“Dicono che Totò fosse principe. Una sera che eravamo a cena insieme diede una mancia di ventimila lire a un cameriere. Di solito i principi non danno simili mance, sono molto taccagni. Se Totò era principe, era dunque un principe molto strano“, affermava Pier Paolo Pasolini. Il tema delle mance può rivelarsi argomento di discussioni. Alcuni ritengono poco appropriato elargire tale somma extra, perché chi ne benefica riceve già uno stipendio per svolgere il proprio lavoro.

In tanti, invece, ritengono che dare la mancia sia il modo più giusto per ringraziare coloro che, grazie al loro operato, permettono di trascorrere dei momenti all’insegna del relax, serviti e riveriti.

 A prescindere da quale sia il proprio punto di vista sul tema delle mance, è bene sapere che quest’ultime sono state di recente oggetto di un’importante modifica sul fronte della tassazione. Ma cosa è cambiato? Ebbene, a fornire chiarimenti in merito ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate attraverso una circolare ad hoc. Ecco come funziona.

Nuova tassazione mance: non hai capito come funziona? Ecco la guida delle Entrate

Grazie alla legge di bilancio 2023 è stata introdotta una tassazione sostitutiva per le mance, a prescindere che vengano corrisposte in contanti o con strumenti di pagamento elettronici. Entrando nei dettagli, come riportato dall’Agenzia delle Entrate nella circolare numero 26 del 29 agosto 2023:

“Con riferimento alle somme destinate dai clienti ai lavoratori delle strutture ricettive e degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande a titolo di liberalità, con i citati commi da 58 a 62 è stata prevista, in luogo della naturale inclusione nel reddito di lavoro dipendente, “un’imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali con l’aliquota del 5 per cento, entro il limite del 25 per cento del reddito percepito nell’anno per le relative prestazioni di lavoro”. Il regime di tassazione agevolata in parola trova applicazione con esclusivo riferimento alle mance percepite dai lavoratori – del settore privato – delle strutture ricettive e degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande”.

Regime agevolato, requisiti: obblighi dei lavoratori e dei sostituti d’imposta

Tale regime viene applicato alle mance ottenute dai lavoratori dei settori prima citati che percepiscano un reddito da lavoro dipendente di importo pari a massimo a 50 mila euro.

Quest’ultimo può essere frutto anche di più rapporti lavorativi, ovvero ottenuto lavorando presso diverse aziende. Ma non solo, i soggetti interessati non devono aver espressamente rinunciato, ovvero per iscritto, alla facoltà di beneficiare della tassazione sostitutiva.

L’imposta sostitutiva viene applicata dal sostituto d’imposta, ovvero dal datore di lavoro. A tal fine deve tener conto sia delle mance corrisposte tramite mezzi elettronici che con denaro contante. In ogni caso deve innanzitutto verificare che il lavoratore rispetti i requisiti richiesti, tenendo conto anche degli eventuali redditi percepiti presso altre attività, anche se non rientrano nel settore della ristorazione, turistico – alberghiero. Per svolgere tale operazione è quindi necessario che il lavoratore comunichi al sostituto d’imposta eventuali redditi percepiti presso altre aziende. Nulla comunque esclude che il lavoratore possa comunicare al datore di lavoro la decisione di rinunciare al regime agevolato. In caso di dubbi si invita a rivolgersi ad un esperto del settore per ottenere assistenza e applicare correttamente la nuova tassazione sulle mance.