Per le pensioni anticipate, che non hanno limiti di età i contributi necessari sono sempre abbastanza elevati. Con pochi anni di contributi invece, le possibilità di lasciare il lavoro sono ridotte a poche misure. Ma questo non vuol dire che non ci siano concrete possibilità di anticipare il pensionamento senza dover attendere i canonici 67 anni di età. Anzi, in alcuni casi l’anticipo è pure netto. Va detto però che servono alcuni particolari requisiti da detenere per poter arrivare al pensionamento con pochi anni di contributi.

E ci riferiamo ai 20 anni minimi che servono per le pensioni di vecchiaia ordinaria al pari dei già citati 67 anni di età.

“Buonasera, volevo capire che possibilità ci sono di andare in pensione con 20 anni di contributi. Questa è la mia soglia contributiva che ho raggiunto e che si è fermata dal momento che sono disoccupato senza indennizzi da due anni. Ma non ho 67 anni di età, e ho paura di rimanere senza sostentamento visto che mi hanno tolto il reddito di cittadinanza da febbraio, perché ho un ISEE troppo alto. Come posso fare?”

Pensioni di vecchiaia ecco le soglie e i requisiti

Nel sistema pensioni italiano, miracoli non ce ne sono e chi non raggiunge i requisiti utili a una misura pensionistica, non può accedere a nessun trattamento. Infatti, senza aver raggiunto i 67 anni di età e i 20 anni di contributi versati, la pensione non viene concessa nella stragrande maggioranza dei casi. Ma è pur vero che c’è chi in pensione con 20 anni di contributi ci può andare pure a 64 anni. La misura in questione è la pensione anticipata contributiva. Non sappiamo se la nostra lettrice ha 64 anni di età, perché ci dice solo di non arrivare a 67. Potrebbe comunque provare questa via, a condizione però che la sua carriera lavorativa sia iniziata in epoca contributiva.

Infatti con l’entrata in vigore della riforma Dini, che per importanza nel sistema è seconda solo alla riforma Fornero, entrò in vigore il sistema contributivo.

Da quel giorno le pensioni hanno iniziato ad essere calcolate e collegate ai contributi versati e non più alle retribuzioni percepite, soprattutto negli ultimi anni di carriera. La riforma contributiva di Lamberto Dini entrò in vigore nel 1996. Pertanto i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 possono godere di un vantaggio che è rappresentato dalla pensione anticipata contributiva.

Dai 64 anni di età ecco l’anticipata contributiva

Uscire a 64 anni di età con solo 20 anni di contribuzione previdenziale versata all’INPS è ciò che permette la pensione anticipata contributiva. Servono quindi 64 anni di età e 20 anni di contributi, ma il primo non deve essere precedente al 1° gennaio 1996. E parliamo di contribuzione a qualsiasi titolo versata. Pertanto, anche i figurativi devono essere successivi al 31 dicembre 1995. Inoltre, per l’accesso a questa particolare forma di pensione anticipata serve che la pensione venga liquidata con un importo non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Per fare un esempio relativo all’anno 2023, essendo l’assegno sociale pari a 503,27 euro, la pensione deve raggiungere più o meno i 1.410 euro al mese.

Alternative alla pensione anticipata solo per i contributivi, sono le pensioni con invalidità pensionabile. In questo caso, per chi è riconosciuto disabile in misura non inferiore all’80%, ma con riduzione della capacità lavorativa specifica per i lavori svolti in precedenza e per le competenze maturate, c’è la pensione a 61 anni di età per gli uomini o a 56 anni di età per le donne. In entrambi i casi si applica la finestra di 12 mesi per la decorrenza del primo rateo di pensione spettante. E sia per gli uomini che per le donne, bastano 20 anni di contributi versati.