Fino al 31 dicembre 2022 ci sono due misure che anche se differenti, consentono ad un lavoratore che è arrivato a 64 anni di età, di andare in pensione prima. Non si deve attendere il compimento dei 67 anni di età per la pensione di vecchiaia quindi, perché esistono due misure che permettono di uscire prima dal mondo del lavoro. Le due misure in questione sono l‘Ape sociale e la quota 102. Sono due misure completamente diverse che in comune però hanno una cosa. Infatti entrambe scadono a fine anno.

E un nostro vettore in pratica, ci chiede quale delle due sia migliore in base alle sue attuali condizioni contributive. 

“Gentile redazione, ho un quesito molto importante da porvi e che nessuno è riuscito ancora a risolvere. Ad agosto ho compiuto 64 anni di età. A fine ottobre completo 36 anni di contributi versati. Sono un infermiere e mi hanno detto che avrei diritto alla pensione con l’Ape sociale. In teoria però avrei diritto anche alla quota 102. O meglio, potrei arrivare a 38 anni di contributi riscattando due anni del corso di laurea. Secondo voi quale via è migliore? La pensione subito senza spese o pagare il riscatto? Sempre che non abbia diritto al riscatto gratuito della laurea.” 

Pensione a 64 anni: le differenze tra quota 102 e l’Ape sociale 

riscatto contributi pensione

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Parlando di quota 102 e dell’Ape sociale si parla di due delle misure di pensionamento anticipato più favorevoli oggi esistenti nel sistema previdenziale. Infatti si tratta di due misure che consentono un discreto anticipo rispetto all’età pensionabile per la quiescenza di vecchiaia ordinaria a 67 anni. Come dicevamo in premessa due misure piuttosto diverse tra loro, anche dal punto di vista dei requisiti. L’Ape sociale infatti permette di uscire già 63 anni di età, mentre la quota 102 parte dai 64 anni per la pensione.

La quota 102 è aperta a tutti i lavoratori indistintamente tra categorie o attività di lavoro svolto. L’Ape sociale invece è dedicata sostanzialmente ai lavori gravosi, agli invalidi, ai disoccupati e ai caregivers. Il nostro lettore rientra tra i lavori gravosi e quindi pare abbia diritto all’Ape sociale. Anzi, ha diritto al momento solo all’Ape sociale dal momento che dice di aver maturato 36 anni di contributi versati. Infatti la misura consente l’anticipo a condizione che siano stati maturati 36 anni di contribuzione per i lavori gravosi, mentre servono 30 anni per le altre categorie a cui la misura è dedicata. Per la quota 102 invece ci vogliono 38 anni di contributi versati, cosa che il nostro lettore ancora deve raggiungere. Ma ci dice di poter colmare questa carenza di due anni, con il riscatto di una parte del corso di laurea. 

Tutti i vincoli della pensione con l’Ape sociale che quota 102 non presenta

Avesse avuto già 38 anni di contributi versati il nostro lettore, per andare in pensione a 64 anni non avremmo potuto che consigliargli di passare subito a scegliere quota 102 e non l’Ape sociale dal momento che il paragone fra le due misure dal punto di vista del beneficio economico non si pone. L’Ape sociale infatti nasce come una misura quasi assistenziale più che previdenziale. Viene erogata a termine fino a 67 anni di età essendo un assegno di accompagnamento alla pensione vera e propria. Inoltre con l’Ape sociale non si può percepire una pensione più alta di 1.500 euro al mese e non prevede maggiorazione sociale, integrazione al trattamento minimo e non è una misura reversibile in caso di decesso prematuro del pensionato. Inoltre l’anticipo pensionistico sociale non ha la tredicesima mensilità. Infatti la prestazione è erogata su 12 mesi e non su 13. Tutti questi vincoli la quota 102 non li ha e pertanto è evidente che si tratti di una misura migliore rispetto all’altra.

Riscattare i contributi conviene o no

Il nostro lettore però non ha 38 anni di contributi versati e quindi deve valutare la convenienza al versamento di due anni di contribuzione, praticamente volontaria, nel momento che c’è da riscattare due anni del corso di laurea. In pratica il nostro lettore si trova innanzi ad un bivio, in un caso che potremmo definire scolastico. Scegliere di pagare subito spendendo dei soldi arrivando a 38 anni di contributi versati oppure rinunciare ad un mese di pensione all’anno (la tredicesima) fino ai 67 anni di età. Va ricordato che per il riscatto della laurea, l’onere da versare deve essere completato prima di presentare domanda di pensione e quindi l’esborso per il nostro lettore dovrebbe essere in unica soluzione è immediatamente. Per quanto concerne il riscatto agevolato del corso di laurea, va ricordato che questo può essere sfruttato soltanto per chi opta per il sistema contributivo, e parlando di una carriera lunga oltre 30 anni, significa perdere una buona parte della pensione spettante. 

Quanto costa il riscatto del corso di laurea per la pensione

riscatto laurea
Il riscatto del corso di laurea può arrivare massimo a 5 anni. In pratica possono essere trasformati come utili alla pensione 5 anni del corso di studio universitario. Al nostro infermiere in questo caso servirebbero solo due anni e quindi il corrispettivo da versare sarebbe inferiore a chi desidera rendere utili alla pensione tutti e 5 gli anni di studio. Il meccanismo con cui si calcola l’onere è quello della cosiddetta riserva matematica. In termini pratici si passa al calcolo di due tipologie di pensioni, la prima spettante senza utilizzare gli anni del riscatto di laurea e la seconda utilizzando proprio questi anni in più utili. La differenza tra le due pensioni è la base con cui viene calcolato l’onere del riscatto. Questa differenza viene passata per dei coefficienti collegati al genere del richiedente, all’età e ai contributi versati alla data del riscatto.

La riserva matematica si applica ai periodi universitari da riscattare che ricadono prima del 1996 cioè nel sistema retributivo.  

Pensione a 64 anni: meglio l’Ape sociale, ecco perché 

pensione anticipata

Bisogna calcolare che il riscatto agevolato del corso di studio, introdotto da gennaio 2019 con la legge di Bilancio di quell’anno, impone di pagare circa 5.200 euro per anno di studio riscattato. È evidente che in questo caso il nostro lettore dovrebbe sborsare oltre 10.000 euro per riscattare due soli anni di contributi utili a poter accedere alla quota 102. Avendo 64 anni di età e quindi avendo diritto all’Ape sociale, perderebbe, sfruttando la misura solo 3 mensilità (le 3 tredicesime spettanti). Quindi, una perdita di 4.500 euro massimo. È evidente che il consiglio che diamo al nostro lettore è quello di lasciare tutto come sta e di catapultarsi immediatamente sull’Ape sociale escludendo l’ipotesi della quota 102 con riscatto dei contributi. Questo nonostante due anni di contributi riscattati determinerebbero una pensione più alta per tutto il resto della vita del richiedente.