La pensione nel 2023 avrà canali di uscita che, come al solito, sono differenti da lavoratore a lavoratore. Al netto delle modifiche che il Governo inserirà nella Legge di Bilancio, siano esse proroghe di vecchie misure o novità vere e proprie, ogni lavoratore ha i suoi canali. E questa è una cosa già oggi in funzione. Ci sono misure di pensionamento differenti in base alla categoria di appartenenza che determinano uscite anticipate per qualcuno, mentre per altri no. E nel 2023 sarà lo stesso.

Per questo i dubbi di molti lavoratori che vedono amici e colleghi uscire prima dal lavoro, cosa per loro non ammessa, sono sempre tanti.

“Gentile redazione, vorrei un consiglio da parte vostra per verificare se, come penso io, potrò andare in pensione prima del previsto. Mio cognato per esempio, è riuscito ad andare in pensione già l’anno scorso a 62 anni di età. Io invece oggi ho 60 anni e vorrei quanto meno riuscire a centrare la sua stessa pensione tra due anni. Entrambi lavoriamo per la stessa azienda come Guardie Particolari Giurate. Prima facevamo la ronda notturna insieme, mentre io da un anno sono passato a fare la guardia davanti la locale sezione dell’INPS. Parlando con un funzionario mi ha detto che la pensione percepita da mio cognato era quella per lavoratori notturni. E che io avendo cambiato attività, non lavorativa ma per orario di lavoro, rischio di non poter sfruttare la stessa misura, nonostante dal 2018 al 2022 ho fatto la ronda notturna. Voi cosa ne pensate?”

Lo scivolo usuranti aperto anche ai lavoratori notturni

Il lavoro usurante è una particolare tipologia di attività che, dal punto di vista pensionistico, apre le porte alla pensione con largo anticipo. Infatti basterebbero 61 anni e 7 mesi di età, 35 anni di lavoro e contestualmente, il completamento della quota 97,6. Serve che il lavoro usurante sia stato svolto per 7 degli ultimi 10 anni o per la metà della vita lavorativa.

Tutto come previsto dal Decreto Legislativo n° 67 del 2011. All’epoca fu introdotto lo scivolo per gli addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, tra cui i lavori notturni. Per completezza di informazione, per avere accesso alla prestazione, e per collegare la definizione di usurante a una determinata attività di lavoro tra quelle previste, occorre un adempimento dei datori di lavoro. Su questi ricade l’obbligo di comunicare al Ministero del Lavoro, ogni anno e sempre entro il 31 Marzo dell’anno successivo, i periodi che un dipendente ha svolto come lavoro usurante o notturno. Nel caso del nostro lettore, la sua azienda ogni anno comunica al Ministero le giornate di lavoro notturno che lui steso ha effettuato. Cosa che evidentemente ha consentito al cognato di completare i requisiti utili allo scivolo.

Lo scivolo per i lavori notturni

Il vincolo dell’attività lavorativa notturna viene meno per il nostro lettore che, nonostante l’abbia svolta in passato, adesso è cessata. E viene meno il fatto che per avere accesso allo scivolo l’attività notturna deve essere svolta per almeno 7 degli ultimi 10 anni di carriera. Il nostro lettore, avesse continuato a lavorare con la ronda fino al 2024, avendo iniziato nel 2018, avrebbe potuto rispettare questo requisito. Adesso però non lavora più di notte e ciò che dall’INPS gli hanno riferito è vero, cioè rischia di essere escluso dalla pensione in regime usuranti. Si rammenta che per lavoro notturno si fa riferimento a quella attività svolta per tutta la durata o per parte dell’orario di lavoro (almeno 3 ore), nelle ore che vanno dalle 24:00 alle 05:00 del mattino. Per lavoro notturno si intende quello che svolge un lavoratore per almeno 64 giorni all’anno durante quelle fasce orarie.

Non tutti i lavori sono usuranti per le pensioni

Ricapitolando, il nostro lettore nel 2024 difficilmente riuscirà ad andare in pensione nonostante si trova ad aver superato i 61 anni e 7 mesi di età e nonostante ha superato i 35 anni di contributi versati.

Pur completando la quota 97,6 non potrà accedere alla pensione in regime usuranti perché la Guardia Particolare Giurata non è un lavoro tra quelli previsti dal Decreto prima citato. Questa tipologia di attività rientra nello scivolo a condizione che sia svolta di notte e quindi che rientri nel cosiddetto lavoro notturno. Ma come abbiamo detto bisogna rispettare precisi parametri che il nostro lettore, scegliendo il cambio di orario di lavoro, non rispetta più. Il caso del nostro lettore è assai comune e impedisce, anche a chi ha presentato istanza di certificazione all’INPS nel 2022, di accedere alla pensione nel 2023. Resta il fatto che lo scivolo usuranti è una opportunità aperta anche nel 2023, perché si tratta di una misura strutturale del sistema.