Dal 30 giugno dello scorso anno avere il POS per pagamenti sopra i trenta euro è diventato obbligatorio per i possessori di partita IVA (commercianti, artigiani, imprese e studi professionali). Imprenditori medio piccoli e liberi professionisti devono dare obbligatoriamente al cliente la possibilità superata questa soglia, di fare pagamenti elettronici con carta di credito o bancomat. Ma quale POS(Point of sale) scegliere?

Obbligo POS: costi e spese detraibili

La decisione dell’obbligo POS, che nelle intenzioni del legislatore si pone chiaramente un obiettivo di lotta all’evasione fiscale, ha suscitato non poche polemiche.

A destare preoccupazione non è però tanto la tracciabilità dei pagamenti imposta quanto piuttosto l’aumento dei costi fissi per i professionisti. Quanto costa il POS? Oltre ai costi fissi di acquisto/noleggio (che possono arrivare anche a 200 euro), bisogna considerare le spese di canone e di manutenzione del dispositivo elettronico (dai 25 ai 40 euro + IVA al mese) e quelle di commissione su ogni transazione effettuata (dallo 0,6 al 2%). A conti fatti su un totale di transazioni con POS annue pari a 50.000 euro l’uso del POS obbligatorio potrebbe sottrarne al professionista circa1700.   Le offerte commerciali sui POS hanno cercato di arginare almeno parzialmente questo problema. E’ bene valutare bene prima di scegliere: commissioni e costi fissi sono diversi di banca in banca. I professionisti iscritti ad associazioni di categoria dovrebbero anche verificare eventuali convenzioni in essere con istituti bancari. Per evitare le commissioni bancarie in alternativa si può optare le per i dispositivi che trasformano lo smartphone in mPOS (Pos mobile) supportando le principali carte di credito e di debito. Basta applicare questi piccoli apparecchi alla porta audio o USB del telefono cellulare: le fatture vengono inviate via email e lo scontrino digitale può essere eventualmente stampato tramite stampante wireless per chi lo ritiene in formato cartaceo.
Il decreto legge sul POS cerca di incentivare la diffusione dei pagamenti elettronici proponendo la detrazione delle spese connesse all’installazione e all’utilizzo delle apparecchiature. Ricordiamo che le sanzioni per chi non rispetta l’obbligo di POS possono essere particolarmente salate. Si va da un’ammenda di 500 euro al primo controllo a mille per la seconda violazione. In caso di mancato pagamento si rischia finanche la sospensione dell’attività. Per approfondimenti sulle sanzioni POS vedi anche <a