A partire dal 2024 i forfettari dovranno dire addio a molte semplificazioni. Queste novità riguarderanno anche le partite Iva già aperte?

Come canta Eros Ramazzotti con il brano Terra promessa: “E camminiamo da soli nella notte più scura, anche se il domani ci fa un po’ paura. Finché qualcosa cambierà, finché nessuno ci darà. Una terra promessa, un mondo diverso dove crescere i nostri pensieri. Noi non ci fermeremo, non ci stancheremo di cercare il nostro cammino”.

In teoria ognuno di noi è artefice del proprio destino.

A ogni azione, infatti, corrisponde una reazione o comunque una conseguenza. Nella realtà dei fatti, però, non è sempre così. Non tutto dipende dalla nostra volontà, bensì dalle scelte altrui. Ne sono un chiaro esempio coloro che hanno deciso di aprire la partita Iva in regime forfettario per via delle relative semplificazioni. Quest’ultime spariranno a partire dal 2024, complicando un bel po’ la vita dei soggetti interessati.

Novità Forfettari 2024, addio semplificazione: vale anche per le partite IVA già aperte?

A tal proposito è giunto in redazione il quesito di un nostro lettore che ci chiede:

“Buongiorno, mi chiamo Mirko e sono un lavoratore autonomo freelance, titolare da quattro anni di partita Iva. Leggendo alcune notizie in rete mi sembra di aver capito che dal 2024 verranno apportati alcuni cambiamenti al regime forfettario. Vi contatto quindi per chiedervi se tali novità riguarderanno solamente i nuovi o anche chi come me già aderisce a tale regime. Grazie in anticipo per la risposta”.

In risposta al quesito è bene sapere che le novità forfettari 2024 riguarderanno tutti quanti, compresi coloro che hanno già la partita Iva aperta. Ma cosa cambierà a partire dal prossimo anno? Sostanzialmente sono tre i nuovi obblighi che riguarderanno i forfettari, ovvero:

  • vincolo di gestire una contabilità per registrare i costi di esercizio in caso di adesione al concordato preventivo;
  • obbligo di compilare il quadro RS in fase di presentazione del modello Redditi PF;
  • fatturazione elettronica obbligatoria per tutti a partire dal 1° gennaio 2024.

Concordato preventivo biennale

Soffermandosi sul concordato preventivo biennale, si ricorda che grazie a quest’ultimo sarà possibile stipulare un accordo con l’Agenzia delle Entrate per definire anticipatamente la base imponibile su cui calcolare le tasse per i due anni seguenti.

I forfettari non hanno alcun obbligo esplicito di mantenere una contabilità dettagliata grazie a cui registrare i costi. Chi decide di aderire al concordato, però, perderà di fatto tale semplificazione.

È previsto, infatti, che entro il 15 marzo di ogni anno, prorogato al 30 aprile per il 2024, l’Agenzia delle Entrate renda disponibili dei programmi informatici che permettano di acquisire determinati dati necessari all’elaborazione della richiesta.

Tra questi si annoverano proprio i costi di esercizio. Ne consegue, pertanto, che l’obbligo di tenere una contabilità sui costi riguarderà solamente i forfettari che vorranno aderire al concordato preventivo. In caso contrario rischiano di dover fare i conti con pesanti conseguenze. Ovvero pagare più tasse del dovuto.

Questo potrebbe avere luogo poiché l’Agenzia delle Entrate non terrebbe conto dei vari costi sostenuti per lo svolgimento dell’attività. Di conseguenza potrebbe determinare un reddito eccessivamente alto. Se il Fisco dovesse rilevare delle incongruenze, inoltre, i soggetti interessati rischierebbero di restare esclusi dal concordato preventivo biennale.