La grande novità presente nel Decreto Lavoro ultimato il primo maggio scorso dal Consiglio dei Ministri è senza dubbio la Garanzia per l’Inclusione. Si tratta di quella misura individuata come sostitutiva del reddito di cittadinanza. A far data dal 1° gennaio 2024, se tutto verrà confermato, ecco quindi che il sussidio cambierà nome e aspetto. E dal momento che la nuova misura sostituirà in toto la precedente, la sostituirà anche per quanto concerne lo spaccato della pensione di cittadinanza. Così come il reddito di cittadinanza per soggetti in età pensionabile veniva chiamato pensione di cittadinanza, così la nuova misura garantirà sostegno agli stessi individui.

E per soggetti in età pensionabile parliamo di persone con almeno 67 anni di età compiuti. Ma cosa riserva la nuova misura per gli over 67?

“Buonasera, sono una pensionata con assegno basso e con pensione di cittadinanza percepita fin da quando nel 2019 il Governo ha varato il reddito di cittadinanza. Adesso che questa misura volge al termine e in vista della nuova misura che alla festa dei lavoratori anche i sindacati hanno presentato se non erro, cosa mi toccherà?”

Garanzia per l’inclusione e nuova pensione di cittadinanza, ecco la guida

Per chi è in età da pensione, cioè per chi ha superato i 67 anni di età, la Garanzia per l’Inclusione non mancherà di prevedere tutele. Infatti alla stregua del precedente reddito di cittadinanza, anche la Garanzia per l’inclusione seguirà le stesse medesime regole della pensione di cittadinanza. In pratica, per i pensionati con redditi entro una determinata soglia, la nuova misura continuerà a prevedere l’integrazione reddituale fino al raggiungimento dei 630 euro al mese. Inoltre, resterà anche la componente dell’affitto imputato, che per la pensione di cittadinanza è stata pari a 150 euro al mese. In pratica un pensionato over 67 con pensione bassa e limiti ISEE prestabiliti, se vive a casa in affitto e con contratto registrato, prenderà 780 euro al mese.

Le cifre della nuova misura per i soggetti over 67

La nuova misura prenderà il posto del reddito di cittadinanza e di conseguenza anche della pensione di cittadinanza. Su questo oramai ci sono pochi dubbi. Tanto è vero che si attende solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto. La soglia ISEE valida per la pensione di cittadinanza dovrebbe essere pari a 9.360 euro. Ed anche la soglia reddituale del pensionato single dovrebbe essere la medesima anche per la nuova misura e quindi sarà fissata a 7.560 euro. Usiamo il condizionale proprio perché l’entrata in vigore del decreto è subordinata alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Naturalmente la cifra che verrà incassata dal pensionato integrerà la pensione come successo in questi anni con la misura che l’ha preceduta.

Come dicevamo, fino a 630 euro di integrazione. Significa che chi prende una pensione pari a 550 euro al mese riceverà 80 euro di integrazione. Come ha già ricevuto in questi anni con la pensione di cittadinanza. Se vive in affitto e con contratto registrato presso l’Agenzia delle Entrate, ecco che l’importo percepito salirà a 230 euro, cioè 150 euro (l’affitto imputato) in aggiunta agli 80 euro già citati.

L’ISEE è fondamentale per prendere la pensione di cittadinanza anche nel 2024

Dal momento che parliamo di una misura che entrerà probabilmente in vigore l’anno venturo, è evidente che il diretto interessato deve munirsi di un ISEE in corso di validità. La prestazione non può essere erogata se non si presenta prima una DSU (Dichiarazione sostitutiva unica) all’INPS per ottenere l’ISEE. Chi non ha mani ottenuto l’ISEE dovrebbe provvedervi. Chi invece lo fa ogni anno, prima di presentare domanda per la nuova misura, dovrebbe rinnovarlo visto che gli ISEE comunemente scadono il 31 dicembre di ogni anno.

E la nuova misura entrerà in funzione dal 1° gennaio del 2024, quando gli ISEE del 2023 saranno ormai obsoleti e non più validi.