper calcolare bene cosa ci rimetterà di Naspi rispetto alla pensione teoricamente spettante e cosa i due anni di Naspi produrranno di più come assegno pensionistico una volta in pensione.