Tra l’ammortizzatore sociale, il pensionamento e la gestione di esuberi o di riduzione del personale, ecco che nel sistema lavoro e pensioni italiano c’è la misura adatta a dare vantaggio sia ai lavoratori che ai datori di lavoro. Il contratto di espansione infatti è quella misura nata con il DL n° 148 del 2015. Si tratta di un decreto che regola gli ammortizzatori sociali, ecco perché quando si parla di contratto di espansione, non si può negare il suo lato relativo proprio agli ammortizzatori sociali oltre che a quello previdenziale.

Un prodotto questo che serve al lavoratore per anticipare la pensione quando si è arrivati alla soglia dei 5 anni mancanti come età per la pensione di vecchiaia o come contributi per la pensione anticipata. Ma che serve all’azienda che vuole ridurre personale, migliorare l’organico dipendenti e ristrutturare l’azienda dal punto di vista delle dotazioni organiche. Parliamo quindi di uno strumento atto a favorire il ricambio generazionale nelle aziende. Ma non in tutte le aziende e non per tutti i lavoratori.

Le domande poste dai nostri lettori

“Buonasera, sono un operaio metalmeccanico di una grande azienda italiana. Ho compiuto 63 anni di età e pare che la mia azienda abbia in programma di avviare i contratti di espansione. E io come età potrei essere messo in prepensionamento. Mi dite come funzionerebbe la mia pensione e se ci rimetto qualcosa?”

“Gentile redazione, volevo capire se perdo molto adesso che dovrei essere uno degli operai che finiranno con l’essere messi in prepensionamento dalla mia azienda. Pare infatti che presto il mio datore di lavoro mi inserirà nell’elenco dei lavoratori da pre-pensionare con il contratto di espansione. Ho 38 anni di contributi versati e 58 anni di età. Ho lavorato sempre per loro, ma non vorrei che adesso, uscendo dal lavoro perdo diritti e pensione.

Parlo di importi naturalmente. Il sindacato a cui mi sono iscritto mi dice di no, e dice di aver già trovato l’intesa con l’azienda. Ma non mi fido. Voi cosa ne pensate'”

Pensione a 62 anni o con 37 anni e 10 mesi di contributi: ecco vantaggi per lavoratore e aziende

I quesiti dei nostri lettori che fanno riferimento al contratto di espansione oltre che tanti, sono sempre molto interessanti. Perché la misura, non è certo una delle cose più semplici da capire. Innanzi tutto va detto che il contratto di espansione non può riguardare lavoratori che non si trovano ad aver già compiuto almeno 62 anni di età o che non sono arrivati ad aver maturato già 37 anni e 10 mesi di contributi versati. Perché la misura riguarda lavoratori che si trovano a 5 anni dal completamento dei requisiti o della pensione di vecchiaia o della pensione anticipata.

Inoltre, dal punto di vista del datore di lavoro, non possono avviare questo genere di contratto, le aziende che hanno meno di 50 dipendenti in organico. La misura aggiornata continuamente, partiva addirittura da azienda con almeno 1.000 dipendenti. Poi si è scesi anche ad aziende piccole.