La riforma delle pensioni slitta di qualche anno. Ormai la linea presa dall’esecutivo Meloni è questa e non si scappa. Infatti tra le varie ipotesi e le tante nuove misure che si pensava dovessero essere varate, nulla potrà essere fatto nel 2024. Troppo pochi i soldi in cassa (4 miliardi dei 40 della manovra), troppe le altre priorità del Governo. E troppo ristretti i tempi che portano alla legge di Bilancio 2024.

E allora ecco che nel pacchetto pensioni della manovra ci sarà solo la proroga di 12 mesi delle misure che scadono il 31 dicembre 2024.

Sembra praticamente certa la riproposizione di Opzione donna (con piccoli correttivi), dell’Ape sociale e di Quota 103. Ma è proprio su quest’ultima misura che bisogna capire a chi sarà destinata l’anno venturo e chi si gioverà di questa nuova via di pensionamento entrata in vigore nel 2023, valida solo 12 mesi, ma destinata a estendersi come durata.

“Buonasera, sono un lavoratore che nel 2024 completerà 41 anni di contributi versati. Sono nato nel 1962 e mi chiedevo se ci fossero delle misure per la pensione con questi miei requisiti. Sono un lavoratore del settore tessile, lavoro in un atelier e volevo capire quali erano le eventuali mie possibilità di andare in pensione. Grazie”

Pensione a 62 anni nel 2024? come funzionerà la proroga della quota 103

Con 41 anni di contributi versati ci saranno anche nel 2024 due strade di pensionamento. La prima è certa già oggi, ed è Quota 41, la misura destinata a determinati lavoratori precoci. Ma praticamente sicura è anche la pensione con Quota 103, che probabilmente il governo prorogherà a tutto il 2024. In pratica, anche il nostro lettore nato nel 1962, al compimento dei 62 anni di età e con i suoi 41 anni di contributi, potrà accedere alla pensione in anticipo sia sull’età anagrafica dei 67 anni per la pensione di vecchiaia che per i 41 anni e 10 mesi delle pensioni anticipate ordinarie.

La misura sarà fruibile quindi da chi completa entrambi i requisiti minimi nel 2024. Sarà ancora in vigore il divieto di cumulo dei redditi di pensione con i redditi da lavoro. Infatti i neo pensionati di quota 103, come accadeva con la quota 100 e la quota 102, non potranno lavorare e arrotondare con uno stipendio o altro reddito da lavoro, ciò che prendono di pensione. Un vincolo che durerà fino ai 67 anni e che ha una unica eccezione.

Infatti l’unico lavoro ammesso è quello autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo. Inoltre la prestazione sarò anche nel 2024 di importo massimo non superiore a 5 volte il trattamento minimo. Non appena la proroga sarà ufficializzata, bisognerà attendere il nuovo importo soglia del trattamento minimo INPS in modo tale da capire a quanto ammonterà la pensione massima erogabile ai nuovi beneficiari di quota 103.

La quota 41 per i precoci ancora nel 2024

L’altra via, che il nostro lettore però non dovrebbe poter percorrere, non ha vincoli di cumulo con redditi da lavoro e vincoli di importo. Ma non è fruibile dalla generalità dei lavoratori in quanto è destinata solo a precoci e di un verto genere. La misura si chiama quota 41 ed è destinata a lavoratori che hanno almeno un anno di contributi versati prima dei 19 anni di età. A prescindere che i 12 mesi siano in continuità o meno.

Non ci sono limiti anagrafici per la quota 41 per i precoci, ma la misura è destinata solo a 4 categorie. Ci sono gli invalidi al 74% almeno o i soggetti che convivono con un familiare disabile grave da almeno 6 mesi prima di presentare domanda di pensione con quota 41 precoci. Poi ci sono i disoccupati che da almeno 3 mesi hanno finito di percepire l’ultima Naspi loro spettante. Infine i lavori addetti ai lavori gravosi, cioè che per 7 degli ultimi 10 anni o per 6 degli ultimi 7 anni hanno svolto una delle 15 attività di lavoro gravoso previste e cioè:

  • facchini;
  • edili;
  • gruisti;
  • addetti ai servizi di pulizia senza qualifica;
  • netturbini e addetti allo smaltimento dei rifiuti;
  • maestre, maestri ed educatori di asili nido e scuola dell’infanzia;
  • camionisti;
  • conciatori di pelli e pellicce;
  • infermieri delle sale operatorie ed ostetriche delle sale parto;
  • agricoli;
  • siderurgici;
  • marittimi;
  • pescatori;
  • badanti e addetti alla cura di persone non autosufficienti;
  • Macchinisti dei treni e personale ferroviario viaggiante.

Quali le possibilità di pensionamento a 62 anni l’anno prossimo

Ricapitolando, esiste una sola misura che consente di accedere alla pensione a 62 anni, se si parla di questa età come quella minima prevista dalla normativa relativa ad una specifica misura.

E parliamo della sopra citata quota 103. Ma a 62 anni si può uscire pure con la quota 41 precoci, rispettando naturalmente i requisiti prima detti. Perché si tratta di una misura distaccata da qualsiasi limite anagrafico. E poi abbiamo la pensione anticipata ordinaria, anche in questo caso priva di qualsiasi requisito anagrafico. In questo caso servono:

  • 42,10 anni di contributi per gli uomini;
  • 41,10 anni di contributi per le donne;
  • 35 anni di contributi effettivi da lavoro per tutti.

Nulla vieta di uscire a 62 anni per chi ha l’80% di disabilità pensionabile. Parliamo di invalidità specifica per le mansioni lavorative svolte, situazione che può permettere il pensionamento a partire dai 56 anni per le donne e dai 61 anni per gli uomini. E per tutti, con solo 20 anni di contributi versati. La misura è la pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile. Per gli usuranti che compiono i 62 anni nel 2024 (ma bastano 61,7 anni di età), con 35 anni di contributi è possibile anche sfruttare lo scivolo usuranti con quota 97,6.

In questo caso bisogna essere un lavoratore notturno, un autista di mezzi di trasporto pubblici, un operaio delle linee a catena o svolgere una mansione usurante. Necessario che tali attività lavorative siano state effettuate per la metà della vita lavorativa o per 7 degli ultimi 10 anni.