Il forse è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre delle possibilità, non certezze… Perché non cerca la fine, ma va verso l’infinito“, affermava Giacomo Leopardi.

Avere qualche dubbio può aiutare a vivere meglio, perché permette di non prendere tutto alla leggera, bensì porta a ponderare bene ogni situazione e possibilità. Nulla d’altronde deve essere dato per scontato. La vita infatti è piena di imprevisti e può capitare che non sempre le cose vadano come sperato. Un concetto che ben si adatta ai contesti più disparati, come quello privato e lavorativo.

Ma non solo, anche la burocrazia sembra spesso giocare con noi, rendendo complicato l’accesso alle varie misure. Ne sono un chiaro esempio i tanti lavoratori che non sanno bene quando potranno finalmente andare in pensione, dato che nel corso degli anni i requisiti anagrafici e contributivi sono stati cambiati e spesso inaspriti. Basti pensare che per la pensione di vecchiaia si deve avere almeno 67 anni. Questo, però, non riguarda tutti. Sono ancora molti, infatti, a poter uscire prima dal mondo del lavoro, addirittura all’età di 60 anni. Ecco in quali casi e i requisiti richiesti.

In pensione a 60 anni: ecco quando è ancora possibile

Andare in pensione all’età di 60 anni è possibile. Diverse, infatti, sono le soluzioni disponibili, come le seguenti:

  • Assegno straordinario di sostegno al reddito. Si tratta di una forma di accompagnamento alla pensione di cui è possibile beneficiare fino a massimo sette anni prima dall’uscita del mondo del lavoro così come previsto con la pensione di anzianità, ovvero 67 anni. Dall’importo uguale a quello del trattamento pensionistico, per beneficiare di tale misura è necessario che sia stato stipulato un accordo collettivo aziendale o territoriale.
  • Isopensione. Permette ai datori di lavoro con più di quindici dipendenti e alle prese con una situazione di eccedenza di personale, di poter concordare un piano di esodo anticipato a carico dell’azienda stessa. In questo modo i lavoratori interessati possono andare in pensione all’età 60 anni, ovvero con ben sette anni di anticipo rispetto a quella ordinaria.
  • Lavoratori precoci. Questa misura permette di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro a qualsiasi età. Il tutto purché il soggetto interessato abbia maturato 41 anni di contributi, di cui almeno uno deve risultare versato prima del compimento del diciannovesimo anno di età. Deve essere inoltre in possesso di ulteriore requisiti, come rientrare in una di queste categorie:
    • disoccupato in seguito a licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
    • soggetto che presta assistenza e convive da almeno sei mesi con il coniuge o un famigliare non autosufficiente;
    • riduzione della capacità lavorativa che risulta uguale o superiore al 74%;
    • persone che svolgono attività usuranti o gravose.
  • Opzione Donna.
    Destinato alle donne lavoratrici, è possibile beneficiare di tale misura anche nell’anno in corso. Rispetto al passato ci sono alcuni cambiamenti. In particolare, come spiegato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è possibile andare: “in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. Opzione donna è riservata a particolari categorie: caregiver, invalide (invalidità superiore o uguale al 74%) e lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende per le quali è attivo un tavolo di crisi”.