Sulle pensioni cantiere che riaprirà presto, almeno stando alle indiscrezioni che arrivano da fonti vicine al governo. Presto riprenderanno i summit tra governo e sindacati, per iniziare ad approntare la riforma delle pensioni e per iniziare a lavorare sul pacchetto pensioni della ormai prossima legge di Bilancio. Ma quali novità dovranno attendersi i lavoratori e i pensionati? Le domande che ci arrivano sono praticamente sempre le stesse. Si parte da quelle relative a soggetti che vogliono andare in pensione e aspettano buone nuove e altrettanto nuove misure.

Ma c’è chi pensionato lo è già e chiede di ricevere una pensione più alta di quella che incassa oggi.

“Salve, avrei un quesito per voi. Farò 62 anni a marzo del 2024 e vorrei sapere se ci sarà ancora la possibilità di andare in pensione l’anno venturo a questa età. Ho fatto già i miei personali conteggi e non posso andare in pensione se non sfruttando la quota 103, sempre che questa venga confermata nel 2024. Ma ci sono possibilità che la conferma arrivi davvero?”

“Salve, sto sentendo dire che il Governo ha intenzione di portare a compimento ciò che Berlusconi ha promesso l’anno scorso, cioè portare le pensioni minime a 1.000 euro. Secondo voi dal 2024 questa cosa può diventare realtà?”

Le pensioni a 62 anni nel 2024? probabilmente si potrà ancora

Presto riaprirà il tavolo tra governo e sindacati, e si ripartirà dal punto di partenze, cioè dalle casse pubbliche che sono scadenti come coperture, e dalla spesa previdenziale che non può essere aumentata in maniera considerevole. Tradotto in termini pratici, la cattiva notizia è che la tanto attesa riforma non ci sarà, almeno non nella legge di Bilancio. Paradossalmente questa è una buona notizia per quanti attendono semplicemente la conferma di alcune vecchie misure che anziché scadere il 31 dicembre 2023, potrebbero scadere il 31 dicembre del 2024. E tra queste misure c’è la quota 41 per chi ha compiuto 62 anni, o meglio c’è la quota 103.

Se non si potrà fare la quota 41 per tutti, se non si potrà completare il progetto delle pensioni flessibili a 62 anni, ecco che la proroga di quota 103 era e resta la via più semplice per detonare il problema delle pensioni nel 2024. Perché un problema, se si lasceranno scadere queste misure senza una proroga (e parliamo anche di opzione donna e Ape sociale), ci sarà. E sarà quello dello scalone. Per esempio il nostro primo lettore potrebbe, a misura non confermata, subire una penalizzazione di 5 anni rispetto a chi i 62 anni li ha completati nel 2023.

A rischio i nati nel 1962 senza una proroga di quota 103

Per evitare che il nato nel 1961 possa sfruttare l’uscita a 62 anni con 41 di contributi di quota 103, e invece chi è nato nel 1962 no, ecco che si rende necessaria la conferma della quota 103 anche nel 2024. Il governo e i sindacati discutono proprio di prorogare quota 103. Facendo praticamente gli stessi ragionamenti sullo scalone, fatti per la fine delle vecchie quota 100 e quota 102.

Per evitare di penalizzare troppo determinati lavoratori, ecco che la quota 103 ha discrete possibilità di essere prorogata. E di restare praticamente identica al 2023. Pertanto in pensione già a partire dai 62 anni, ma una volta raggiunti anche i 41 anni di contributi. E poi, divieto di cumulo dei redditi da pensione con i redditi da lavoro (tranne che per il lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo) e pensione massimo pari a 5 volte il trattamento minimo.

La quota 103 ancora per un anno, ecco la misura anti scalone

Secondo alcune indiscrezioni appare probabile la proroga di quota 103 anche per il 2024. E si garantirebbe la possibilità di un pensionamento anticipato a chi ha una lunga carriera contributiva. A maggior ragione se si considera che la quota 103 nel 2023 ha già superato, come uscite, il risultato della quota 102 nel 2022.

Significa che è una misura che funziona. Ma il fatto che la misura sia molto appetibile potrebbe essere un fattore di difficoltà per il governo nel varare la proroga. Perché come già detto l’obbiettivo è di contenere la spesa pubblica per le pensioni, non di aumentarla. O al massimo, di aumentarla di poco. Bisogna fare i conti con le difficoltà economiche dello Stato e con la necessità di trovare risorse per altre urgenze, come lo è l’aumento delle pensioni minime.

Minime a 1.000 euro nel 2024? forse no, ma aumenti ci saranno lo stesso

Non fosse altro perché risulta sempre un autentico cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi, l’aumento delle minime è tornato di strettissima attualità. Con la morte del Cavaliere infatti, molti esponenti politici hanno preso l’aumento delle minime come un esempio di ciò che il compianto ex Premier voleva fare. Portare le minime a 1.000 euro come anni fa proprio Berlusconi fece con l’incremento al milione sarebbe una soluzione auspicata da molti politici. E naturalmente attesa da molti pensionati.

Infatti in Italia c’è sempre questo problema delle pensioni troppo basse per molti. E allora ecco che passare di colpo alle minime a 1.000 euro potrebbe essere una via davvero importante per milioni di pensionati. Probabilmente, sempre per la pochezza delle risorse disponibili, a 1.000 euro non si arriverà lo stesso. Ma ciò non vuol dire che buone notizie non arriveranno con la legge di Bilancio. Infatti ultimamente si parla di un ritocco delle minime, ma solo per determinati pensionati nel 2024.

Aumento per l’inflazione ma non solo, ecco le ipotesi sulle pensioni minime 2024

Il Governo Meloni sembra sia portato a pensare di aumentare le minime a 700 euro nel 2024. Questa l’ultima indiscrezione che trapela dalle stanze del dossier previdenziale. Un aumento importante, ma non per tutti e quindi solo per qualcuno. E si parla di incrementi per chi ha compiuto almeno 75 anni di età.

Il 2024 dovrebbe portare automaticamente ad un aumento, e questo a prescindere dalle decisioni del governo. L’inflazione e la perequazione porteranno gli assegni ad avvicinarsi per tutti a 600 euro (sempre parlando di pensioni minime). Il governo per gli over 75 starebbe programmando un aumento ulteriore. Più o meno ciò che è successo già oggi.

Perché nel 2023 l’attuale governo ha deciso di portare a circa 600 euro al mese già adesso le pensioni di chi ha 75 anni di età almeno. Per questi pensionati le minime sono salite infatti a 599,82 euro al mese. A differenze di chi è al di sotto dei 75 anni di età le cui minime sono salite a 572,20. Le previsioni sulle indicizzazioni delle pensioni parlano di un incremento per l’inflazione pari al 5,4% (anche il DEF lo ha confermato come dato previsionale). L’aumento delle minime, come ci chiede il secondo lettore appare oggi molto probabile. Non saranno 1.000 euro, ma sarà pur sempre qualcosa.