Sono sostanzialmente due le grandi novità per le pensioni del 2024 con cui i lavoratori si dovranno interfacciare. Una è la quota 103. L’altra invece è la misura a 63 anni e 5 mesi di età che non sappiamo se si chiamerà ancora Ape sociale o se cambierà il nome. Ma a prescindere dal nome che assumerà, finirà con il riguardare le stesse categorie di lavoratori e contribuenti. Quindi una la quota 103 permetterà di uscire a 62 anni di età mentre l’altra permetterà di uscire a 63 anni e 5 mesi.

Ma la differenza tra le due misure non è soltanto questa. Molti lavoratori infatti ci chiedono quale sia la via più conveniente per poter lasciare il lavoro con una delle due misure nel 2024. Un tipico esempio è il quesito qui sotto riportato di un lavoratore edile che potrebbe nel 2024 scegliere tra le due vie di uscita anticipata. Perché c’è anche chi può scegliere come e quando lasciare il lavoro.

“Buonasera, sono un lavoratore edile che nel 2024 a febbraio compirà 63 anni di età. Completo i 41 anni di contributi versati però soltanto a dicembre. Voi come esperti, capirete immediatamente che ho le carte in regola per andare in pensione subito con l’Ape sociale, mentre lavorando qualche altro mese potrò lasciare il lavoro con la quota 103. Cosa mi consigliate di fare? So che le misure sono differenti tra loro e volevo capire quale delle due mi conveniva di più. Grazie per la vostra risposta se potete e vi porgo i miei distinti saluti.”

Pensione a 63 anni o a 62 anni? Ecco come scegliere nel 2024 la via migliore per lasciare il lavoro

Due misure che consentono di andare in pensione in anticipo rispetto ai 67 anni della pensione di vecchiaia ordinaria. Infatti le due misure inserite nella manovra di fine anno dal Governo permettono un anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia ordinaria. Una con un anticipo di 4 anni, l’altra invece con un anticipo di 5 anni.

Chi, come il nostro lettore, si trova ad aver maturato il diritto ad andare in pensione con entrambe le misure o che si trova in prossimità di maturare questo diritto, può optare per una delle due misure.

Ma quale delle due conviene di più? Una domanda alla quale non è certo semplice rispondere. Anche perché molto cambia da lavoratore a lavoratore. Anche perché si tratta di due misure che, a fronte dell’anticipo, presentano alcune caratteristiche particolari, con penalizzazioni e trattamenti non certo favorevoli per il pensionato.

Età diverse ma anche contributi diversi tra le due misure di pensione anticipata 2024

Con la quota 103 possono andare in pensione i lavoratori che hanno compiuto almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi versati. Con l’Ape sociale di oggi, a prescindere da come si chiamerà nel 2024, il Governo ha deciso di inserire il limite dei contributi per tutti a 36 anni. Infatti verrebbe meno nel 2024 la distinzione di cui godevano i disoccupati, gli invalidi e i caregiver che potevano lasciare il lavoro con 30 anni di contributi versati.

La nuova quota 103: lo sai che c’è il calcolo contributivo obbligatorio?

La quota 103 per come è stata confermata nella legge di Bilancio per l’anno 2024 avrà un limite di importo pari a massimo quattro volte il trattamento minimo INPS. Infatti una delle novità è proprio il cambiamento di questo limite che passa da cinque volte il trattamento minimo a sole quattro volte. Inoltre la pensione con la quota 103 è calcolata interamente con il sistema contributivo. Significa che i lavoratori che hanno versamenti importanti prima del 1996, rischiano di subire una netta penalizzazione di assegno. Parliamo dei lavoratori che hanno 18 o più anni di contributi versati prima del 1996.

Infine la quota 103 è una misura che prevede una finestra mobile di attesa.

In pratica la pensione slitta di diversi mesi rispetto alla data di maturazione dei requisiti. Pertanto, dovranno attendere 7 mesi i lavoratori del settore privato. Mentre dovranno attendere 9 mesi quelli del pubblico impiego (a eccezione di quelli della scuola, con la pensione che come decorrenza è collegata sempre all’anno scolastico e non all’anno solare).

Se la quota 103 è penalizzante, lo è anche l’Ape sociale 2024

Quindi, calcolo della pensione penalizzante, finestre lunghe per il primo rateo da incassare e limite di importo. Sono le limitazioni di quota 103, una misura che sta facendo molto discutere per come viene prevista per il 2024. Ma anche l’Ape sociale 2024 non è esente da limiti. Innanzitutto per quanto concerne la platea degli aventi diritto. Che in effetti restano sempre le solite quattro categorie:

  • Invalidi;
  • Caregiver;
  • Lavori gravosi;
  • Disoccupati.

Tutti i limiti delle due misure, ecco alcune cose da conoscere

Ripetiamo però che c’è chi, rientrando in una delle categorie sopracitate, può trovare il diritto a rientrare in entrambe le misure. Ma anche sull’Ape sociale sarà attivo un limite di importo della prestazione. Che non potrà superare i 1.500 euro al mese. Come per la quota 103, questo limite di importo viene subito dal pensionato fino alla fine dell’anticipo. La quota 103 infatti a 67 anni viene ricalcolata con l’aggiunta della parte di pensione eventualmente mancante.

Per l’Ape sociale invece, la prestazione cessa a 67 anni e gli interessati devono presentare domanda di pensione di vecchiaia, con tanto di ricalcolo dell’importo spettante. Che diventa molto superiore a quello percepito con l’anticipo. Perché l’Ape sociale anche nel 2024 sarà una prestazione priva di tredicesima, maggiorazioni, indicizzazione e non reversibile.