C’è una misura che in questi anni ha rappresentato un valido strumento di anticipo pensionistico per molti lavoratori che però rischia di chiudere i battenti alla fine del 2022. La misura si chiama quota 102 ed è quella misura che ha consentito a molti lavoratori di accedere alla pensione a 64 anni di età. Tra le ipotesi che si fanno per quanto concerne il 2023, anche la quota 102 entra tra quelle potenzialmente da prorogare. In sostanza, grazie alla quota 102 i lavoratori hanno potuto godere di un trattamento privilegiato in termini di uscita dal posto di lavoro con un assegno anticipato rispetto ai 67 anni di età.

Ma a prescindere dalla proroga, o da ipotetiche nuove misure o riforme, ci sono lavoratori che riusciranno ad uscire anche nel 2023 grazie a questo strumento.

“Gentile redazione, sono un lavoratore edile ed ho completato 38 anni di contributi lo scorso mese di giugno. Almeno stando al mio estratto conto aggiornato al 30 giugno. Sono nato il 25 giugno 1958. Sono un lavoratore edile da sempre e credo abbia diritto alla pensione con la quota 100. So che nel 2023 la quota 100 non ci sarà più perché scade nel 2022. Il mio datore di lavoro è mio genero. Ed ha preso due lavori di ristrutturazione da completare entro i primi tre mesi del 2023. Ed ha bisogno di me per lavorare. Posso continuare a lavorare fino alla fine di questi cantieri e poi presentare domanda di pensione o perdo il diritto? Oppure, posso andare in pensione e trovare il modo per lavorare comunque? Grazie in anticipo per la risposta.” 

Tutti i vincoli della pensione a 64 anni 

Dal primo gennaio 2022 è entrata in vigore una misura che si chiama quota 102. La misura altro non è che una riproposizione della quota 100 con un’età di uscita dal lavoro di due anni più alta. Infatti con la quota 100, scaduta il 31 dicembre 2021 si usciva dal lavoro a partire dalla combinazione 62+38, dove 62 è l’età minima di uscita e 38 sono gli anni di contributi minimi da racimolare.

Con la quota 102 invece, la prima combinazione utile è 64+38. In pratica servono almeno 38 anni di contributi versati ed almeno 64 anni di età per sfruttare la quota 102, e vanno completati entro la fine del corrente anno. 

Un solo anno di funzionamento per la pensione a 64 anni di età 

La quota 102 fu introdotta in via sperimentale e valida solo per un anno cioè dal primo gennaio 2022 al 31 dicembre 2022. In pratica l’uscita è ammessa a condizione che entrambi i requisiti minimi previsti siano completati entro la fine del 2022. Per questo il nostro lettore che ha già compiuto 64 anni di età ed ha già 38 anni di contributi versati ha il diritto di accedere alla quota 102 anche adesso, immediatamente. Deve sapere però che nel momento in cui va in pensione con la quota 102 non potrà più lavorare, o quantomeno non potrà proseguire la sua attività di lavoratore edile. Infatti per la misura così come per quota 100, vige il divieto di cumulo con altri redditi di lavoro ad eccezione di quelli da lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui. 

La cristallizzazione del diritto a quota 102 

Pensionati fiscalmente a carico

Foto: Web

In definitiva, il nostro lettore, che ha la necessità di proseguire l’attività per dare una mano al genero titolare dell’impresa, non può andare in pensione e continuare ad essere assunto dall’azienda. Tra l’altro sarebbe troppo lunga la procedura per diventare lavoratore autonomo e dichiarare di svolgere un’attività di lavoro autonomo occasionale in edilizia per i primi tre mesi del 2023 ed in tempo utile per terminare gli appalti presi da suo genero. Delle due l’una, perché o sceglie di restare a lavorare o di lasciare il lavoro con la quota 102.

Questo per lo meno nell’immediato, perché come vedremo, il nostro lavoratore ha una soluzione fattibile. E si chiama cristallizzazione del diritto. 

SI può rimandare l’uscita in molti casi, anche a misura cessata 

Resta il fatto che il nostro lettore può benissimo rimandare l’uscita dal lavoro con quota 102 all’anno venturo. Infatti anche per la quota 102, come era per la quota 100 l’anno precedente o come per qualsiasi altra misura previdenziale, vige il meccanismo della cristallizzazione del diritto. In pratica il lettore avendo maturato i requisiti utili alla quota 102 in tempo utile prima della sua scadenza, potrà goderne anche negli anni successivi. E questo a prescindere dal fatto che la misura sia ancora in vigore o meno. In altri termini potrà continuare a lavorare fino a marzo del 2023 per poi passare alla domanda di pensionamento vera e propria con la quota 102 dopo aver chiuso l’attività lavorativa con suo genero.  

La domanda di certificazione del diritto alla pensione 

Farebbe bene comunque a provvedere subito a chiedere all’INPS la certificazione del diritto alla quota 102. Infatti potrebbe farsi certificare dall‘INPS il diritto alla pensione con la quota 102 per poter utilizzarla nel momento in cui deciderà davvero di andare in pensione. Occorre dire infatti che la quota 102 è una misura flessibile, perché anche partendo dai 64 anni di età non impone l’uscita proprio a quell’età, ma deve essere il lavoratore a scegliere quando lasciare il lavoro con i requisiti agevolati che la misura offre. Ricapitolando, il consiglio per il lettore sarebbe quello di resistere al lavoro ancora qualche mese, non lasciando suo genero in difficoltà e poi pensionarsi come vorrebbe. Non perderà il diritto alla pensione a 64 anni e non dovrà poi per forza attendere i 67 anni di età.