Una delle tre novità in materia pensionistica introdotte dal Governo nella manovra di Bilancio è senza dubbio Opzione Donna. Insieme alla quota 103 e alla proroga dell’Ape sociale, Opzione Donna è l’altra novità della Manovra. Qualcuno potrà storcere il naso sentendo parlare di Opzione Donna come di una novità, ma effettivamente lo è viste le modifiche alla misura che sono state introdotte. Modifiche che hanno generato polemiche e che sono in procinto di essere cambiate. Le ultime ipotesi infatti parlano di un ritocco alla misura, anche se i conti pubblici e le casse dello Stato non lo consento.

Ecco perché c’è chi tende a considerare queste modifiche come possibili solo dal 2024.

“Salve, sono Roberta, donna, lavoratrice e single da sempre. Ho 60 anni di età appena compiuti e 35 anni di contributi maturati con la timbratura del cartellino del 28 febbraio. Vorrei sapere se posso andare in pensione con Opzione Donna anche non avendo completato i 60 anni di età nel 2022. E se le novità dei figli influenza questa mia possibilità. La discriminazione mi sembra evidente.”

Opzione Donna cambia ancora e dal 2024 nuovi requisiti potrebbero arrivare

I quesiti su Opzione Donna sono davvero tanti. Così come sono tanti i messaggi che arrivano alla redazione, con sfoghi e polemiche sulle scelte del Governo che hanno portato al cambiamento di Opzione Donna quest’anno. La nostra lettrice è una di quelle lavoratrici che dovrà attendere buone nuove dal Governo per poter accedere alla pensione con questa misura. Infatti allo stato attuale delle cose non potrà accedervi. E non dipende dai figli avuti o dalle novità del Governo, che comunque sono penalizzanti e restrittive, e in qualche modo discriminatorie. Il fatto che la pensione non tocchi alla nostra lettrice sta nel fatto che non ha i requisiti utili nemmeno per la vecchia versione di Opzione Donna. I 35 anni di contributi completati solo lo scorso 28 febbraio, la mettono fuori gioco.

Al 31 dicembre dell’anno precedente quello della domanda di pensione infatti andrebbe completata sia l’età che la contribuzione. Ma guardando al futuro, se la misura nel 2024 verrà confermata, anche se rimanessero queste regole, la lettrice potrebbe uscire dal lavoro. Ma già si parla di novità per Opzione Donna. Perché se non già quest’anno, quanto meno nel 2024 le cose potrebbero cambiare. E tra le righe di queste ipotesi che si fanno al Governo appare evidente che si possa già parlare di una nuova annualità di Opzione Donna nel 2024.

Come cambierebbe la misura l’anno venturo

Novità in arrivo per Opzione Donna, ma per capirle niente di meglio che una recente cronistoria della misura. I parametri fissi restano sempre i soliti due. In primo luogo, età e contributi devono essere stati completati entro l’anno precedente quello in cui si sfrutta la misura. E poi la misura prevede il calcolo completamente contributivo della prestazione. Questi due fattori sono quelli che non sono mai variati e non lo faranno, salvo sorprese, nemmeno per una ipotetica nuova proroga della misura. Naturalmente, in base alla cristallizzazione del diritto, chi ha raggiunto i requisiti in base alla vecchia versione di opzione donna in tempo utile, non subisce le modifiche sopraggiunte con la versione più recente. In pratica, chi aveva raggiunto al 31 dicembre 2021 i requisiti per accedere a Opzione Donna 2022, non deve badare alle novità del 2023. La nostra lettrice, avesse completato 35 anni di contributi nel 2021, oggi sarebbe potuta in pensione con Opzione Donna 2022 e non con Opzione Donna 2023. Perché tra le due versioni molto è cambiato.

Opzione Donna, come si è arrivati alle novità 2023

Fino al 2022 Opzione Donna prevedeva l’uscita se al 31 dicembre 2021 le lavoratrici avevano:

  • Almeno 58 anni di età se lavoratrici dipendenti;
  • Almeno 59 anni di età se lavoratrici autonome;
  • Una carriera pari ad almeno 35 anni di contributi versati.

Con le modifiche 2023 introdotte dalla Legge di Bilancio, Opzione Donna prevede che possano uscire dal lavoro quante al 31 dicembre 2022 hanno:

  • 58 anni di età se con due o più figli avuti;
  • 59 anni di età se con un solo figlio avuto;
  • 60 anni di età per chi non ha avuto figli;
  • Una carriera pari ad almeno 35 anni di contributi versati.

La misura però si rivolge nel 2023 solo a:

  • Disoccupate;
  • Invalide;
  • Caregiver;
  • Assunte presso aziende con procedure di crisi aperte.

Solo per disoccupate e alle prese con le crisi aziendali, il parametro dei figli non va considerato e si applica la possibilità di uscita già a 58 anni.

Il futuro di Opzione Donna nel 2024

Cambiare adesso Opzione Donna è senza dubbio una cosa difficile. Gli appuntamenti tra Governo e sindacati stanno andando a rilento, e le dotazioni finanziarie non sono sufficienti. A tal punto che i sindacati rivendicano l’assenza di risposte e di progetti anche in vista del DEF (Documento di Economia e Finanze) che il Governo dovrebbe approntare come prassi vuole, ad aprile. Più probabile che le lamentele e le critiche a Opzione Donna trovino risposte in una modifica nel 2024. Magari nella prossima Legge di Bilancio. E si parla già di eliminare il vincolo dei figli, o addirittura di cancellare la limitazione di platea relativamente alle caregiver, alle invalide, alle disoccupate o alle procedure di crisi aziendale. Per quanto concerne l’età invece, appare complicato ipotizzare un ritorno al passato e una estensione a tutte di Opzione Donna a 58 anni. Più facile che si arrivi a quanto trapela adesso in base alle ultime ipotesi. Opzione Donna nel 2024 potrebbe essere una facoltà concessa alle lavoratrici con:

  • 59 anni di età completati nel 2023;
  • 35 anni di contributi versati completati nel 2023;
  • 58 anni di età solo se caregiver, invalide, disoccupate o alle prese con crisi aziendali.