Per gli anziani non autosufficienti perché invalidi gravi la normativa vigente assistenziale italiana ha diverse misure in loro favore. Per esempio c’è l’assegno di accompagnamento, una misura esentasse che non concorre alla formazione del reddito e che viene percepita in caso di disabilità grave. Spesso però queste prestazioni fornite ai contribuenti non bastano per garantire a questi anziani oltre che una vita dignitosa, anche la giusta assistenza collegata al loro grado di invalidità.

Tra pensioni e accompagnamento spesso l’anziano non può permettersi l’assunzione di una badante oppure il ricovero presso una RSA.

Per questo il governo sta pensando a una misura universale capace di erogare mille euro al mese a queste persone. Ma di cosa si tratta veramente e quando partirà? Una domanda che molti si pongono perché cosa c’è di vero in questa ipotetica nuova misura è qualcosa che adesso andremo ad analizzare.

“Buonasera, mi chiamo Renata e volevo maggiori informazioni sul nuovo accompagnamento per gli invalidi. Mia madre è affetta da una grave patologia degenerativa. Ha 75 anni di età e prende pure l’indennità di accompagnamento. Ma con poco più di 500 euro al mese, in aggiunta a una pensione minima, non riesce a sopperire alle spese di tutti i giorni. Il governo pare abbia introdotto una nuova prestazione di oltre 1.000 euro al mese. Volevo capire di cosa si tratta e come possiamo fare ad ottenerla se è già possibile.“

Nuova indennità anziani non autosufficienti da 1.380 euro al mese, ecco di cosa si tratta

Quello di cui ci chiede la nostra lettrice è il nuovo accompagnamento universale, anche se si chiama esattamente PU, acronimo di Prestazione Universale. Una novità che nasce dal decreto sulla terza età che è partito con il governo Draghi e che adesso, con l’attuale esecutivo è stato recentemente interessato dalla lavorazione per il decreto attuativo.

Il cosiddetto decreto Anziani è una cosa su cui il governo conta molto.

Per i primi due anni infatti stanziamento record da un miliardo di euro. Il tutto, come la stessa Premier Giorgia Meloni ha dichiarato nel Question Time in Parlamento, per garantire una vita migliore ai non autosufficienti. Persone che stime alla mano sono oltre 4 milioni in Italia.

L’operazione è volta a garantire quanto più possibile la cura a domicilio di queste persone, oltre che a semplificare le procedure per l’accesso ai servizi. In pratica, una misura in favore di chi, come detto in premessa, stenta ad avere la possibilità perfino di assumere una badante.

La Prestazione Universale fino a 1.380 euro per anziani non autosufficienti

Stando a quanto dichiarato dalla Premier e da ciò che si evince sul decreto, a partire dal primo gennaio 2025 con 300 milioni di dotazioni dovrebbe partire la Prestazione Universale fino a 1.380 euro al mese. A ogni anziano dovrebbe essere erogato un contributo economico in parte sotto forma di sussidio e in parte sotto forma di assegno di assistenza.

In pratica soldi liquidi ma anche bonus utili ad acquistare prestazioni e servizi idonei alle difficoltà dell’anziano. Il progetto tira dentro anche un nuovo comitato, il CIPA (Comitato Interministeriale Politiche Anziani). A questo pool il compito di creare i PUA (Punti Unici di Accesso) per invitare i pensionati ai programmi di cura che verranno messi in atto tra INPS, Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e Ambiti Territoriali Sociali (ATS). Quindi, un’operazione su larga scala tutta ancora da mettere a punto.

Un nuovo strumento universale: un’indennità per garantire meglio la cura di anziani non autosufficienti

La nuova misura universale si prefigge anche un altro obiettivo, che è quello di sostituire l’Indennità di Accompagnamento. Una misura che evidentemente è considerata anche dai legislatori insufficiente in molti casi per gli anziani.

Per la nostra lettrice e per chi si chiede la stessa cosa quindi, ad oggi nulla è ancora possibile fare.

Ma sul nuovo strumento emergono già alcune cose con cui gli interessati dovranno interfacciarsi. Per esempio, si parla di una misura che avrà come primo requisito 80 anni di età. Quindi, per anziani sotto gli 80 anni nulla da fare.

Ma non ci sarà solo l’età a delimitare il perimetro di applicazione della novità. Perché sembra ci sarà bisogno di un ISEE in corso di validità non superiore a 6.000 euro. Inoltre, la misura sarà indirizzata solo agli anziani con bisogni maggiori legati alle loro patologie. Con indicatori e scale di valutazione che l’INPS dovrà comunicare.

Le cifre della Prestazione Universale: un’indennità per gli anziani

Tornando alle cifre, che sono la cosa che maggiormente interessa le persone, come detto l’ammontare massimo di 1.380 euro al mese dovrebbe essere diviso in due parti. Quella monetaria, che dovrebbe essere uguale a quanto oggi l’INPS eroga di indennità di accompagnamento. E poi quella che viene già definita quota integrativa. E che dovrebbe essere superiore a 800 euro al mese. Somme queste che non saranno erogate liquide agli anziani, ma che serviranno agli stessi per supportare il costo della cura e dell’assistenza. Quindi, per munirsi di una badante regolarmente assunta o per acquistare ogni genere di servizi per la cura della non autosufficienza.