Qualsiasi posto di lavoro può essere considerato presupposto per il riconoscimento di gravidanza a rischio in questi tempi di allerta per Coronavirus? Non propriamente. Per riflettere sui diritti delle lavoratrici incinta e le tutele contro il coronavirus, partiamo dall’email che è giunta in redazione nei giorni scorsi. A scrivere è un marito, preoccupato perché la moglie sembra essere costretta a lavorare in gravidanza esposta, questo è il suo timore, al rischio di contagio al coronavirus.

Buongiorno, mia moglie è incinta, siamo alla 13 settimana; ieri abbiamo fatto la seconda visita ginecologica e c’è stato detto che senza patologie non si può richiedere la maternità anticipata. Il problema è che mia moglie lavora in un negozio in un outlet quindi, oltre a lavorare in piedi, incontra anche un sacco di persone ogni giorno che non si sa mai posso infettare e comunque dare rischi inutili . Comunque c’è anche da scaricare e sistemare la merce che arriva e anche se le sue colleghe sono state disponibili non possono stare in negozio tutte sempre per 12 ore e quindi vi sarà un momento in cui restano in due e toccherà anche a mia moglie sistemare e comunque abbassarsi, piegarsi e fare sforzi. Gli è stato proposto lo spostamento negli uffici dell’azienda per cui lavora ma si trovano a 40 minuti da casa quindi significherebbe guidare per un ora e mezza ogni giorno per fare 4 ore di lavoro. Spero che lei mi possa aiutare e capire come può restare a casa da ora perché è un mese che è in mutua dopo che ha lavorato fino al 6 gennaio e comunque gli ultimi giorni con i saldi non riusciva a fare niente. Certo della comprensione la ringrazio infinitamente. Buona giornata.

Assenze lavoro per paura di contagio coronavirus: se il datore resta aperto ho diritto a restare a casa?

In questo clima di allerta ci sono diverse situazioni lavorative da considerare: alcune attività restano chiuse per obbligo, altre per scelta, molte hanno adottato la formula del telelavoro da casa e altre ancora (supermercati, uffici pubblici e farmacie ad esempio) resteranno aperte con il rispetto delle regole.

In questa sede ci concentriamo sul caso sopra citato: il negozio resta aperto.
Per paura di contagio il dipendente può restare a casa o sarebbe assenza ingiustificata? Nel caso di donna incinta ci sono tutele diverse e/o maggiori?

Chi ha sintomi o è stato a contatto con persone positive al tampone dovrà mettersi in quarantena volontaria per evitare il rischio di contagio. Il timore di essere contagiati invece non rappresenta una motivazione di per sé valida quindi può far scattare sanzioni disciplinari. Dal decreto non emergono regole specifiche per le donne incinta.

In merito a gravidanza a corona virus gli unici riferimenti specifici sono le indicazione dell’OMS che si possono consultare anche al punto 51 e seguenti delle FAQ del Ministero della Sanità.

Gravidanza a rischio: quando si può andare in maternità anticipata

Posto che le condizioni di salute della donna siano buone, la gravidanza può essere considerata a rischio per il tipo di lavoro. Sono diversi gli elementi da considerare. Nel caso del lavoro da commessa un fattore discriminante può essere la posizione in piedi prolungata o il carico di pesi e merci. Questo a condizione che non sia possibile un cambio mansioni, che invece in questo caso è stato proposto. Che cosa prevede la legge in merito alla distanza?

Per stabilire se la sede in cui si viene spostate è troppo distante per essere raggiunta da una donna incinta si considera:

a) distanza geografica (indicativamente otre 100 Km complessivi tra andata e ritorno);

b) tempo richiesto di percorrenza (indicativamente oltre 2 ore complessive tra andata e ritorno);

c) numero e tipo di mezzi di trasporto richiesti (se occorre un doppio cambio);

d) caratteristiche del percorso (strade di montagna, condizioni meteo sfavorevoli, ecc.).

Nessuna delle condizioni appare ricorrere nel caso segnalato. Quindi tendo ad escludere la possibilità di maternità anticipata per gravidanza a rischio secondo le regole vigenti.